lizard ha scritto:mi associo,luca.
per me non è un fatto di cultura,nè tantomeno di bioritmi e/o fasce orarie da dedicare all'ascolto.
quello che si dice nell'articolo che io ho estrapolato (in realtà è più lungo)è proprio che secondo P.Ball è il cervello che condiziona l'ascolto di un certo tipo di musica,specialmente di musica contemporanea...quasi fosse un fatto genetico.
è quello che succede con Todd Rundgren o Frank Zappa,ad esempio,uno dei più grandi geni compositivi del XX° secolo (Dio ti abbia in gloria,frank..).
difficile ascoltare i suoi lavori,specialmente quelli orchestrali,le sue scale,i suoi controtempi e i suoi poliritmi,che possono risultare molto ostici.
fino al punto che quando riesci ad entrare nell'ordine di idee del suo modo di fare musica e ti 'abitui',tutto il rock ascoltato precedentemente ti sembra solo..canzonette..
Ma tutto quello che dici non torna alla perfezione con il concetto che il linguaggio musicale è un fatto non naturale, bensì va appreso?
Quello che dici mi sembra vada proprio in questa direzione. Eppure mi sembra di capire che tu per la musica parli di fatto fisiologico: è vero che il cervello in qualche modo cambierà attività con l'apprendimento del nuovo linguaggio, ma il processo che abbiamo avuto è di una modifica fisica a seguito di un apprendimento.
Anche il neonato ha una attività cerebrale diversa dall'adulto nei centri del linguaggio: man mano che apprenderà il linguaggio il suo cervello cambierà attività. Non è il solito meccanismo?
Cosa c'è di naturale nel linguaggio? Mica si trova bello e pronto in natura...
Possibile che sembri logico solo a me?
Esempio, con l'arte figurativa:
1. Giotto dipinge senza prospettiva. La natura è prospettica ed anche l'uomo medievale lo percepisce. Ma manca la tecnica pittorica per raffigurarla e
per convenzione i dipinti di Giotto sembrano all'uomo dell'epoca perfettamente comprensibili.
2. Quando viene inventata la prospettiva, l'uomo comincia a giudicare non più comprensibili, perfetti, i dipinti a-prospettici. ma l'uomo è sempre lo stesso, non ha cambiato fisiologia. E' cambiata solo la tecnica pittorica.
3. Quando gli artisti inventano il linguaggio cubista, l'uomo non ha cambiato fisiologia. E' solo che l'arte visiva ha bisogno di un nuovo linguaggio. All'inizio i quadri cubisti furono vissuti come incomprensibili, col tempo il pubblico imparò il linguaggio cubista, e quindi ad apprezzare questi quadri. Ma l'uomo del periodo cubista non è fisiologicamente dall'uomo dell'epoca giottesca.
Non vi rendete conto che è un fatto culturale, estetico, di convenzioni il linguaggio? Certo c'entra la fisiologia: se l'uomo vedesse l'infrarosso dipingerebbe in modo diverso. Così come farebbe se avvesse 100 braccia.
Ma da ti i punti di partenza, il risultato varia per questioni culturali, tecniche, estetiche.
Comunque, lungi da me provocare polemica, spero solo di aver chiarito il mio pensiero.
Ciao
.
Attenzione: io quando parlo di cultura non intendo che l'uomo colto capisce il linguaggio e l'uomo incolto no. Io parlo di cultura inteso come substrato estetico di una nazione, di un popolo, di uno Stato. In questo senso dico che la musica è un fatto culturale: in senso etnico.