Dopo il giusto tributo al duo Murolo – De André riprendo con l’autore genovese da solo.
Scrivo della sua “se ti tagliassero a pezzetti” e dell’album dal quale è tratta.
E’ la mia canzone preferita ed è legata ad un caro ricordo.
L’ellepì, oggi non sempre considerato come meriterebbe, è stupendo ed è un lavoro di grande qualità.
Traspare nell’ascolto la grande voglia di De André di fare bene e di “ricominciare” ….
Inciso nel 1981 e semplicemente titolato “Fabrizio De André”, è conosciuto come l’album dell’indiano per la nota copertina di Frederic Remington raffigurante un Pellerossa.
Si dice che fu inciso per risarcire il padre che pagò il riscatto della liberazione al sequestro che tenne prigioniero De André da fine Settembre a Dicembre 1979. ( …. si dice …. ma io non posso avere la certezza di questo fatto tanto delicato …. )
Le otto canzoni che lo compongono furono scritte con Massimo Bubola che collaborava con De André per la seconda volta.
De Andrè amava ricordare le affinità che vedeva fra i Pellerossa di ieri ed i Sardi di oggi. Popolazioni lontane solo nella storia ma che De André accomunava ed avvicinava nell’immaginario così come nella realtà perché emarginate ed autoctone.
Ricordava i Pellerossa rinchiusi nelle riserve ed i Sardi sull’isola.
Ricordava tante analogie ed una su tutte: la caccia!
Potrà sembrare strano ma la caccia era per De André il vero anello di congiunzione fra le due civiltà.
Attraverso la caccia, così i Pellerossa come i Sardi, riuscivano ad avere rapporti sociali con altre Tribù e quindi con altre Famiglie.
Ecco il perché di una battuta di caccia al cinghiale registrata dal vivo che apre il disco ed ecco il perché dell’Indiano a cavallo in copertina.
L’album, uscito a fine Agosto, venderà più di 180.000 copie in una settimana.
De Andrè considerava “se ti tagliassero a pezzetti” una riflessione sui suoi anni passati in libertà e fantasia.
Libertà e “fantasia” che considerava un po’ “anarchia”.
Durante un concerto cambiò la “parola” e l’esecuzione, della quale non mancherò di postare, divenne famosa.
Io ascolto la canzone leggendo fra le note un testo d’amore:
Un colpo di fulmine suggellato da un bacio sulle “labbra di miele rosso, rosso” ….
Non saper resistere ad una “rosa gialla, rosa di rame” ….
Cadere “sopra il fieno”, “lungo il filo della notte e sulle pietre del giorno” e dopo aver “mai ballato così a lungo” ….
Poi lasciarla senza un motivo e perché “persa per molto, persa per poco” …. “presa sul serio presa per gioco” ….
Rimane il “domani per avere nostalgia” di chi è stato “prezioso come il vino e gratuito come la tristezza” sicuramente nella sua “nuvola di dubbi e di bellezza” ….
Io ascolto la canzone e non vorrei mai leggere il triste finale:
Incontrarla per caso “alla stazione” e “presa in trappola da un tailleur grigio fumo” ….
In carriera e con “i giornali in una mano e nell’altra il suo destino” …. “camminavi fianco a fianco al tuo assassino” ….
Secondo me davvero un capolavoro!
Oltre che sull’album in oggetto è registrata live su “1991 Concerti” ed è inclusa nella raccolta “In direzione ostinata e contraria”.
L'Indiano
L'Indiano retro.
In direzione ostinata e contraria (vol. 1)
In direzione ostinata e contraria (vol. 1) retro.
Grazie.