Da fabiovob Ven Feb 03 2012, 07:13
In Italia dobbiamo cambiare mentalità nell'ambito del lavoro.
Spesso, sottolineo spesso, e non sempre, i lavoratori assunti a tempo indeterminato subiscono un processo di auto disincentivazione in ambito lavorativo.
Questo cosa significa? Che col tempo il lavoratore, una volta soddisfatte le necessità primarie, non ha più alcuno stimolo finalizzato al mantenimento del proprio lavoro, in pratica va al lavoro per effettuare il minimo possibile ed attendere lo stipendio a fine mese.
Attualmente questo modo di pensare, decisamente assistenzialistico, non è più applicabile.
La competitività cui sono state sempre sottoposte le imprese, ed attualmente ancora di più, impone scelte e strategie imprenditoriali sempre diverse, che si devono necessariamente basare su persone motivate, e pronte ad adeguarsi di volta in volta alle necessità del mercato.
Invece, come già dicevo, accade che il lavoratore faccia da zavorra rispetto a queste strategie, ed invece di aiutare l'azienda la danneggia.
L'imprenditore è stretto tra la morsa delle tasse, che sono sempre crescenti, i costi di produzione sempre maggiori, basta ricordare il costo dei carburanti, ed il costo del lavoratore che è attualmente ancora aumentato.
I guadagni decisamente in questo sistema si assottigliano, se poi pensiamo anche ad una riduzione generale dei volumi di affari, la situazione si complica notevolmente.
E' necessario a questo punto che al fine di aiutare i lavoratori, e le stesse imprese che li tengono sui libri paga si applichino delle scelte da parte dello stato che siano favorevoli all'imprenditoria.
Ovvero, riduzione della pressione fiscale generale, e dei costi dei lavoratori,oggi su uno stipendio netto in busta paga di 1500 euro, l'azienda paga almeno altri 1200 euro di contributi allo stato.
Questo riduce notevolmente la possibilità di poter aumentare gli strumenti di incentivazione economica da parte dell'azienda a favore dei lavoratori, inoltre dovrebbe essere permesso ai lavoratori dipendenti di poter detrarre almeno le spese relative ai costi di spostamento per il raggiungimento del posto di lavoro.
A questo bisognerebbe permettere a tutti di detrarre buona parte dell'IVA sui costi dei beni e servizi acquistati.
Questo tipo di impostazione ridurrebbe a valori minimi l'evasione fiscale, in quanto avverrebbe quello che si chiama il sistema di autocontrollo, ovvero tutto il sistema sarebbe incentivato a risparmiare, tutelando in maniera molto semplice le casse dello stato.
Necessariamente dovrebbe affiancarsi una riduzione della pressione fiscale generale, bilanciata da una entrata praticamente a tappeto da parte di tutti i soggetti obbligati, e non solo a carico di quei pochi che normalmente ed onestamente pagano.
In definitiva cosa accadrebbe, una spinta nuova all'economia con maggiore competitività delle imprese ed aumento del numero delle assunzioni, incentivazione dei lavoratori, sia a livello aziendale, che a livello fiscale, incremento delle entrate fiscali per lo stato.
Questo sarebbe un serio rilancio dell'economia, che non si combatte con uno stato di polizia, dove si va a controllare col redditometro se ho i figli iscritti alla scuola privata.
Ciò che invece credo avverrà, se aumenteranno ancora le tasse, sarà una maggiore evasione fiscale, una riduzione dei volumi di affari generali, e posti di lavoro sempre più a rischio anche a causa della riduzione dei consumi.
Ma ancora una volta credo chi gli italiani non siano pronti ad azzardare tanto, e ad effettuare una svolta epocale che sarebbe una sfida per uscire da un sistema dove ormai respiriamo aria dosata giusto per tenerci in vita e non per correre i 100 metri.
Salvatore come vedi non è colpa tua se non trovi lavoro, ma è colpa di un sistema antiquato, fuori mercato e non rispondente alle richieste della società attuale.
Eppure è strano, la concorrenza straniera ci sta mettendo in ginocchio, e noi per combatterla cosa facciamo???
Aumentiamo costi del lavoro, delle merci e tasse!!!!!!!!!!!!!!!!!
Avevamo proprio bisogno dei tecnocrati?