


iano wrote:
(Versatilità X Portatilita XQualità dell'Hardware ) X (Varietà X Portatilita X Qualità del Software) uguale a G,
Dove G è la costante di godimento universale
mi piace e lo quoto nonostante che sia un convinto suonologo e quindi mi emoziono al tuo contrariogibel wrote:Mi inserisco in questa discussione perché quello che sostiene Geronimo mi trova perfettamente consenziente. E’ mia personale opinione che la passione per l’alta fedeltà ( utilizzo un termine un po’ “antico” ma sono un po’ antico anch’io ) possa anche prescindere dalla passione per la musica. Non tutti gli audiofili sono necessariamente amanti della musica. Molti traggono emozioni ( o almeno sensazioni positive ) dalla qualità dell’ascolto più che dal contenuto dell’ascolto . E non c’è niente di male . E’ un sano interesse per un’aspetto particolare della tecnologia . Un hobby come tanti altri che tiene occupata la mente ed accende la curiosità . Ho ascoltato insieme a musicofili , attenti alle sfumature interpretative di un’esecuzione e ad audiofili attenti alla ricostruzione della scena acustica e alla maggiore o minore ariosità delle alte frequenze . Quando io ho iniziato ad interessarmi di alta fedeltà ero già un appassionato di musica ed onestamente devo dire di aver sempre mantenuto distinti i due interessi , pur coltivando entrambi in modo molto intenso . Però mentre mi emoziono continuamente per i contenuti musicali ( anche ascoltati con la famosa radiolina ) non posso dire francamente di emozionarmi per le modalità di riproduzione , al massimo traggo una momentanea soddisfazione . La musica è come una bevanda che ti disseta , l’alta fedeltà è come una bevanda che non ti disseta mai.
Quello intorno a cui girava il mondo al tempo di Newton e ancora gira.piroGallo wrote:
Ora capisco! Il famoso "punto G"...
Bel post.Allora lo stereo è quell'acqua che più ne bevi e più ti mette sete,diciamo così esagerando.gibel wrote:Mi inserisco in questa discussione perché quello che sostiene Geronimo mi trova perfettamente consenziente. E’ mia personale opinione che la passione per l’alta fedeltà ( utilizzo un termine un po’ “antico” ma sono un po’ antico anch’io ) possa anche prescindere dalla passione per la musica. Non tutti gli audiofili sono necessariamente amanti della musica. Molti traggono emozioni ( o almeno sensazioni positive ) dalla qualità dell’ascolto più che dal contenuto dell’ascolto . E non c’è niente di male . E’ un sano interesse per un’aspetto particolare della tecnologia . Un hobby come tanti altri che tiene occupata la mente ed accende la curiosità . Ho ascoltato insieme a musicofili , attenti alle sfumature interpretative di un’esecuzione e ad audiofili attenti alla ricostruzione della scena acustica e alla maggiore o minore ariosità delle alte frequenze . Quando io ho iniziato ad interessarmi di alta fedeltà ero già un appassionato di musica ed onestamente devo dire di aver sempre mantenuto distinti i due interessi , pur coltivando entrambi in modo molto intenso . Però mentre mi emoziono continuamente per i contenuti musicali ( anche ascoltati con la famosa radiolina ) non posso dire francamente di emozionarmi per le modalità di riproduzione , al massimo traggo una momentanea soddisfazione . La musica è come una bevanda che ti disseta , l’alta fedeltà è come una bevanda che non ti disseta mai.
E' vero, sembra che la causa di morte sia suicidio.Con la mummia infatti sono stati trovati un arco in legno di tasso, una faretra con due frecce , un coltello di selce e la foto della sua bella che non gliela dava.Edmond wrote:Ci girava già attorno al tempo dell'Uomo di Similaun, altro che Newton!!!!!!!!!!!!!!![]()
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gciraso wrote:Mi inserisco proditoriamente, dato che non sono mai stato audiofilo, ma modesto musicista in passato ed appassionatissimo di musica al presente.
Non sono mai riuscito ad entusiasmarmi della riproduzione musicale in sè, ritengo che gli impianti di riproduzione siano solo un mezzo e non il fine dell'ascolto, diverse opinioni sono ovviamente del tutto rispettabili e lecite. Ma siccome riesco ancora ad entusiasmarmi per delle datate registrazioni di Lotte Lehman del 1927, penso che questo sia ancora il mio pensiero e sinceramente della altezza e larghezza e financo profondità della scena et similia me ne impippo alla grande, anche perchè nei concerti a cui ho partecipato, qualche migliaio ormai, tali aspetti non li ho mai riscontrati come esistenti, tanto che penso che siano mere ricostruzioni tecniche dei tecnici delle registrazioni a cui chi progetta apparecchi dà fede. Di più, penso che nella musica dal vivo, ed in particolare d'orchestra, sia ben difficile identificare quegli aspetti che tanto sono cari ai molti audiofili e che giustamente li ricercano. Se questo è il loro sentire, certamente non vi è motivo per dolersene. Alla fine una piccola considerazione: molti conoscono le battute dell'ottavino nella nona sinfonia di Beethoven (almeno a me piace pensare che sia così), ma vi garantisco che, nonostante i tecnici del suono talora propongano nelle registrazioni ottavini che sembrano, quanto a dimensioni, dei controfagotti, ascoltarlo dal vivo non è così semplice. Per tacere di violini solo che sembrano avere un diapason di almeno un metro e volumi a seguire o di percussioni che sovrastano nella loro potenza tutta una orchestra. Infine una ultima annotazione di natura musicale: ci sono direttori ed orchestre che fanno del suono complessivo un marchio di fabbrica: a loro poco interessa che una sezione sia prevalente o che si senta meglio, interessa che il suono che ne esce sia come lo vogliono, magari farà storcere il naso a tanti audiofili, ma riconosce una certa estetica musicale. Altre orchestre tendono a sottolineare, sempre a fini espressivi, una particolare voce dell'orchestra. Difficile dire senza conoscere quali siano le intenzioni artistiche quale sia "meglio" o "peggio", ma se si sente in una registrazione, l'audiofilo storcerà senz'altro il naso.
confortably numb wrote:Succede, ci sono stati periodi di mesi nei quali quasi non accendevo l'impianto. Ci sono fasi nella vita nelle quali si preferisce fare altro o circostanze che non ci permettono di utilizzare i nostri giocattoli. Un figlio appena arrivato, la moglie che ti fa girare le balle e preferisci stare al bar con gli amici, una preoccupazione, la salute che fa cilecca, un altro passatempo o hobby, il lavoro...
Poi quando ti avvicini all'impianto senza tante fisime e ascolti di nuovo pensi: uh, come si sente bene..
A me e' successo, un po' come fare reset e ricominciare da capo..![]()
aircooled wrote:La musica senza impianto emoziona come un grande amore platonico condito con infinite seghe mentali
aircooled wrote:La musica senza impianto emoziona come un grande amore platonico condito con infinite seghe mentali
n.enrico wrote:Coda per l'ampliGeronimo wrote:[i].....Potrei ascoltare musica indifferentemente con una radiolina e avere le stesse emozioni.![]()
.....che non svendon.enrico wrote:Che senso ha dire "l'impianto non lo vendo perché non ci riprenderei i soldi che ci ho speso"? Significa......iano wrote:
Di sicuro Gero da tutte queste trappole è uscito fuori molto elegantemente,se mai dentro vi sia stato.
gibel wrote:...... mentre mi emoziono continuamente per i contenuti musicali ( anche ascoltati con la famosa radiolina ) non posso dire francamente di emozionarmi per le modalità di riproduzione , al massimo traggo una momentanea soddisfazione . La musica è come una bevanda che ti disseta , l’alta fedeltà è come una bevanda che non ti disseta mai.
Ci siamo fraintesi, la musica è come la benzina per l'auto, se non c'è, l'auto non ha motivo di esistere.aircooled wrote:La musica senza impianto emoziona come un grande amore platonico condito con infinite seghe mentali
la musica è un linguaggio e in quanto tale veicola un messaggio.apeschi wrote:
Per conculdere. Non e' ne' meglio ne' peggio dare precedenza al suono o al messaggio, anche se si dovrebbe dare precedenza secondo me al messaggio musicale.
Allora sei pronto per una postazione PC con Monitor Attivi su stand e un semplice DAC/PREGeronimo wrote:.....Emozione.......a me l'emozione la da la musica, non l'impianto. Potrei ascoltare musica indifferentemente con una radiolina e avere le stesse emozioni.
Non lo faccio perche mi piace che queste emozioni abbiano una presentazione estetica (il suono dell'impianto) a me gradita.
Ecco appunto cosa è per me l'impianto, una cornice sonora di mio gusto al quadro rappresentato dalla musica, cornice della quale comunque potrei fare benissimo a meno senza rimpianti, se fossi costretto.
A distanza di 5 anni le cose sono un po' cambiate. Meno ricerca dell'emozione ma più semplicemente solo piacere d'ascolto. Ascolto meno musica e non più tutti i giorni ma solo quando ne ho realmente voglia e non più per abitudine.
Ma la differenza più importante è aver scoperto di poter fare a meno di un impianto hi-fi per ascoltare musica. Me ne sono accorto pochi minuti fa ascoltando "Tunnel of Love" prima con le cassettine del PC e poi con l'impianto: nessuna differenza percepita. E quando parlo di differenza non mi riferisco certo alle ovvie ed evidenti differenze acustiche: sordo va bene ma non fino a questo punto![]()
Nessuna differenza a livello di superiore esigenza qualitativa d'ascolto, sono diventato come quei musicofili che hanno migliaia di CD o vinili e ascoltano col compattino. Accendo l'impianto ma solo perchè è a portata di mano e spesso neanche lo accendo, mi limito alle cassettine.
Dopo 38 anni muore un audiofilo, che dite organizziamo i funerali?![]()
PS
l'impianto lo tengo ma solo perchè non posso rivenderlo allo stesso prezzo che l'ho pagato![]()