Da gciraso Mer Ott 15 2014, 23:11
Mi trovo a dovere intervenire di nuovo perchè si stanno dicendo delle cose inesatte e fuorvianti.
Per favore non parliamo di vaccini se non conosciamo neppure quale sia il reale problema.
Rammento che i vaccini sono serviti e servono a debellare o ridurre l'incidenza delle malattie infettive in modo DRASTICO: i dati del ECDC devono essere letti per quello che valgono, ma devono essere interpretati correttamente: diversamente è facile dire tutto ed il contrario di tutto. Chi dice poi che l'influenza non sia una malattia seria? Lo è certamente, come tutte le malattie infettive, tra cui la SARS, l'aviaria e cento altre, solo che di queste ce ne stiamo dimenticando, pensando che il problema principale sia l'eccesso di colesterolo o gli integratori alimentari o altre scemenze analoghe. Ma Ebola (o meglio gli Ebola, perchè sono più di uno) non è uno scherzo e parlarne in termini superficiali non aiuta a comprendere quale sia il reale problema, molto sottovalutato fino a che non vi sono stati casi in occidente (peraltro di importazione).
Ciò detto io penso che al momento attuale sia più la paura di quello che non si conosce e di come ci presentano la cosa (da parte di giornalisti che manco sanno cosa sia un virus od un batterio, ma fa figo parlarne), che il reale pericolo di una epidemia in Europa. Circa il rischio derivante dai migranti al momento il rischio è pari a zero: nel nord Africa il virus non è ancora arrivato e se vi arrivasse un paziente infetto ci arriverebbe dopo giorni e giorni ed in condizioni tali da non sopportare non solo il viaggio, ma neppure lo stazionamento. Il periodo di incubazione di 21 giorni è quello massimo, normalmente l'infezione si manifesta dopo 5-7 giorni dal contagio. Questo se si guardano i dati scientifici e non le cacchiate giornalistiche. Certo che la facilità degli spostamenti agevola la diffusione dell'epidemia, ma abolire del tutto gli spostamenti non è la soluzione, perchè comunque è sempre meglio controllare chi arriva che andarlo a cercare chissà dove. L'alternativa è di dotarsi di una casa tipo laboratorio biologico 3 ed isolarsi dal mondo, cosa evidentemente non facile. I pazienti infetti sono stati trasferiti nei rispettivi paesi probabilmente non solo per studiare il virus, ma per via del livello migliore delle cure, cosa che ha dato i suoi vantaggi, visto che sono guariti almeno in tre casi. Inoltre in Liberia o in Nigeria un reparto di cure intensive, ammesso che ci sia, non penso possa garantire uno standard di cure a cui siamo abituati.
Comunque staremo a vedere, non certo lieto se dovrò ricredermi.