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Qualche domanda x Ermes Pecchinini
Il Gazebo Audiofilo

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    Qualche domanda x Ermes Pecchinini

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    Messaggio Da pluto Ven Dic 21 2012, 17:00

    Caro Ermes
    ti confesso che avevo voglia di aprire questo 3D già da molte settimane ma ho esitato finora x un certo pudore, pensando che tu probabilmente non hai molta voglia di rispondere a questo genere di domande e preferisci invece divertirti come tutti noi con qualche facezia. Anche xchè te le avranno fatte molte altre volte. Se questo fosse il caso, Ti prego di scusarmi fin da ora e di avvisarmi in PM. Provvederò a togliere subito il 3D.

    Intanto un piccolo problema: dove mettere questo 3D? Nella sezione musica? sembrerebbe logico ma ho preferito farlo nella sezione principale x migliore visibilità. Vedremo eventualmente di spostarlo dopo.

    Veniamo a noi dopo la lunga e doverosa premessa.

    Dunque cari Gazebini, x i pochi gnurant Qualche domanda x Ermes Pecchinini 650957 che ancora non lo sapessero, Ermes è un cornista di fama internazionale e siccome non capita tutti i giorni di avere un interlocutore così autorevole ed ovviamente esperto in fatto di musica in questa gabbia di matti, quel rompimarroni di Pluto non poteva non andare a discutere un pò con lui.
    Digitatevi il suo nome e cognome su Google e vi farete un'idea. Se non sapete neanche cos'è un corno, be allora... santa

    Dunque Ermes,
    intanto mi piacerebbe sapere se un musicista così specializzato come Te, ascolta solo la musica colta o spazia anche come molti di noi, su diversi generi ed eventualmente quali

    Mi interesserebbe poi sapere che fai quando devi preparare un'interpretazione di un nuovo brano? Leggendo le interviste di tastieristi e direttori di fama, ricordo che parecchi dicevano di ascoltare le grandi interpretazioni del passato o degli artisti x loro più interessanti. Ma che al momento di affrontare il nuovo testo, un po' tutti stoppavano gli ascolti, resettavano completamente il cervello e si buttavano anima e core nello studio della partitura etc. E' così anche x te?

    Infine (ma avrei diverse altre curiosità) mi piacerebbe sapere come si pone l'artista di fronte al banale impianto hifi. E' x te un modo x ascoltare la tua musica preferita al meglio?
    Sei un po' feticista come la maggior parte di noi? cioè spesso noi commettiamo l'errore di guardare più all'impianto e allo status symbol che esso rappresenta che non alla sua reale funzione di traduttore di musica nel ns salotto o stanza dedicata. Tu che ci combini insomma con 4 valvole e 2 transistors?

    Ti ringrazio fin da ora
    se non ne hai voglia, nessun problema. Ma spero vivamente che la tua esperienza possa essere d'aiuto x qualche Gazebino.. sunny sunny

    Un caro saluto
    Gian
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    Messaggio Da ermes pecchinini Ven Dic 21 2012, 21:17

    Ciao Gian, provo a risponderti.
    Mi piace molto ascoltare musica di differenti stili. Direi che nella mia hit c'è molta musica di cantautori, adoro De Andrè e Tenco. C'è poi uno spazio enorme dedicato alla musica popolare antica. Tipo canzoni e ballate del 16° 17° secolo. Musica pop odierna. Per la classica, devo confessare, la situazione è un po' problematica: purtroppo o per fortuna è anche il mio lavoro, con tutte le tensioni del caso. Capita quindi a volte di preferire il buon Tenco a Vivaldi!
    Sulla preparazione ai concerti. Domanda complessa. Non suono molto. Non ascolto mai ciò che devo eseguire (anche se non lo conosco). Mi rapporto con la parte e con la partitura non con altre interpretazioni. E poi, per i momenti che contano: ore ed ore di esercizio mentale. Diciamo: un misto (volgarissimo) di training autogeno, thai-chi, tecniche di rilassamento etc. Ultimamente ho fatto un concerto da solista di musica contemporanea scritta per corno naturale ed arpa e voce recitante. E' stata l'unica occasione in cui ho ascoltato moltissimo la musica: era veramente troppo complicata! Mi viene da ridere perchè il concerto ha avuto luogo due giorni dopo la nascita di mio figlio... Beh ero l'unico in sala parto con auricolari e partitura! Ed infine sullo stereo. Mi sforzo più possibile di usarlo come mezzo e non come fine ma è difficile! Poi sono un maniaco e quindi a volte mi ritrovo ad ascoltare 65 volte la stessa cosa per capire se posso fare qualcosa per migliorare l'ascolto. Purtroppo non capisco nulla o quasi di elettronica, per cui se ho dei dubbi, prendo il telefono e chiamo l'amico Diego Nardi il quale tra una spiegazione e l'altra non perde mai l'opportunità di sottolineare che non capisco una mazza! Invece mi diverto molto a mettere apposto giradischi vintage, in questo sono un po' più dotato. (anche se l'ultima volta che rimontato il gira mi sono avanzate due viti... però va lo stesso!). Saluti
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    Messaggio Da pluto Ven Dic 21 2012, 22:09

    Grazie Ermes intanto x aver risposto.

    Ma come spieghi questa cosa comune a te e a molti interpreti del non volere ascoltare (nella fase di studio del concerto) che so? I grandi del passato x es. Cioè mi sembra quasi che ci sia il desiderio comune di rapportarsi direttamente ed esclusivamente con la musica, il testo, l'autore. E questo ha una sua logica chiarissima. Ma davvero non si tiene presente la "lezione" di qualche grande che ha preceduto? O invece quella interpretazione e' ormai così leggendaria e quindi conosciuta a menadito che ormai non è' neanche più necessario farlo? Cioè ormai è stata x così dire metabolizzata ampiamente..

    Penso a Casals x le Suites che ha senz'altro costituito la pietra miliare x chi è venuto dopo, da Starker a Yo-Yo Ma etc oppure a Heifetz con qualcuno dei suoi leggendari concerti etc etc gli esempi sono moltissimi se vogliamo

    Che pensi?

    Ciao
    Gian
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    Messaggio Da ermes pecchinini Sab Dic 22 2012, 08:48

    Come hai sottolineato, vi è l'esigenza di rapportarsi in modo diretto alla musica. A mio avviso èun dovere oltre che un'esigenza. Quanto poi rapportarsi ai grandi del passato: non è un atto di disistima ma semplicemente una cosa che serve a poco. Appurato che vi sia una stima smisurata per Casals (ed altri), cosa si può fare? Provare ad imitarlo? (molto pericoloso) Fare altro da ciò che lui ha fatto? (sarebbe un inutile ricerca di originalità). Insomma meglio leggere il testo e provare a capirlo. Er
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    Messaggio Da usvegliu Mar Dic 25 2012, 11:46

    ermes pecchinini ha scritto:Come hai sottolineato, vi è l'esigenza di rapportarsi in modo diretto alla musica. A mio avviso èun dovere oltre che un'esigenza. Quanto poi rapportarsi ai grandi del passato: non è un atto di disistima ma semplicemente una cosa che serve a poco. Appurato che vi sia una stima smisurata per Casals (ed altri), cosa si può fare? Provare ad imitarlo? (molto pericoloso) Fare altro da ciò che lui ha fatto? (sarebbe un inutile ricerca di originalità). Insomma meglio leggere il testo e provare a capirlo. Er

    E questo Ermes per un artista che ha raggiunto la tua maturità è comprensibile, ma negli anni di studio e formazione quali sono stati se ce ne sono stati i tuoi riferimenti, i modelli a cui ispirarsi e per quali qualità principalmente ?
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    Messaggio Da ermes pecchinini Mer Dic 26 2012, 22:14

    Negli anni della mia formazione ho avuto più di un riferimento. Sicuramente il mio insegnate di analisi musicale che mi ha passato alcune delle sue passioni e molte delle sue idiosincrasie. Bach ad esempio, tra le passioni, l'opera italiana (quasi al completo) tra le seconde. Poi ci sono stati i grandi solisti che suonavano il mio stesso strumento, due nomi su tutti: Barry Tucwell, Hermann Baumann. Tuckwell, dal vivo era praticamente infallibile cosa che mi impressionò molto da giovane. Crescendo ho apprezzato sempre di più Baumann: grandissimo musicista anche se tutt'altro che infallibile. Poi sono stato folgorato, in anni recenti, dai musicisti molto sapienti. Due nomi su tutti: il fiammingo Sigiswald Kuijken ed il giapponese Hidemi Suzuki. Il primo fa il miglior Bach che abbia mai sentito ed il secondo il miglior Mozart. Il tutto sempre a mio umilissimo avviso. Er
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    Messaggio Da usvegliu Dom Dic 30 2012, 16:18

    Grazie Ermes, molto interessante soprattutto la contrapposizione tra una esecuzione" perfetta" ed una "grande" seppur non perfetta, forse perchè l'eccellenza non è perfezione piuttosto un percorso di consapevolezza, quindi in un certo senso si deve ambire alla perfezione "Tuckwell" senza rinunciare ad essere grandi, unici "Baumann".

    Vorrei chiederti ancora una cosa poi non ti scoccio più Embarassed
    tu sei un musicista, quindi una persona che "capisce" la musica e quello che mi piacerebbe sapere è in che misura ritieni, se lo ritieni, che l'impianto possa contribuire alla comprensione del messaggio musicale ?

    Ciao


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    Messaggio Da ermes pecchinini Dom Dic 30 2012, 19:03

    Quanto conta l'impianto nella fruizione della musica? Domanda molto complicata. Dipende tantissimo dal tipo di musica che si ascolta. Molti miei colleghi ascoltano volentieri con un compattino da 300 euro asserendo che se ascolti Bach, la sua poietica (strategia del comporre) passa e si legge comunque benissimo. Credo che sia vero ma... C'è un ma: ci sono innumerevoli situazioni in cui il sommo Bach ha scritto nella stessa cantata soli per oboe, oboe d'amore e corno inglese (strumenti simili ma con alcune sottili ed importanti differenze). In questo caso (è solo un esempio) senza un impianto realmente in grado di rendere sfumature sottili ci si perde veramente una bella fetta di "musicalità". Un altro esempio è rappresentato da i numerosissimi casi in cui lo spartito musicale necessità realmente di un grande equilibrio tra le voci. Quando si ascolta un quartetto d'archi, quando si ascolta un corale a più 4 voci. In questi casi un impianto che di suo privilegia una zona piuttosto che un'altra a mio avviso falsa la reale percezione della musica. Bada bene che parlo di "tipi" di musica e non di generi. Quello del genere musicale (la classica vs il jazz vs la pop etc) a mio avviso è il più tipico dei falsi problemi. Faccio solo un altro paio di esempi ancora più fini. Uno dei test che faccio sempre ad un impianto è far girare una canzone di Fabrizio de Andrè. De Andrè è uno dei rari casi di cantante pop con voce baritonale (mediamente si trovano molti più tenori o voci femminili). Non è facile per un impianto far rendere la sua voce, per mia esperienza (limitata eh!) bisogna trovare veramente un ottimo equilibrio, in caso contrario le "basse" si mangeranno la voce del baritono. Non accade così con le voci dei soprani che sono di loro ben definite e soprattutto cantano 4 ottave sopra al basso e non c'è rischio che si impastino e confondano. Anche in questo caso un impianto non buono mi impedisce un ascolto veramente ottimale. Ultimo esempio, il più sottile: alcuni elementi che ho ascoltato in varie occasioni tendono ad essere "eufonici". Mi è capitato recentemente sia con un lettore cd con uscita valvolare di una nota casa italiana sia con delle casse di una arcinota casa austriaca. Mi pare che questi elementi avessero la tendenza a rendere i suoni sistematicamente più rotondi e morbidi di quello che siano in realtà (la realtà che io avevo sperimentato in un ascolto live, non quella presa a prestito da un altro impianto); ecco un altro esempio in cui un impianto (pur suonando bene ed è questo il problema) rende in verità poca giustizia alla musica. Insomma, quanto conta l'impianto? Dipende moltissimo da cosa si ascolta e da dove si ascolta. A mio avviso, se si vuole realmente godere di tante piccole sfumature, l'impianto conta veramente molto. Ancor più però... conta l'incisione! Altra storia lunga ed è ora di cena... Saluti. Er
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    Messaggio Da pluto Dom Dic 30 2012, 19:14

    applausi applausi applausi

    Be la tua risposta è comunque di conforto x tutti gli appassionati di questo ns hobby - da tempo sostengo che un impianto che mi fa capire perfettamente 2 strumenti vicini o duetti etc, è un signor impianto.

    Che mi frega dei 16 hz se poi non riesco a distinguere il duetto tra Mariah Carey e Whitney Houston e capire chi canta x prima e per seconda o chi delle 2 fa la voce solista e l'altra il controcanto. Così detta in soldoni da un ignorantone. Finalmente uno che ci capisce e lo spiega chiaramente
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    Messaggio Da ermes pecchinini Lun Dic 31 2012, 09:26

    Ciao Pluto, grazie per le parole di stima. In effetti durante tutti questi anni di passione per l'ascolto ho sempre cercato di crearmi dei criteri e dei veri propri "test" che mi aiutassero a fare le mie scelte limitando al massimo lo sperpero di denaro. Più che mai in questo ambito sono un pluralista e mi fa realmente piacere vedere che altre persone abbiano altri criteri. Devo invece confessare di essere sempre più perplesso nel leggere una valanga di post in cui emerge la totale assenza di un criterio. Mi riferisco ad esempio al non-sense di paragonare un elemento di un impianto ad un altro (senza rapportarsi al reale?) magari a distanza mentre questo stesso elemento è interfacciato ad elementi diversi e tutti suonano in spazio diverso; mi riferisco ai vari "ma è meglio l'ampli A o il B?... " io ho provato il C e con le casse D va veramente bene" "valvolare o SS?" (come se esistesse una sola valvola, un solo transistor ed un solo circuito). Tutto ciò, a mio avviso, ha portato nel corso degli anni una massa notevole di luoghi comuni e di confusione. Proprio questo tipo di banalizzazione e confusione (nella quale, tra l'altro, qualche vecchio volpone ha fatto grandi affari) ti confesso, inizia ad annoiarmi leggermente! Ma evviva, domani è un nuovo anno. Er
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    Messaggio Da albertosi Lun Dic 31 2012, 10:36

    Qualche domanda x Ermes Pecchinini 921419 santa Anche io umile pulce uso la voce (tanto bella quanto facile da sciupare)di De Andrè come uno dei riferimenti.. La prendo come una pacca sulla spalla! E amo pure Tenco. Consigliato il lavoro "Tiziana Ghiglioni canta Tenco" per gli amanti del genere con degli affascinanti arrangiamenti.

    Auguri a tutti!!


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    Io restai a chiedermi se l'imbecille ero io, che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se invece era lui che la pigliava come una condanna ai lavori forzati; o se lo eravamo tutti e due. (Il Perozzi, pensando al figlio)

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