Come le più belle favole,anche questa è finita.
Totti ha appeso ufficialmente gli scarpini al chiodo.
Un addio che era nell’aria,e che s’è concretizzato ieri,per l’ultima partita con la Sua Roma.
E’ entrato ragazzino negli spogliatori e ne è uscito uomo,dopo 25 anni.
Totti non è stato solo un calciatore.
E’ stato un simbolo per tutti i ragazzini che si sono affacciati al mondo del calcio,per tutti gli addetti ai lavori,l’ unico che Enzo Bearzot avrebbe voluto nella sua rosa nel lontano 1982.
Lo stesso che Trapattoni defini’ il Van Gogh del calcio italiano.
Forse l’ultimo vero numero 10.
E non solo della Roma.
Ci ha salutato con una lettera,una bellissima lettera scritta col cuore,più che con la penna.
Totti è un monumento,un gladiatore,un esempio da seguire,la storia che ogni ragazzino appassionato di pallone vorrebbe riscrivere.
E così il capitano s’è sfilata la fascia e ha passato il testimone ad un bambino di 11 anni delle giovanili della Roma.
Uno dei gesti più belli della storia del calcio.
Ci siamo alzati in piedi mentre leggeva il suo commiato ai suoi tifosi,al calcio italiano,al mondo tutto.
E sono parole che ci fanno riflettere,che sanno di poesia e di realtà,ma soprattutto di lealta’.
Parole che fanno piangere.
Piangevano tutti.
Come una catarsi collettiva,la sublimazione della leggenda.
Grazie Francesco,per tutte le belle giocate che ci hai fatto vedere.
Una delle poche cose per cui vale ancora la pena andare allo stadio.
Ai posteri posso solo dire:
C’è solo un Capitano.
"E' arrivato il momento. E devo dire grazie a voi, a tutti voi per questi 25 anni di vita insieme, con questa maglia, solo con questa maglia. In questi giorni ho letto tante cose su di me, tutte molto, molto belle. Ho pianto tutti i giorni, tanto, tanto e da solo. In questi giorni ho parlato con mia moglie, le ho raccontato i miei 25 anni vissuti con questa maglia, l'unica maglia. Abbiamo scritto una lettera per voi. Grazie a tutti, mamma, papà, mio fratello, mia moglie, i miei figli, gli amici. E' impossibile raccontare 25 anni di calcio, non so come farlo. Vorrei farlo con una poesia, con una canzone... Lo so fare con il pallone. Maledetto tempo, che hai deciso. E' quello stesso tempo che nel 2001... Oggi questo tempo è venuto a bussare sulla mia spalla: ora sei un uomo, levati scarpini e pantaloncini, non c'è più l'odore dell'erba, il gol... Ora sei un uomo. Perché mi sono svegliato da questo sogno? Ora è la realtà. Dedico questa lettera a tutti voi, a quelli che hanno gridato e ancora gridano Totti-gol. Ora è finita davvero, mi levo la maglia per l'ultima volta. Non sono pronto per dire basta, forse non lo sarò mai. La piego per bene. Scusate se non ho parlato in questo periodo. Spegnere la luce non è facile. Ora ho paura, non è come tirare un calcio di rigore. Non vedo cosa c'è oltre i buchi della rete, ora sono io che ho bisogno di voi, del vostro calore. Quello che mi avete sempre dimostrato. Ringrazio tutti, compagni, dirigenti, tecnici che sono stati con me 25 anni. I tifosi tutti, la Curva Sud, nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano della Roma è stato un onore. Il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio: mi ha accolto da bambino, lo lascio ora che sono uomo. Orgoglioso e felice di avervi dato tutto quel che potevo. Vi amo".
Totti ha appeso ufficialmente gli scarpini al chiodo.
Un addio che era nell’aria,e che s’è concretizzato ieri,per l’ultima partita con la Sua Roma.
E’ entrato ragazzino negli spogliatori e ne è uscito uomo,dopo 25 anni.
Totti non è stato solo un calciatore.
E’ stato un simbolo per tutti i ragazzini che si sono affacciati al mondo del calcio,per tutti gli addetti ai lavori,l’ unico che Enzo Bearzot avrebbe voluto nella sua rosa nel lontano 1982.
Lo stesso che Trapattoni defini’ il Van Gogh del calcio italiano.
Forse l’ultimo vero numero 10.
E non solo della Roma.
Ci ha salutato con una lettera,una bellissima lettera scritta col cuore,più che con la penna.
Totti è un monumento,un gladiatore,un esempio da seguire,la storia che ogni ragazzino appassionato di pallone vorrebbe riscrivere.
E così il capitano s’è sfilata la fascia e ha passato il testimone ad un bambino di 11 anni delle giovanili della Roma.
Uno dei gesti più belli della storia del calcio.
Ci siamo alzati in piedi mentre leggeva il suo commiato ai suoi tifosi,al calcio italiano,al mondo tutto.
E sono parole che ci fanno riflettere,che sanno di poesia e di realtà,ma soprattutto di lealta’.
Parole che fanno piangere.
Piangevano tutti.
Come una catarsi collettiva,la sublimazione della leggenda.
Grazie Francesco,per tutte le belle giocate che ci hai fatto vedere.
Una delle poche cose per cui vale ancora la pena andare allo stadio.
Ai posteri posso solo dire:
C’è solo un Capitano.
"E' arrivato il momento. E devo dire grazie a voi, a tutti voi per questi 25 anni di vita insieme, con questa maglia, solo con questa maglia. In questi giorni ho letto tante cose su di me, tutte molto, molto belle. Ho pianto tutti i giorni, tanto, tanto e da solo. In questi giorni ho parlato con mia moglie, le ho raccontato i miei 25 anni vissuti con questa maglia, l'unica maglia. Abbiamo scritto una lettera per voi. Grazie a tutti, mamma, papà, mio fratello, mia moglie, i miei figli, gli amici. E' impossibile raccontare 25 anni di calcio, non so come farlo. Vorrei farlo con una poesia, con una canzone... Lo so fare con il pallone. Maledetto tempo, che hai deciso. E' quello stesso tempo che nel 2001... Oggi questo tempo è venuto a bussare sulla mia spalla: ora sei un uomo, levati scarpini e pantaloncini, non c'è più l'odore dell'erba, il gol... Ora sei un uomo. Perché mi sono svegliato da questo sogno? Ora è la realtà. Dedico questa lettera a tutti voi, a quelli che hanno gridato e ancora gridano Totti-gol. Ora è finita davvero, mi levo la maglia per l'ultima volta. Non sono pronto per dire basta, forse non lo sarò mai. La piego per bene. Scusate se non ho parlato in questo periodo. Spegnere la luce non è facile. Ora ho paura, non è come tirare un calcio di rigore. Non vedo cosa c'è oltre i buchi della rete, ora sono io che ho bisogno di voi, del vostro calore. Quello che mi avete sempre dimostrato. Ringrazio tutti, compagni, dirigenti, tecnici che sono stati con me 25 anni. I tifosi tutti, la Curva Sud, nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano della Roma è stato un onore. Il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio: mi ha accolto da bambino, lo lascio ora che sono uomo. Orgoglioso e felice di avervi dato tutto quel che potevo. Vi amo".