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Le cantate di JS Bach
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    Le cantate di JS Bach

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    Messaggio Da gciraso Mar Dic 17 2013, 18:44

    Un genio della musica come Johann Sebastian Bach è portatore di un messaggio di tale universale significato che, al pari di quello di altri geni in altri campi, come Dante, o Michelangelo, travalica i confini di una sfera specifica dello spirito per diventare patrimonio della coscienza e della cultura di tutti; un messaggio, quindi, che può e deve essere reso accessibile anche a chi non è specialista. E in effetti nell’opera di Bach, più specificamente in quella vocale sacra, che di quest’opera è parte cospicua, s’intrecciano componenti non solo prettamente musicali, ma anche letterarie e teologiche che fanno del Grande di Eisenach un vertice della spiritualità protestante tedesca, ma perciò anche della spiritualità di ogni tempo.

    Per comprendere questo intreccio mi limiterò qui a citare una postilla che Bach ha apposto al proprio esemplare della Bibbia di Lutero in margine a II Corinzi 13 (la consacrazione del Tempio di Gerusalemme ad opera di Salomone), in cui il musicista afferma che “in una musica devota Dio è sempre presente con la sua grazia”. Si tratta, appunto, di prendere sul serio questa affermazione nel contesto della teologia luterana del Seicento, che sviluppa a sua volta la considerazione di Lutero stesso per la musica: lo spiritualis adventus per gratiam di Dio di cui parla il Riformatore nei suoi Dictata super Salterium non si realizza soltanto nella Parola e nel Sacramento, ma anche nella musica sacra, che della Parola costituisce la presentazione nell’immediatezza dell’amplificazione estetica secondo lo stretto legame (tipico della concezione barocca) che unisce retorica e musica in quanto strumenti di rappresentazione e mozione degli affetti. Ecco allora che Bach, con un’iperbole che la più recente musicologia ha giustamente riproporzionato, ma non ha potuto smentire del tutto, è stato addirittura definito come “quinto Evangelista” e una delle branche più floride degli studi bachiani recenti è la Bachtheologie, ovvero la ricerca dell’interazione in Bach tra musica e testo all’interno dell’orizzonte teologico della tradizione luterana.

    Più modestamente cerchiamo di vedere insieme la struttura musicale delle cantate bachiane, attraverso alcuni esempi, e di coglierne il rapporto col testo di cui esse sono illustrazione.
    Qualche rapido cenno sulla struttura della cantata. Questa forma musicale, come la maggior parte di quelle vocali e strumentali dell’età moderna, è di origine italiana, ed è legata allo stesso contesto musicale e culturale da cui è nata l’opera, di cui in un certo senso costituisce la “sorella minore”, per le proporzioni e la mancanza di azione scenica. Il contesto però è il medesimo: l’affermarsi della monodia (il canto su una sola linea melodica) e della voce solista, l’irruzione degli strumenti nell’accompagnamento delle voci, al fine di potenziare (con un effetto “concertante”) l’effetto drammatico di cui, appunto l’opera è la massima espressione. La cantata accoglie le strutture formali di base dell’opera, vale a dire il recitativo e l’aria, ma le ambienta in una dimensione non più drammatica, bensì lirica: nella successione di recitativi e di arie di cui consta, la cantata esprime il mondo degli affetti, spesso in una cornice mitologica o pastorale, secondo le convenzioni letterarie del barocco. E’ questa, semplificando, la forma della cantata italiana per eccellenza, la “cantata profana da camera”.

    E in Germania? Il modello italiano stentò a prendere piede fino agli inizi del Settecento, per la mancanza delle condizioni idonee al suo sviluppo: testi adeguati, cantanti preparati e infine un pubblico capace di comprendere e di gustare questa forma musicale. Diversa fu la sorte della “cantata sacra”, anche se questo nome fu imposto dalla musicologia posteriore, in età romantica. Dalla metà del Seicento si affermò il “concerto spirituale” (di cui l’espressione più alta fu fornita da Heinrich Schütz) , secondo una combinazione di passi biblici , di corali e di odi sacre che diede vita ad una tipologia assai varia: intorno agli inizi del Settecento (quando comincia la produzione bachiana) abbiamo la Biblische Kantate, che utilizza esclusivamente il testo biblico, oppure la Choralkantate, che invece è basata sull’alternanza di corali (i canti della comunità ecclesiale, vari per forma: dalla polifonia del mottetto alla più semplice forma monodica distribuita nelle quattro voci di soprano, contralto, tenore, basso), o ancora la Odenkantate, in cui il modello dell’antica cantata solistica italiana viene adattato al Lied o canzone sacra tedesca, in cui tutte le strofe vengono musicate. Un evento decisivo, nella strutturazione della cantata, fu rappresentato dall’entrata in scena, agli inizi del Settecento, dei testi del pastore Erdmann Neumeister (1671-1756), il quale dapprima accolse in ambito sacro la forma della cantata profana italiana e successivamente la combinò con i versetti biblici e i corali, secondo un modello che influenzò profondamente la produzione letteraria e musicale del tardo barocco, da Telemann allo stesso Bach.

    Siamo così giunti a parlare delle cantate sacre e profane di Bach: un corpus di circa 220 cantate (il numero oscilla considerando anche quelle apocrife) che si estende dal periodo di Mühlhausen e gli inizi dell’attività a Weimar (dal 1707 al 1710) fino ai grandi cicli liturgici di Lipsia, concentrati tra il 1723 e il 1729. Non è tanto la quantità a richiamare l’attenzione (ci furono autori molto più prolifici di lui: basti considerare Telemann con le sue oltre 1800 cantate!), quanto piuttosto la qualità e la varietà delle soluzioni formali.

    Non è senza un timore reverenziale che mi avvicino ad un corpus cos' imponente e meraviglioso. Non potendo commentare, anche per i miei modesti mezzi, tutte le cantate, mi soffermo su una sola, la BWV 106, detta anche "Actus Tragicus"

    Incominciamo questo ascolto guidato con una delle più celebri cantate di Bach, BWV 106, intitolata "Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit" (Il tempo di Dio è il tempo migliore), detta anche, comunemente, “Actus tragicus”: composta con grande probabilità nel 1707 a Mühlhausen in Turingia (dove Bach era stato assunto come organista nella chiesa di S. Biagio), secondo la tradizione per la cerimonia funebre dello zio Tobias Lämmerhirt , è uno splendido documento della prima fase, giovanile, delle cantate sacre di Bach. Come tipo appartiene al modello più antico, precedente la riforma di Neumeister: è costituito da un’alternanza di passi biblici e di corali e accuratamente disposto in forma simmetrica attorno ad un centro, e cioè la sezione 2d (Coro e Arioso), per la sua rilevanza teologica. Infatti in questa sezione s’incontrano e si sovrappongono in una sorta di chiasmo le due parti della cantata: la prima, costituita dalla meditazione sulla morte come minaccia incombente sull’uomo peccatore; la seconda incentrata sul messaggio gioioso della vittoria sulla morte grazie alla redenzione di Cristo. In due versetti queste due opposte prospettive, quelle della Legge e del Vangelo, vengono concentrate: “Es ist der alte Bund: Mensch, du musst sterben!” (dal Siracide o Ecclesiastico) e, subito dopo, in opposizione, “Ja, komm, Herr Jesu, komm!” (il maranatha con cui si conclude il libro dell’Apocalisse).
    La struttura simmetrica appare evidente se si considera che attorno a questo “nucleo forte” teologico Bach ha disposto specularmente due brani per voce solista (per tenore e basso nella prima parte: 2b e 2c; per contralto e per basso nella seconda parte: 3a e 3b), a loro volta incorniciati da due sezioni corali: “Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit” per la prima parte (2a); per la seconda “Glorie, Lob und Herrlichkeit” (4). Infine al portale d’ingresso costituito dalla “Sonatina” strumentale corrisponde nel finale una fuga che conclude il coro e così l’intera cantata.

    L’ascolto inizia con il preludio strumentale, un brano in cui i due flauti a becco, per lo più all’unisono, sviluppano la  loro melodia su uno sfondo opaco, costituito dalle viole da gamba e dal basso continuo (attualmente viola da gamba o vello, violone o contrabbasso): si crea così un clima di raccoglimento, di preparazione all’intensa meditazione sulla morte affidata poi, nelle sezioni successive, alla voce umana.

    Il link che inserisco è relativo a tutta la cantata, per cui fate riferimento a questo (tra l'altro c'è un giovanissimo Tom Koopman all'organo):



    La seconda sezione, piuttosto complessa, è articolata in quattro episodi. Dal punto di vista testuale è una raccolta di citazioni provenienti da fonti diverse, liberamente connessi da alcuni passaggi, e disposta in modo da illuminare i due volti della morte secondo la prospettiva già accennata del contrasto tra la Legge e il Vangelo: la morte come condanna conseguente al peccato e la morte come passaggio alla vita eterna offerta dalla redenzione di Cristo.
    Il primo episodio è rappresentato, sul piano testuale, da riflessioni sul fiducioso abbandono del nostro tempo alla volontà divina che racchiudono una citazione del discorso di San Paolo all’Aeropago di Atene, che a sua volta si ispira al poeta greco Epimenide del VI sec. a. C. (“In Ihm leben, weben und sind wir”). Sul piano musicale questa parte è affidata ad un coro che ha la forma di un mottetto tripartito: ad un attacco omofonico sulle parole “Gottes Zeit” (iterato per esprimere la priorità del disegno divino) segue una parte centrale costituita da un allegro fugato, che esprime il movimento a volte gioioso, a volte affannoso della vita, mentre il finale è costituito da una sezione di nuovo omofonica in tempo lento (adagio assai), che sottolinea la tristezza della morte ma anche la rassegnazione cristiana (“In Ihm sterben wir zur rechten Zeit, wenn er will”).



    Il secondo episodio è costituito da un Arioso in forma di ciaccona, affidato ad un tenore solista (qui il tenore, nel senso antico del termine, non è la voce maschile più acuta, ma corrisponde all’odierno baritono) che ha il compito di commentare una preghiera del Salmo 90 (89), 12 (“Ach, Herr, lehre uns bedenken, dass wir sterben müssen, auf dass wir klug werden”): una melodia malinconica guidata dai flauti sullo sfondo più grave delle viole e del basso continuo, in cui s’inseriscono le frequenti iterazioni della voce per accentuare il carattere accorato della supplica.



    Un vivo contrasto con il secondo episodio è costituito dal terzo, in cui il basso solista (accompagnato solo dai flauti e dal basso continuo) con ritmo incalzante  dipinge l’esortazione divina a rendere conto della propria vita nell’imminenza della morte (“Bestelle dein Haus! Denn Du wirst sterben und nicht lebendig bleiben”). L’episodio citato si riferisce all’annuncio dato al re di Giuda Ezechia della sua morte imminente, che poi Dio annullerà in considerazione dei meriti del re). E tuttavia questo terzo episodio si salda senza soluzione di continuità col secondo. Perché? Bach ha voluto rappresentarci con i mezzi della musica come il carattere mortale della condizione umana esposto nel secondo episodio non è qualcosa di lontano dalla vita concreta di ciascuno di noi – per così dire una sentenza generale che riguarderebbe piuttosto gli altri, come il naturale desiderio di vita che nutriamo ama raffigurarsi – ma ci tocca all’improvviso, inaspettatamente, in prima persona.



    Infine il quarto e ultimo episodio della seconda sezione, cui abbiamo già accennato per la sua funzione centrale nell’intera cantata (“Es ist der alte Bund: Mensch, du musst sterben! Ja, komm, Herr Jesu, komm!”). Ora come realizza Bach sul piano musicale il contenuto teologico centrale della teologia della croce luterana? Attraverso una combinazione, nella forma antica del mottetto polifonico, di tre elementi che si sovrappongono in una complessa costruzione che assomiglia ad una costruzione gotica o anche barocca: 1) dapprima l’entrata progressiva in forma di fuga delle tre voci più gravi (basso, tenore, contralto) sulla frase “Es ist der alte Bund: Mensch, du musst sterben!”; 2) dopo il terzo sviluppo entra, finalmente, la risposta alla voce più alta (soprano): “Ja komm, Herr Jesu, komm!”, inizialmente accompagnata solo dal basso continuo, poi 3) commentata dall’entrata degli altri strumenti che intonano la melodia del corale di Johann Leon  “Ich hab’ mein Sach’ Gott heimgestellt”. Dopo questa presentazione ritorna per altre tre volte la sequenza sopra descritta (fuga, soprano, corale), ma con entrate sempre più strette delle voci che quasi si sovrappongono, a simboleggiare la lotta dell’agonia tra il timore della morte e la speranza dell’anima; questo denso episodio si conclude con l’appassionata invocazione del nome di Gesù, che resta da solo ad occupare la scena e la meditazione dell’ascoltatore. Prima di passare all’ascolto vorrei sottolineare un’ultima finezza della tessitura bachiana, sempre attenta a tradurre in valori musicali il contenuto teologico del testo: nel corso dell’iterazione il tema della fuga, che esprime il sentimento della morte come condanna, a poco a poco si trasforma e si avvicina  a quello del soprano. Bach cioè vuole farci percepire con l’immediatezza della rappresentazione sonora come la morte, nella prospettiva cristiana, perda il suo aspetto terribile e divenga passaggio verso la comunione beata con Dio.



    La terza sezione, dopo il culmine dell’episodio appena visto, è costituita a sua volta da due episodi simmetrici (com’è stato osservato all’inizio) a quelli della prima parte della cantata: in primo luogo abbiamo un’Aria affidata al contralto, accompagnato soltanto dal basso continuo, in cui il credente esprime l’abbandono fiducioso dell’anima a Dio con le stesse parole del Salmo 31, 6 che Gesù rivolge al Padre nell’ora suprema della morte: “In deine Hände befehl ich meinen Geist”. E’ un’Aria pervasa da semplicità, su un ritmo, ancora una volta, di ciaccona.



    Il secondo episodio della terza sezione si riallaccia direttamente al primo con un Arioso del basso che esprime la promessa di Gesù sulla croce al buon ladrone: “Heute wirst du mit mir in Paradies sein”. La esprime con una figurazione di basso ostinato che accompagna la melodia, in cui l’accento è posto sull’immediata realizzazione della promessa (“Heute”) e sul suo contenuto beatifico (“Paradies”), mentre il rincorrersi tra la voce e il basso continuo (che tecnicamente si chiama “imitazione”) raffigura col simbolismo sonoro l’imitazione di Cristo da parte del fedele. Mentre ancora il basso continua con le sue figurazioni entra la voce del contralto, intonando uno dei Lieder più popolari di Lutero, “Mit Fried’ und Freud’ fahr ich dahin”. E’ la risposta del cristiano alla promessa del Maestro, che s’intreccia come cantus firmus (secondo il procedimento già ascoltato della polifonia politestuale) con il canto del basso, in un duetto pieno di pace e di dolcezza in cui domina l’evocazione del paradiso. Significativamente la parte finale del brano è affidata al solo contralto: la morte diventa, in questo assottigliarsi del suono, placido sonno.



    La quarta ed ultima sezione della cantata risponde, simmetricamente, all’apertura costituita dalla Sonatina: in questo caso un breve preludio strumentale introduce un semplice corale omofono (la settima strofa del Lied di Adam Reusner “In dich hab ich gehoffet, Herr”) in cui i flauti, con effetto d’eco, alla fine di ogni versetto ripetono con ornamenti la melodia. L’ultimo verso però, e così la cantata, termina nel nome di Gesù Cristo con una fuga che simboleggia l’esultanza per la morte sconfitta.
    E' bene ricordarsi che la musica ed il contenuto religioso nelle cantate sacre di Bach DEVONO necessariamente essere visti come un tutto unico.

    Buoni ascolti ed approfondimenti


    Ultima modifica di gciraso il Mer Dic 18 2013, 12:56 - modificato 1 volta.


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    Messaggio Da pluto Mar Dic 17 2013, 19:51

    Solita eccellente iniziativa, x la quale ti ringrazio a nome di tutti i Gazebini

    Certo è' straordinario vedere come dirige il grande Leonhardt. (Dicono che abbia praticamente inventato un modo di dirigere questo genere di opere), non sta fermo un attimo.
    Per uno che quando suonava il cembalo, non muoveva neanche un sopracciglio al punto da sembrare una mummia..  Ci scherzammo sopra tempo fa nel 3D classica

    Un grandissimo

    Suggerisco di ascoltare lo straordinario fraseggio tra Bruggens al flauto ed il 2o cantante, mi pare sia il 3 movimento. E' qualcosa di assolutamente celestiale

    (Parte da 7,24 ca x capirci)
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    Messaggio Da enzo66 Ven Dic 20 2013, 16:10

    Grazie per la bella recensione.
    Bach è geniale e, come tale, trascende tempo, spazio, fedi religiose.
    Le sue cantate, studiate come tutte le sue composizioni con un certo rigore matematico e logico, trovo che evochino, allo stesso tempo, atmosfere sognanti e mistiche: finalizzate a ricordarci ciò che tendiamo a dimenticare troppo spesso: l'immensità dell'Universo e di tutto ciò che vi esiste, uomo compreso.


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    Messaggio Da gciraso Ven Dic 20 2013, 16:58

    Molti musicologi hanno stemperato l'idea di Bach come uomo di fede, ma sicuramente era di notevole spiritualità. Difficile inquadrare un autentico genio, che come tale è per definizione fuori da ogni schema.


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    Messaggio Da enzo66 Ven Dic 20 2013, 17:57

    Sì. Trovo che quella di Bach sia una spiritualità vera e profonda e, come tale, universale.
    Tale spiritualità vera e profonda ha ispirato il suo genio permettendogli di comporre musiche ispirate alla sua religione ma in grado di commuovere tutti: di richiamare, di risvegliare quel qualcosa di mistico che tutti abbiamo: sia che crediamo in una qualunque fede religiosa sia che pensiamo di non crederci affatto.
    In questo senso credo che Bach trascenda le fedi religiose.
    Ciò è quello che trasmette la sua musica.


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    Messaggio Da IL BACHIANO Sab Apr 19 2014, 17:51

    gciraso ha scritto:Un genio della musica come Johann Sebastian Bach è portatore di un messaggio di tale universale significato che, al pari di quello di altri geni in altri campi, come Dante, o Michelangelo, travalica i confini di una sfera specifica dello spirito per diventare patrimonio della coscienza e della cultura di tutti

    Sottoscrivo e voglio esprimere il mio plauso a gciraso per la bella ed esaustiva  presentazione della BWV 106.
    Quando credevamo di conoscere tutto Bach, ecco che - a partire dagli anni '70 - cominciano ad apparire registrazioni integrali della Cantate. E da allorai si è aperto un universo di tesori musicali che si stenta a credere che  possano essere opera di un solo uomo. Non tanto per la quantità - come notava gciraso, Telemann o Handel hanno scritto molto più di lui - ma per la qualità che rimane sempre a livelli alti e altissimi (In Mozart o Beethoven troviamo numerose cadute di stile, riconosciute dagli autori stessi come "robaccia": Vittoria di Wellington, per es.). In Bach c'è sempre un lavoro di altissimo artigianato unito a profondità di pensiero e ricchezza di sentimento che stupisce. Noi ci figuriamo Bach come quel parruccone col doppio mento rappresentato nel ritratto di Haussmann. Bisognerebbe invece fare uno sforzo di fantasia e cercare di immaginarci quel giovanotto e giovane uomo quale è stato dai 20 ai 40 anni, periodo in cui ha prodotto la maggior parte dei suoi capolavori.
    L'actus Tragicus che ci ha illustrato gciraso è da collocarsi intorno al 1707: Bach aveva allora 22 anni!
    Avevo in mente di proporvi l'ascolto della BWV 140, ma dato il periodo pasquale, vi vorrei far ascoltare un gioiellino  tratto dalla Passione secondo S.Giovanni.
    Ci troviamo dopo la crocifissione e i soldati si stanno disputando la tunica. Invece di dividersela, uno propone di giocarla ai dadi.
    Dice il testo: "Lasset uns den nicht zerteilen, sondern darum losen, wess' er sein soll"
    cioè "Non strappiamola, ma tiriamo a sorte di chi sarà".
    Come vedete, testo non molto... poetico che difficilmente potrebbe ispirare qualcosa. Bach allora ricorre a una tecnica di cui era maestro: un gioco di ricorse e rimpalli e intrecci in uno sfrenato
    succedersi di motivi. E' in pratica un canone (con alcune licenze) sul tipo di Fra Martino.
    Anche qui partono prima i bassi, poi i tenori, poi i contralti e infine i soprani, sempre con il medesimo motivo ma di volta in volta spostato in alto come potete vedere dalle note evidenziate.

    Le cantate di JS Bach Lasset11

    Ecco il motivo che informa tutto il brano. In seguito vi saranno alcuni interventi diversi ma la sostanza risiede proprio solo in questo tema.

    Le cantate di JS Bach Lasset12

    Come potrete sentire, mentre inizialmente il motivo viene enunciato dal basso e via a seguire fino al soprano per 2 ripetizioni, poi saranno i tenori a cominciare, seguiti dai contralti, poi dai soprani e infine dai bassi. Nel seguito le entrate si alternano in modo vario finchè, verso la fine, una piccola variante ritmica, dà ulteriore slancio al brano. Anche qui - come potete vedere dalle note evidenziate, la sucessione parte dal basso e viene ripresa dalle altre voci a salire.

    Le cantate di JS Bach Lasset13

    Una parola per l'accompagnamento: il violone suona le note fondamentali mentre il violoncello è chiamato a un vero e proprio tour de force: dall'inizio alla fine, senza respiro, una mitragliata di
    semicrome che naturalmente concorrono a dare vivacità e senso del movimento a tutto il brano.

    Le cantate di JS Bach Lasset14

    Ed ora passiamo agli ascolti. Partirei con Gardiner con un video che oltre tutto ci mostra la partitura autografa.



    Harnoncourt col coro di voci bianche



    Con Suzuki si può notare il lavoro del violoncello (a 1.09.40)




    versione "africana"



    Buon ascolto!
    (Che  mi auguro audiofilo!)

    Giacomo

    PS Spero anche che chi ancora non possiede una versione della S. Giovanni, colga l'occasione per procurarsela... e sentirla come dio comanda.


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    Messaggio Da realmassy Sab Apr 19 2014, 17:58

    Questo thread mi era proprio sfuggito  Le cantate di JS Bach 81249 
    Complimenti a Giovanni per l'iniziativa e un grazie a Giacomo per l'intervento e averlo riportato in alto....mo me lo vado a leggere


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    Messaggio Da piroGallo Sab Apr 19 2014, 18:53

    Estasiato da cotanta scienza dedicata al Sommo Genio, ringrazio i Maestri con la preghiera di rinunciare alla loro ritrosia e aumentare la frequenza dei loro interventi musicali.
     Le cantate di JS Bach 174409 


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    è adatto a tradimenti, inganni e rapine; i moti del suo animo sono spenti come la notte,
    e i suoi appetiti sono tenebrosi come l'Erebo: non fidarti di lui."
    (William Shakespeare, Il mercante di Venezia)

    "Meno muggiti e più ruggiti"
    (Autocitazione)
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    Messaggio Da gciraso Sab Apr 19 2014, 19:14

    Bella introduzione alla Jhoannes Passion.
    Qua maestri non ce ne sono, solo appassionati che cercano di condividere per quanto possibile la loro passione per la musica.

    Per quanto riguarda altre guide all'ascolto, mi sono già ripromesso di scrivere qualcosa su qualche composizione che tutti conoscono: suggerite e mi organizzo  sunny 


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    Messaggio Da pluto Sab Apr 19 2014, 19:57

    piroGallo ha scritto:Estasiato da cotanta scienza dedicata al Sommo Genio, ringrazio i Maestri con la preghiera di rinunciare alla loro ritrosia e aumentare la frequenza dei loro interventi musicali.
     Le cantate di JS Bach 174409 


    Quoto e mi associo all'invito

    Anche se ero al corrente dell'intervento di Giacomo, ne sono enormemente felice.
    Della passione di Giovanni a me fa impazzire l'Herr iniziale che rappresenta lo strazio di tutto il genere umano di fronte alla crocifissione di Cristo.  Giusto x rimanere su un tema di straordinaria attualità.

    Non so se siamo tanti o pochi a leggere queste vs note, ma se anche fossimo pochi, meglio pochi e buoni x così dire.  Le cantate di JS Bach 775355 

    Nel ns forumetto di burloni, sono felice che ci siano amici come voi che ci alzano il livello qualitativo con i vs interventi di appassionati competenti. E sempre con grande pacatezza e modestia

     applausi 

    Vi prego scrivete di più (se potete)
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    Messaggio Da IL BACHIANO Dom Apr 20 2014, 23:50

    pluto ha scritto:
    Quoto e mi associo all'invito
    Anche se ero al corrente dell'intervento di Giacomo, ne sono enormemente felice.
    Della passione di Giovanni a me fa impazzire l'Herr iniziale che rappresenta lo strazio di tutto il genere umano di fronte alla crocifissione di Cristo.  

    Sì, il movimento iniziale è davvero un grande affresco che illustra magnificamente il dramma che sta per avvenire (ma anche l'incipit della S. Matteo è portentoso, e forse ancora più coinvolgente con il dialogo tra le donne di Sion e l'inserimento del corale).

    Io ho estrapolato un minuto di musica, forse il più vivace di tutta la Passione, anche perché voler commentare un'opera così complessa richiederebbe un libro intero...

    Anch'io, come gciraso, sono un semplice appassionato e, tempo permettendo, mi piace condividere con gli amici quel po' che ho appreso con le mie frequentazioni musicali.

    saluti
    Giacomo


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    Messaggio Da carloc Dom Apr 20 2014, 23:57

    Conoscevo solo la San Matteo.

    Dopo aver letto le vostre dissertazioni mi sono procurato la San Giovanni nell'edizione di Britten in inglese.

    Le cantate di JS Bach St+johns+passion1

    Cosa ne pensate?

    A me è piaciuta molto.

    Carlo


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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Apr 21 2014, 11:41

    carloc ha scritto:Conoscevo solo la San Matteo.
    Dopo aver letto le vostre dissertazioni mi sono procurato la San Giovanni nell'edizione di Britten in inglese.
    Cosa ne pensate?
    A me è piaciuta molto.
    Carlo

    De gustibus...
    Secondo me si perde completamente il senso di molti passaggi nei quali Bach "dipinge" le parole.
    Non so come sia la traduzione ma mi pare difficile che le parole chiave siano situate nel medesimo punto.
    Certamente quella di Britten avrà un valore storico e per me potrebbe essere una curiosità, un po' come la versione di Mendelssohn della S. Matteo di Bach.
    Esistono tuttavia pregevolissime  interpretazioni recenti (sia per qualità artistica che sonora) che mi sento di consigliare a occhi chiusi.
    A parte la "storica" di Richter (DG),  c'è Gardiner (ARCHIV), Herreweghe (Harmonia Mundi) e Suzuki (DVD TDK).
    Quella che sto risentendo a gogo è l'ultima uscita di Kuijken (SACD Challenge Classic).
    Registrazione superba e interpretazione mozzafiato.
    Kuijken adotta qui l'organico ormai ampiamente sperimentato nelle registrazioni delle Cantate (20 voll. con una Cantata per ogni festività dell'anno): si canta a parti reali, cioè un cantante per ogni voce con solo un raddoppio nei cori (quindi 4 + 4 cantanti). Anche gli strumenti sono ridotti all'osso: 2 violini primi, 2 violini secondi, 1 viola, 2 violoni + fiati, organo e liuto.
    Quello che ne esce è una trama polifonica di assoluta trasparenza e, nonostante il ridotto organico, una potente resa dei cori. Siamo agli antipodi rispetto a Richter. Comunque consigliatissimo.
    giacomo


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    Messaggio Da pluto Lun Apr 21 2014, 11:52

    IL BACHIANO ha scritto:

    De gustibus...
    Secondo me si perde completamente il senso di molti passaggi nei quali Bach "dipinge" le parole.
    Non so come sia la traduzione ma mi pare difficile che le parole chiave siano situate nel medesimo punto.
    Certamente quella di Britten avrà un valore storico e per me potrebbe essere una curiosità, un po' come la versione di Mendelssohn della S. Matteo di Bach.
    Esistono tuttavia  pregevolissime  interpretazioni recenti (sia per qualità artistica che sonora) che mi sento di consigliare a occhi chiusi.
    A parte la "storica" di Richter (DG),  c'è Gardiner (ARCHIV), Herreweghe (Harmonia Mundi) e Suzuki (DVD TDK).
    Quella che sto risentendo a gogo è l'ultima uscita di Kuijken (SACD Challenge Classic).
    Registrazione superba e interpretazione mozzafiato.
    Kuijken adotta qui l'organico ormai ampiamente sperimentato nelle registrazioni delle Cantate (20 voll. con una Cantata per ogni festività dell'anno): si canta a parti reali, cioè un cantante per ogni voce con solo un raddoppio nei cori (quindi 4 + 4 cantanti). Anche gli strumenti sono ridotti all'osso: 2 violini primi, 2 violini secondi, 1 viola, 2 violoni + fiati, organo e liuto.
    Quello che ne esce è una trama polifonica di assoluta trasparenza e, nonostante il ridotto organico, una potente resa dei cori. Siamo agli antipodi rispetto a Richter. Comunque consigliatissimo.
    giacomo

    Ferma tutto. Non so niente di questo SACD di Kuijken.
    Ero rimasto all'edizione del 1988 Harmonia Mundi con la Petite bande e onestamente, seppure ottima, preferivo quella di Gardiner

    Devo trovarlo subito... Le cantate di JS Bach 999153 
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    Messaggio Da pluto Lun Apr 21 2014, 11:55

    Presumo sia questo Giacomo..

    Le cantate di JS Bach Images64
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    Messaggio Da IL BACHIANO Lun Apr 21 2014, 12:50

    pluto ha scritto:Presumo sia questo Giacomo..

    Le cantate di JS Bach Images64

    Esatto!
    Anche se qui Kuijken sembra Maga Magò... la bellezza sta dentro.

    ciao
    Giac


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    Messaggio Da albertosi Lun Apr 21 2014, 14:29

    piroGallo ha scritto:Estasiato da cotanta scienza dedicata al Sommo Genio, ringrazio i Maestri con la preghiera di rinunciare alla loro ritrosia e aumentare la frequenza dei loro interventi musicali.
     Le cantate di JS Bach 174409 
     Le cantate di JS Bach 704751  Grazie e complimenti..


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    Messaggio Da pluto Mar Apr 22 2014, 14:40

    Mentre mi guardavo i filmati proposti da Giacomo, mi è caduto l'occhio su un filmato che propone l'Herr iniziale di cui parlavo io. Si tratta della versione di Herreweghe che forse non rende proprio al meglio questo strazio iniziale (perlomeno rispetto ad altre) ma è la prima volta che lo vedo associato alle bellissime immagini sulla vita di Cristo che forse qualcuno avrà visto al cinema e sono rimasto molto colpito.

    La musica del sommo maestro, associata alla potenza delle immagini è semplicemente devastante.

    Spero che Giovanni e Giacomo perdonino la mia blasfema intrusione



    Certo che la forza delle immagini associata alla musica è qualcosa di incredibile
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    Messaggio Da pluto Mar Apr 22 2014, 14:55

    E prima che la Pasqua scappi via del tutto,  sempre un Oratorio Pasquale la BWV 249 questa volta con la direzione di Ton Koopman e l'Orchestra Barocca di Amsterdam

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    Messaggio Da nellosound Mar Apr 22 2014, 15:31

    Un bellissimo post, anche per profani di musica classica (come me). Grazie  applausi applausi applausi 


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    Messaggio Da piroGallo Mar Apr 22 2014, 16:51

    pluto ha scritto:E prima che la Pasqua scappi via del tutto,  sempre un Oratorio Pasquale la BWV 249 questa volta con la direzione di Ton Koopman e l'Orchestra Barocca di Amsterdam


    Ton Ton sa sempre dove andare!  Le cantate di JS Bach 3538144151 


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    (William Shakespeare, Il mercante di Venezia)

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    Messaggio Da IL BACHIANO Sab Apr 26 2014, 20:15

    pluto ha scritto:
    Spero che Giovanni e Giacomo perdonino la mia blasfema intrusione
    ....

    Ci mancherebbe!
    Comunque la si pensi in fatto di religione, anche un povero miscredente come il sottoscritto non può non commuoversi.

    Giacomo


    Ultima modifica di IL BACHIANO il Dom Apr 27 2014, 10:46 - modificato 1 volta.


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    Messaggio Da IL BACHIANO Sab Apr 26 2014, 20:20

    pluto ha scritto:E prima che la Pasqua scappi via del tutto,  sempre un Oratorio Pasquale la BWV 249 questa volta con la direzione di Ton Koopman e l'Orchestra Barocca di Amsterdam


    Gran bella musica!
    Pensa che il n. 3, quello in cui il coro si inserisce nel materiale del brano introduttivo, è da più di vent'anni che fa da "portafortuna" alla partenza dei nostri viaggi turistici, in camper o in auto che sia...

    giacomo


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    Messaggio Da makyo1974 Sab Mag 03 2014, 18:49

    Grazie ! la solita eccellenza ..... Bravo! applausi 

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