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percezione - Percezione
Il Gazebo Audiofilo

Human Pleasure HI-END

    Percezione

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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 19:17

    Quando ci si pone all’ascolto di un brano musicale si possono adottare, genericamente, due modelli di approccio percettivo diversi.
    Il primo riguarda l’ascolto del suono in sé ed è un atteggiamento che potremmo anche definire "audiofilo", contemplativo. In questo modo di disporsi all’ascolto non sono le relazioni formali tra gli elementi sonori ad interessare maggiormente: la musica è ascoltata istante per istante, essa stessa diventa il tempo che, in un certo senso, cessa di scorrere.
    Questo atteggiamento è tipico della società orientale (forse per questo che in oriente troviamo una grande tradizione di audiofili percezione - Percezione 650957 ).
    Il secondo modello di approccio estetico riguarda invece, in particolar modo, la costruzione musicale, e rappresenta un atteggiamento più tipicamente "musicofilo" e potremmo dire occidentale, nei confronti della fruizione della musica.
    In questo tipo di approccio sono proprio le relazioni formali tra gli elementi sonori ad essere oggetto di grande attenzione: in questo senso la musica si manifesta nel tempo.
    Quello che va considerato è l’atto della percezione.
    A questo proposito una prima distinzione va fatta tra percezione del suono e percezione della musica. La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello. La percezione della musica, potremmo dire, presuppone la percezione del suono e comporta l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi che hanno come oggetto il materiale sonoro ascoltato. La percezione della musica in un certo senso, dunque, non sta nell’orecchio: qualche volta può anche farne a meno (è il caso del musicista che legge una partitura).
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?

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    Messaggio Da aircooled Sab Set 26 2009, 19:23

    Quando ci si pone all’ascolto di un brano musicale si possono adottare, genericamente, due modelli di approccio percettivo diversi.
    Il primo riguarda l’ascolto del suono in sé ed è un atteggiamento che potremmo anche definire "audiofilo", contemplativo. In questo modo di disporsi all’ascolto non sono le relazioni formali tra gli elementi sonori ad interessare maggiormente: la musica è ascoltata istante per istante, essa stessa diventa il tempo che, in un certo senso, cessa di scorrere.
    Questo atteggiamento è tipico della società orientale (forse per questo che in oriente troviamo una grande tradizione di audiofili percezione - Percezione 650957 ).

    percezione - Percezione 921419 adesso mi faccio fare subito una ricerca genealogia per sapere da quale imperatore orientale discendo percezione - Percezione 285880
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    Messaggio Da Geronimo Sab Set 26 2009, 19:30

    Sono presuntuoso se dico che riesco a fondere spontaneamente i due approcci alla musica? percezione - Percezione 285880
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 19:38

    Elcaset ha scritto:Sono presuntuoso se dico che riesco a fondere spontaneamente i due approcci alla musica? percezione - Percezione 285880

    Non mi stupisce affatto visto il genere di musica che ascolti in cui gli artisti non si pongono l'obiettivo della fruizione e della accetttazione da parte di certe menti e possono conservare la loro natura sperimentale.

    Se provassi a rispondere alla mia domanda potremmo capire molto di più.


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    Messaggio Da Geronimo Sab Set 26 2009, 19:47

    Potresti riformulare la domanda articolandola maggiormente?
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 19:59

    Vorrei semplicemente indagare il mondo degli audiofili e quello dei musicofili attraverso l'analisi del diverso modo di percepire, se diverso poi è percezione - Percezione 999153.

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    Messaggio Da Geronimo Sab Set 26 2009, 20:15

    Provo a risponderti percezione - Percezione 285880
    Quando ascolto musica percepisco un'estetica legata ai suoni e un'emozione legata alla costruzione musicale di questi suoni.
    Diciamo che il piacere estetico d'ascolto me lo da il suono in se, per esempio il moog presente in "Impressioni di Settembre" della Premiata Forneria Marconi.
    L'emozione invece me la da il suono del moog per come è inserito nella struttura del brano.
    Mi hai costretto a scindere con molta fatica due aspetti che per me sono fusi indissolubilmente percezione - Percezione 285880
    Spero che questa risposta sia congrua alla domanda perchè altrimenti è vero che non capisco una mazza percezione - Percezione 650957
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 20:29

    A questo proposito una prima distinzione va fatta tra percezione del suono e percezione della musica. La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello. La percezione della musica, potremmo dire, presuppone la percezione del suono e comporta l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi che hanno come oggetto il materiale sonoro ascoltato. La percezione della musica in un certo senso, dunque, non sta nell’orecchio: qualche volta può anche farne a meno (è il caso del musicista che legge una partitura).
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?

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    La risposta...così come è posta la domanda, potrebbe essere anche articolata, ma provo ad esprimere un MIO pensiero al proposito. Prima di chiedere COSA sentiamo, dovremmo chiedereci COME sentiamo. In questo senso..... Delle due possibilità che ci concedi, il MIO modo di ascoltare è sicuramente quello che tu enunci come ascolto di "l’orecchio e il cervello". Scendendo ancor più nello specifico, io direi che l'orecchio è il mezzo necessario per far defluire la musica dentro di noi, a livello materico. Poi il cervello elabora il suono, lo "manipola", ed allora è la nostra sensibilità e la nostra emozionalità ad entrare in gioco in modo preponderante ed impietoso.

    Il secondo modo di ascoltare che tu descrivi, lo vedo a mio modo più "tecnico" se mi passi il termine. Nel senso che l'attenzione alla musicalità, agli strumenti, alla sua amalgama, diventa la parte principale della finalità dell'ascolto, presupponendo dunque che il raziocinio sia presente e vigile, in modo da poter controllare la piacevolezza e ancor di più la correttezza di quello che ascoltiamo. La bellezza del pezzo cioè intesa in termini di elaborazione mentale e non di estasi.
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    Messaggio Da aircooled Sab Set 26 2009, 20:39

    petrus ha scritto:Vorrei semplicemente indagare il mondo degli audiofili e quello dei musicofili attraverso l'analisi del diverso modo di percepire, se diverso poi è percezione - Percezione 999153.

    Lorenzo
    a me interessa solo il lato estetico della musica, fatto salvo quello che ascolta pavel e dè generis percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957 che proprio non riesco ad ascoltare, da li in poi che ascolti l'ultimo di Andreas Vollenweider o un Harmonia mundi con su canti gregoriani non fa differenza, l'importante è che quello che esce dai diffusori a livello di puro suono mi emozioni
    non so ho risposto alla tua domanda, ma almeno ci ho provato percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957


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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 21:37

    aircooled ha scritto:
    petrus ha scritto:Vorrei semplicemente indagare il mondo degli audiofili e quello dei musicofili attraverso l'analisi del diverso modo di percepire, se diverso poi è percezione - Percezione 999153.

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    a me interessa solo il lato estetico della musica, fatto salvo quello che ascolta pavel e dè generis percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957 che proprio non riesco ad ascoltare, da li in poi che ascolti l'ultimo di Andreas Vollenweider o un Harmonia mundi con su canti gregoriani non fa differenza, l'importante è che quello che esce dai diffusori a livello di puro suono mi emozioni
    non so ho risposto alla tua domanda, ma almeno ci ho provato percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957


    ....l'importante è che quello che esce dai diffusori a livello di puro suono mi emozioni....

    CI SIAMO. Generi musicali a parte...quel che conta è quello che hai scritto!!!
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 22:48

    petrus ha scritto:
    A questo proposito una prima distinzione va fatta tra percezione del suono e percezione della musica. La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello. La percezione della musica, potremmo dire, presuppone la percezione del suono e comporta l’attivazione di tutta una serie di processi cognitivi che hanno come oggetto il materiale sonoro ascoltato. La percezione della musica in un certo senso, dunque, non sta nell’orecchio: qualche volta può anche farne a meno (è il caso del musicista che legge una partitura).
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?

    Riparto da qui:

    Percepire la musica quindi è ben diverso dal percepire i suoni.
    Nell’atto della fruizione dell’opera musicale, si determinino quelle condizioni che rendono possibile la conoscibilità e riconoscibilità di qualcosa.
    Conoscere non è necessario per la percezione dei suoni e questo implica una minore fatica in quanto credo si possa intuire che l’atto del conoscere comporta un faticoso lavoro intellettivo.
    Ma quando si verificano i presupposti per la percezione della musica l’atto del riconoscere, invece, procura un senso di godimento, di piacere intellettivo (che potrebbe essere espresso con affermazioni come: "non ho ascoltato inutilmente").
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?
    Un flusso sonoro, un continuum sonoro. Questo continuum è articolato (non è sempre uguale!), ha una propria struttura e una propria forma, e la sua percezione è fortemente condizionata, dalla nostra capacità di stabilire al suo interno delle relazioni, tra diversi momenti sonori.
    Questi meccanismi intelletivi sono ben conosciuti da chi compone musica e dal modo in cui l'artista saprà gestire la "ripetizione" il "tema" lo "sviluppo" ecc. dipenderà la "piacevolezza" che noi possiamo trarre dall'ascolto.
    Io credo sia questa la differenza tra l'audiofilo amante dei suoni e il musicofilo amante dei suoni musicali.

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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 22:53

    La percezione del suono interessa principalmente, per sua propria natura, l’orecchio e il cervello..........

    Continuo ad essere più complice di questa tua dicitura...che dell'altra.
    Con l'aggiunta che completa (a mio avviso) il tutto : Orecchio-Cervello......................-Emozione.
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 23:09

    Non credi che la musica sia qualcosa di più che dei bei suoni ?

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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Sab Set 26 2009, 23:10

    aircooled ha scritto:
    petrus ha scritto:Vorrei semplicemente indagare il mondo degli audiofili e quello dei musicofili attraverso l'analisi del diverso modo di percepire, se diverso poi è percezione - Percezione 999153.

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    a me interessa solo il lato estetico della musica, fatto salvo quello che ascolta pavel e dè generis percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957 che proprio non riesco ad ascoltare, da li in poi che ascolti l'ultimo di Andreas Vollenweider o un Harmonia mundi con su canti gregoriani non fa differenza, l'importante è che quello che esce dai diffusori a livello di puro suono mi emozioni
    non so ho risposto alla tua domanda, ma almeno ci ho provato percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957

    Sia il musicofilo che l'audiofilo vogliono emozionarsi: se non proviamo emozione durante l'ascolto del brano c'è qualcosa che ovviamente non torna, l'ascoltare perde scopo.

    Ci deve essere dell'altro.

    Credo che l'osservazione di Petrus non sia priva di fondamento. Nel senso: io credo che mentre il musicofilo ascolta il discorso musicale nel suo evolversi attendendo che questo manifesti un senso compiuto dal punto di vista estetico(e quindi in quest'ottica l'impianto è il mezzo che non deve disturbare, non deve nascondere, non deve celare ma anzi deve rendere manifesto il lavoro dell'interprete del brano musicale), l'audiofilo non cerca necessariamente o comunque in prima istanza il messaggio estetico veicolato dall'opera tramite l'interprete bensì gode della concatenazione di suoni così come è espressa dal suo impianto Hi-Fi. Per l'audiofilo, in un certo qual senso, l'interprete è l'impianto Hi-Fi, ed è interprete tanto più attendibile quanto meno interpreta, colora, vincola il segnale musicale originario.

    Per l'audiofilo l'emozione deriva dal superamento della sfida a cui espone il mezzo tecnico. Per il musicofilo l'emozione deriva dall'aver percepito il lavoro dell'interprete senza il velo limitante dell'impiante di riproduzione.

    Se prestiamo l'attenzione al valore musicale ed interpretativo effetuando una sommatoria di elementi dispersi nel tempo, quindi ordinando mentalmente gli elementi che sono ordinati nel tempo a costituire la raffigurazione di un insieme che è il brano, siamo dei musicofili. Se invece la nostra attenzione è volta al superamento del limite, il nostro piacere estetico è legato non dal percepire il senso della somma di momenti isolati, ma il percepire i singoli momenti validi emozionalmente come singole prove che non costruiscono una somma unitaria che abbia senso superiore legato all'opera d'arte.

    Va detto peraltro che:
    1. Non è detto che le due fruizioni di cui sopra siano presenti o l'una e l'altra e mai compresenti. Anzi credo che spesso le due si sommino in percetuali di ognuna variabili nel tempo per ogni musicfilo audiofilo, anche se probabilmente una delle due tende sempre a prevalere sull'altra.
    2. Non credo che si tratti di due tipi di emozione (quello legato all'opera d'arte, quella legata alla qualità di suoni) che sono diversificabili in termini di valore, in termini gerarchici. perché entrambi gli ascolti in qualche modo hanno un senso estetico.

    Vito

    P:S: Peraltro l'osservazione di Petrus sul suono che fa perdere il senso del tempo, lo annulla, contrapposto al suono che si dispiega, si compie grazie al tempo, mi ha fatto pensare allo sviluppo dell'opera lirica nella cultura occidentale, nel passaggio dal barocco (XVIII secolo) al romanticismo (XIX secolo). Infatti si è passati in questi due secoli da una drammaturgia per arie isolate (dove quello che contava era la dilatazione dell'attimo emotivo in una dimensione atemporale in cui si perdeva la percezione del tempo reale per percepire un tempo emozionale al di fuori del tempo verosimile), ad una drammaturgia per musica continua senza pezzi chiusi (dramma musicale, Wagner) dove non conta più la dimensione emotiva privata, atemporale, astratta dell'affetto provato dal personaggio, quanto lo sviluppo dinamico dell'azione legato al concatenarsi dei fatti ed alle interazioni tra personaggi, strettamente legato al tempo reale dell'azione. Da un teatro di affetti ad un teatro di fatti. Da un tempo musicale in cui un attimo di tempo reale diviene molti minuti(l'aria) ed il pubblico ascolta ignaro del tempo che scorre, ad un tempo musicale dove la musica scorre nel tempo come l'azione ed in cui il rispetto della veridicità di tempo è il solo mezzo per coinvolgere il pubblico. Da una drammaturgia priva di tempo ad una drammaturgia di fatti compiuti nel tempo. Da un pubblico senza orologio ad un pubblico con l'orologio... dal pre industriale al post industriale?

    Non direi quindi che si tratta di una opposizione cultura occidentale/cultura orientale. Si tratta di far forse riferimento ad un senso ludico dell'esperienza (il senso alla base dell'estetica barocca, dove tutto è godimento e ricerca del bello, ed il tempo ha valore ma non viene contato di continuo) ad un senso moralistico dell'esperienza (il senso alla base dell'esperienza romantica) dove tutto è impegno comportamentale, dovere, ed il bello è faceto e demoniaco, peccaminoso, ed il tempo non va sprecato. Forse allora, semplicemente, la cultura orientale sarebbe diversa dalla nostra soltanto perché non segnata nell'ottocento da una esperienza culturale analoga al nostro romanticismo.... Ma quest'ultima è solo una ipotesi. Non conosco abbastanza la cultura orientale per poterlo affermare con un qualche oggettivo fondamento....

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    ... e tantissima musica!
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    Messaggio Da Ospite Sab Set 26 2009, 23:36

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:

    P:S: Peraltro l'osservazione di Petrus sul suono che fa perdere il senso del tempo, lo annulla, contrapposto al suono che si dispiega, si compie grazie al tempo, mi ha fatto pensare allo sviluppo dell'opera lirica nella cultura occidentale, nel passaggio dal barocco (XVIII secolo) al romanticismo (XIX secolo). Infatti si è passati in questi due secoli da una drammaturgia per arie isolate (dove quello che contava era la dilatazione dell'attimo emotivo in una dimensione atemporale in cui si perdeva la percezione del tempo reale per percepire un tempo emozionale al di fuori del tempo verosimile), ad una drammaturgia per musica continua senza pezzi chiusi (dramma musicale, Wagner) dove non conta più la dimensione emotiva privata, atemporale, astratta dell'affetto provato dal personaggio, quanto lo sviluppo dinamico dell'azione legato al concatenarsi dei fatti ed alle interazioni tra personaggi, strettamente legato al tempo reale dell'azione. Da un teatro di affetti ad un teatro di fatti. Da un tempo musicale in cui un attimo di tempo reale diviene molti minuti(l'aria) ed il pubblico ascolta ignaro del tempo che scorre, ad un tempo musicale dove la musica scorre nel tempo come l'azione ed in cui il rispetto della veridicità di tempo è il solo mezzo per coinvolgere il pubblico. Da una drammaturgia priva di tempo ad una drammaturgia di fatti compiuti nel tempo. Da un pubblico senza orologio ad un pubblico con l'orologio... dal pre industriale al post industriale?

    Non direi quindi che si tratta di una opposizione cultura occidentale/cultura orientale. Si tratta di far forse riferimento ad un senso ludico dell'esperienza (il senso alla base dell'estetica barocca, dove tutto è godimento e ricerca del bello, ed il tempo ha valore ma non viene contato di continuo) ad un senso moralistico dell'esperienza (il senso alla base dell'esperienza romantica) dove tutto è impegno comportamentale, dovere, ed il bello è faceto e demoniaco, peccaminoso, ed il tempo non va sprecato. Forse allora, semplicemente, la cultura orientale sarebbe diversa dalla nostra soltanto perché non segnata nell'ottocento da una esperienza culturale analoga al nostro romanticismo.... Ma quest'ultima è solo una ipotesi. Non conosco abbastanza la cultura orientale per poterlo affermare con un qualche oggettivo fondamento....

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    Hai centrato in pieno.

    Il mio riferimento al tempo è per come la musica nello scorrere si sostituisce ad esso per divenire attraverso l'opera la dimensione della nostra esistenza, che non corrisponde più alla realtà.
    Neppure io sono un conoscitore della cultura orientale ma pensavo alle sette note orientali, che nominalmente corrispondono a quelle occidentali, ma che però non costituiscono rapporti musicali precisi e geometrici come per la nostra musica, ma “sono interconnesse attraverso un sottile, elusivo e impalpabile continuum di suoni” da tutto un mondo di note intermedie, pensa a quei suoni ripetuti di quattro note senza sosta che crea un ritmo ipnotico che si amalgama ai suoni ambientali del vento della pioggia o del ticchettio di un orologio che vengono a trovare così un profondo rapporto con la musica e la percezione diventa contemplazione.
    Per questo ho accostato il termine orientale alla percezione dei suoni.

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    Messaggio Da Ospite Dom Set 27 2009, 06:41

    petrus ha scritto:Non credi che la musica sia qualcosa di più che dei bei suoni ?

    Lorenzo

    Devi espletare diversamente il concetto di bei suoni.....Belli da un punto di vista di costruzione del brano...belli da un punto di vista prettamente tecnico....belli da un punto di vista della restituzione dell'impianto hifi.........

    Al di la di queste tre opzioni (ed altre se ne hai), a mio modo di ascoltare non è importante la bellezza...del suono. E' più importante l'emozione che essa trasmette. Paradossalmente l'emozione può dartelo anche il brano trasmesso dalla radio. L'impianto hifi è SOLO il veicolo per fruire della stessa emozione, in modo più perfetto ed assoluto.
    Il centro del discorso secondo me resta sempre il fattore emozionale. Tutto quello che lo circonda (l'impianto hifi )è il veicolo per godere a pieno dell'emozione stessa e renderla pertanto tecnicamente vivibile nella sua forma più perfetta.
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    Messaggio Da Geronimo Dom Set 27 2009, 09:32

    petrus ha scritto:.... quando si verificano i presupposti per la percezione della musica l’atto del riconoscere, invece, procura un senso di godimento, di piacere intellettivo (che potrebbe essere espresso con affermazioni come: "non ho ascoltato inutilmente").
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?
    Un flusso sonoro, un continuum sonoro. Questo continuum è articolato (non è sempre uguale!), ha una propria struttura e una propria forma, e la sua percezione è fortemente condizionata, dalla nostra capacità di stabilire al suo interno delle relazioni, tra diversi momenti sonori.

    Lorenzo

    Quoto questa parte precisando che ascolto musica come guardo un quadro, mi abbandono semplicemente ad essa, la intuisco nel senso etimologico di guardarla dentro, non la tasto in superficie con l'analisi razionale ma non per questo ne faccio un rumore di fondo
    La mia capacità di stabilire relazioni all'interno del continuum sonoro è frutto di un processo di sintesi automatica.
    Ascolto la musica per sintesi e non per analisi.


    Ultima modifica di Elcaset il Dom Set 27 2009, 10:35 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Geronimo Dom Set 27 2009, 09:40

    petrus ha scritto:
    Il mio riferimento al tempo è per come la musica nello scorrere si sostituisce ad esso per divenire attraverso l'opera la dimensione della nostra esistenza, che non corrisponde più alla realtà.

    Lorenzo

    Questa è la logica e naturale conseguenza di quanto ho esposto al post 17. Indipendentemente da quello che ascolto, il tempo reale viene annullato e, per citare PPP, "quello che conta è la dilatazione dell'attimo emotivo in una dimensione atemporale in cui si perde la percezione del tempo reale per percepire un tempo emozionale al di fuori del tempo verosimile" percezione - Percezione 285880
    A questo si aggiunge, in una unione indissolubile, il piacere derivante dall'estetica dei suoni e da come viene veicolata dal mio impianto
    E ritorno così a quanto ho detto al post 7
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    Messaggio Da aircooled Dom Set 27 2009, 09:50

    qualcuno ha scritto che le cose belle non possono che apparire come illusioni, sogni irrealizzabili, speranze destinate inevitabilmente ad infrangersi o a ridimensionarsi di fronte alla cruda realtà dei fatti, esistono però esperienze soggettive talmente fuori dell'ordinario da superare anche la più rosea fantasia e immaginazione, esperienze legate a suoni capaci di suscitare emozioni mai sperimentate prima, di cui è molto difficile descrivere la Bellezza, In questi casi l'illusione, semmai, è quella di poterla condividere con chi non l'ha vissuta in prima persona ................


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    Messaggio Da Geronimo Dom Set 27 2009, 09:58

    aircooled ha scritto:qualcuno ha scritto che le cose belle non possono che apparire come illusioni, sogni irrealizzabili, speranze destinate inevitabilmente ad infrangersi o a ridimensionarsi di fronte alla cruda realtà dei fatti, esistono però esperienze soggettive talmente fuori dell'ordinario da superare anche la più rosea fantasia e immaginazione, esperienze legate a suoni capaci di suscitare emozioni mai sperimentate prima, di cui è molto difficile descrivere la Bellezza, In questi casi l'illusione, semmai, è quella di poterla condividere con chi non l'ha vissuta in prima persona ................

    Condividerla vuol dire privarla della sua bellezza, per me rimane un esperienza solitaria percezione - Percezione 285880
    Quoto tutto il resto cheers cheers
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Dom Set 27 2009, 10:23

    Elcaset ha scritto:
    petrus ha scritto:.... quando si verificano i presupposti per la percezione della musica l’atto del riconoscere, invece, procura un senso di godimento, di piacere intellettivo (che potrebbe essere espresso con affermazioni come: "non ho ascoltato inutilmente").
    Cosa sentiamo, dunque, quando ascoltiamo musica?
    Un flusso sonoro, un continuum sonoro. Questo continuum è articolato (non è sempre uguale!), ha una propria struttura e una propria forma, e la sua percezione è fortemente condizionata, dalla nostra capacità di stabilire al suo interno delle relazioni, tra diversi momenti sonori.

    Lorenzo

    Quoto questa parte precisando che ascolto musica come guardo un quadro, mi abbandono semplicemente ad essa, la intuisco nel senso etimologico di guardarla dentro, non la tasto in superficie con l'analisi razionale ma non per questo ne faccio un rumore di fondo
    La mia capacità di stabilire relazioni all'interno del continuum sonoro è frutto di un processo di sintesi automatica.
    Ascolto la musica per sintesi e non per analisi.

    E' molto quotata la tesi che la fruizione artistica sia sempre per sintesi e mai per analisi. L'analisi può essere precedente o successiva la fruizione dell'opera d'arte (il confronto con essa) ma non è quella che dà l'emozione. Nel mio caso l'analisi arriva un attimo prima della sintesi. Ci sono coloro per i quali arriva dopo (prima provano l'emozione e poi analizzano i motivi presenti nell'opera per capire le ragioni per cui è scaturita), ci sono coloro per i quali l'analisi non arriva mai perché hanno fruizione del tutto istintiva dell'arte e non ne conoscono - o non vogliono conoscere o considerare - le sue caratteristiche tecniche e costruttive.

    Comunque rifacendosi solo a quanto detto in questa discussione si evince immediatamente che Elcaset e Pavel sono certamente dei musicofili. Tra coloro intervenuti in questa discussione chiaramente è il solo Air ad essere un audiofilo puro.

    Io devo dire che capisco Air, anche se anch'io sono un musicofilo. In questi giorni ho ascoltato la Jupiter di Mozart, sinfonia straordinaria. Tra le tante registrazioni ho ascoltato anche quella di Mackerras, ultimamente ben registrata su disco Linn. Ebbene l'emozione dell'ultimo movimento è stata sicuramente di tipo artistico, per la bellezza dell'opera e della esecuzione, ma il fatto che il mio impianto avesse dipanato con correttezza e dottima dinamica la matassa sonora dellevento ha aggiunto al piacere estetico fornito dall'opera un quid aggiuntivo che è, per l'appunto e a mio parere, la fruizione estetica dell'audiofilo. Ecco perché secondo me l'appassionato di Hi-Fi, quand'anche è un musicofilo, ha dentro di se sempre e comunque un elemento audiofilo, per quanto piccolo. Coloro che sono appassionati di musica ma che non hanno un briciolo di spirito audiofilo (il gusto per il bel suono in sé) magari ascoltano la loro musica preferita su un normale compattone.

    Ciao


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    Messaggio Da aircooled Dom Set 27 2009, 10:27

    Coloro che sono appassionati di musica ma che non hanno un briciolo di spirito audiofilo (il gusto per il bel suono in sé) magari ascoltano la loro musica preferita su un normale compattone.

    straquoto e confermo
    ho diversi amici musicofili puri e l'ultima cosa in cui spenderebbero è proprio nel mezzo di riproduzione


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    Messaggio Da Geronimo Dom Set 27 2009, 10:33

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    Comunque rifacendosi solo a quanto detto in questa discussione si evince immediatamente che Elcaset e Pavel sono certamente dei musicofili......

    Ciao

    Giusto, io però amo ascoltare attraverso un impianto e non un compattone e certamente anche Pavel percezione - Percezione 625723 percezione - Percezione 285880
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    Messaggio Da Geronimo Dom Set 27 2009, 10:33

    aircooled ha scritto:
    Coloro che sono appassionati di musica ma che non hanno un briciolo di spirito audiofilo (il gusto per il bel suono in sé) magari ascoltano la loro musica preferita su un normale compattone.

    straquoto e confermo
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    Messaggio Da aircooled Dom Set 27 2009, 10:38

    Elcaset ha scritto:
    aircooled ha scritto:
    Coloro che sono appassionati di musica ma che non hanno un briciolo di spirito audiofilo (il gusto per il bel suono in sé) magari ascoltano la loro musica preferita su un normale compattone.

    straquoto e confermo
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    io invece li invidio, e non è una condizione che mi si addice, probabilmente io sono troppo spostato sul pratico e anche impegandomi non riesco ad percepire il profondo messaggio artistico valutando e apprezzando solo quello estetico
    insomma so un perfetto 'gnurant percezione - Percezione 921419 percezione - Percezione 650957 percezione - Percezione 650957


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