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l'occasionalità della nascita
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    l'occasionalità della nascita

    iano
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    Messaggio Da iano Sab Giu 19 2010, 14:15

    L'occasionalità della nostra nascita determina sicuramente la nazione.
    Quindi quasi sicuramente la religione e in genere il modo di vedere le cose.
    In quanto esseri viventi poi ognuno di noi può considerarsi un evento prezioso in quanto rarissimo nella sua pur apparente banalità e la probabilità che ognuno di noi "accada" fà impallidire la probabilità di vincere al superenalotto.Con questo vorrei far presente a chi maledice la sfortuna perchè nulla mai vince che in effetti ha già vinto e che pensi invece adesso agestire il capitale.Così ,per pure considerazioni numeriche,e al di là di pur rispettabili considerazioni religiose, siamo autorizzati a considerare la nostra,e qualunque altra vita,come qualcosa di veramente prezioso.
    Ma ciò di cui voglio parlare effettivamente è l'impressione che provo a pelle e che derivo da certi scritti come di un cumulo di concetti e di parole che drammaticamente hanno perso la loro attualità a causa della globalizazione.
    Direi che la globalizzazione,che il correttore ortografico con una o due zeta continua a indicarmi come un errore,non è in effetti un errore,ma un dato di fatto che comporta di poter mirare l'uomo nella sua essenza come mai ci è stato dato.Un'altra delle tante chicche date in dono alla nostra generazione.Esso infatti,l'uomo, perde tutte le sovrastrutture che finora lo hanno definito e dietro le quali è rimasta occultata la sua vera natura.Quelle di nazione, di ideologia,di religione,di sesso.
    Il sesso ad esempio non è cosa così ben definita come si vuol credere,ma una sua definizione è parsa necessaria alla definizione di una società stabile ,fattibile quindi solo con individui necessariamente ben definibili ,ai quali fosse quindi possibile assegnare una precisa funzione ,quindi individui necessariamente semplificati per poter essere ben inseriti in queste sovrastrutture,fino al limite della loro eliminazione quando non è stato possibile trovare per loro una definizione che li inquadrasse funzionalmente,e/o quando la loro natura era tale da far sì che ,pur con tutti i loro sforzi ,essi non siano riusciti ad entrare in alcuna delle definizioni predeterminate e funzionali a queste realtà fittizie create.
    Queste oggi stanno perdendo la loro funzione che ha finora accompagnato la storia dell'uomo e quello che oggi possiamo iniziare ad ammirare è una schietta natura umana amplificata dalla lente di ingrandimento della globalizzazione.
    Forse non è un bel vedere.
    Concordo.
    Ma certamente una buona occasione per riflettere su noi stessi,ciò che è fonte di ogni saggezza.
    Iniziando col fatto che "sono un italiano di sesso maschile non credente" non significhi più molto.
    Azzeriamo quindi i nostri riferimenti e lasciamo che la nostra natura possa adattarsi a queste nuove condizioni,diamogli il tempo di eclissarsi dietro le nuove fittizie identità funzionali che verranno, così come storicamente si è adattata alle vecchie.
    Ma teniamoci ,almeno noi di questa generazione,la coscienza di questo processo in atto e la coscienza della sua relatività funzionale (comunque sempre funzione della natura umana qualunque essa sia).
    Le generazioni future inevitabilmente semplificheranno il tutto rendendo questi concetti assoluti e inalienabili , per i quali avranno credo e fede eventualmente fino al sacrificio della vita.
    Così almeno è stato per le vecchie.
    Chiuderei quindi rendendo omaggio da parte mia,per quel che vale,a tutti gli eroi e martiri di questo tempo che è passato ,da qualunque parte essi stessero,perchè decisa in fondo dall'occasionalità della loro nascita,perchè in essi,nella loro candida ingenuità, mi è parso di scorgere il meglio della natura umana.
    Ciao,Sebastiano.

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