E' morto a Londra all'età di 84 anni il leggendario bandito Ronnie Biggs, autore della rapina del secolo a un treno postale in Scozia, nel 1963. La sua fama era anche legata, oltre che al colpo (in qualche modo finito male), anche all'evasione ed alla lunghissima latitanza che trascorse in Brasile. L'assalto al treno notturno della Royal Mail, a Glasgow, fruttò un bottino di 2,6 milioni di sterline, qualcosa come 56 milioni di euro al cambio attuale. Alla Great Train Robbery, come fu ribattezzata, Biggs partecipò insieme ad almeno altri 11 banditi mascherati con caschi e maschere da sci.
Il colpo fu senzazionale per l'importo del bottino, ma anche per come fu studiato e pianificato. Nelle primissime ore del mattino, i rapinatori si impossessarono dei comandi del tratto della linea ferroviaria, alterando gli scambi e costringendo il macchinista a fermare il treno su un binario nel buio della notte. Era l'8 agosto del 1963: i banditi salirono a bordo, pestarono il macchinista ed ebbero tutto il tempo di portare via 125 grandi sacchi pieni di sterline usate.
Il clamore suscitato dalla rapina spinse il governo britannico a schierare un esercito di investigatori sull'indagine e i frutti si videro in tempi brevi: quasi tutti gli uomini che avevano partecipato al colpo furono catturati nel giro di tre settimane e condannati a pene pesanti e il bottino fu quasi completamente recuperato. Ronnie Biggs fu condannato a 30 di carcere, ma 15 mesi dopo cominciò la sua nuova vita con un'altrettanto clamorosa evasione dalla Wandsworth Prison di Londra: scalò il muraglione perimetrale e saltò dall'altra parte atterrando su un furgone in sosta all'esterno.
Non si sa come, ma riuscì a fuggire prima in Francia e da lì in Australia e poi a Panama fino ad arrivare nel 1970 a Rio de Janeiro. In Brasile visse per 31 anni, inizialmente alterandosi i connotati con plastiche facciali, ma poi senza nascondersi più di tanto ed anzi procurandosi da vivere vendendo a giornali e riviste 'retroscena' della rapinati e della sua rocambolesca fuga dal Regno Unito. In patria, soprattutto nel primo periodo della sua latitanza, era diventato una sorta di eroe popolare. Nel 1978, raggiunto in Sudamerica, fu persino 'ingaggiato' per cantare due canzoni del film "The Great Rock'n'Roll swindle", il documentario di Julien Temple sulla storia dei Sex Pistols. Le tracce vennero registrate in brasile poco tempo dopo l'ultimo concerto ufficiale dei Pistols. Una delle canzoni, "No one is innocent" venne pubblicata su singolo in inghilterra raggiungendo il settimo posto della classifica britannica.
Il colpo fu senzazionale per l'importo del bottino, ma anche per come fu studiato e pianificato. Nelle primissime ore del mattino, i rapinatori si impossessarono dei comandi del tratto della linea ferroviaria, alterando gli scambi e costringendo il macchinista a fermare il treno su un binario nel buio della notte. Era l'8 agosto del 1963: i banditi salirono a bordo, pestarono il macchinista ed ebbero tutto il tempo di portare via 125 grandi sacchi pieni di sterline usate.
Il clamore suscitato dalla rapina spinse il governo britannico a schierare un esercito di investigatori sull'indagine e i frutti si videro in tempi brevi: quasi tutti gli uomini che avevano partecipato al colpo furono catturati nel giro di tre settimane e condannati a pene pesanti e il bottino fu quasi completamente recuperato. Ronnie Biggs fu condannato a 30 di carcere, ma 15 mesi dopo cominciò la sua nuova vita con un'altrettanto clamorosa evasione dalla Wandsworth Prison di Londra: scalò il muraglione perimetrale e saltò dall'altra parte atterrando su un furgone in sosta all'esterno.
Non si sa come, ma riuscì a fuggire prima in Francia e da lì in Australia e poi a Panama fino ad arrivare nel 1970 a Rio de Janeiro. In Brasile visse per 31 anni, inizialmente alterandosi i connotati con plastiche facciali, ma poi senza nascondersi più di tanto ed anzi procurandosi da vivere vendendo a giornali e riviste 'retroscena' della rapinati e della sua rocambolesca fuga dal Regno Unito. In patria, soprattutto nel primo periodo della sua latitanza, era diventato una sorta di eroe popolare. Nel 1978, raggiunto in Sudamerica, fu persino 'ingaggiato' per cantare due canzoni del film "The Great Rock'n'Roll swindle", il documentario di Julien Temple sulla storia dei Sex Pistols. Le tracce vennero registrate in brasile poco tempo dopo l'ultimo concerto ufficiale dei Pistols. Una delle canzoni, "No one is innocent" venne pubblicata su singolo in inghilterra raggiungendo il settimo posto della classifica britannica.