swtich Ethernet Audio Grade - in concreto gli ultimi sviluppi EtherRegen - SOtM - Cisco Biturbo.

capitanharlock ha scritto:Se avessi un qualunque dispositivo così mal progettato che cambia il suo modo di funzionare quando gli cambio il cavo di alimentazione, il suo posto sarebbe solo il cestino.
Detto ciò, quando il Covid molla la presa, organizziamo.

Isiora ha scritto:

capitanharlock ha scritto:Se avessi un qualunque dispositivo così mal progettato che cambia il suo modo di funzionare quando gli cambio il cavo di alimentazione, il suo posto sarebbe solo il cestino.
Detto ciò, quando il Covid molla la presa, organizziamo.

Esatto. E condivido la tua amarezza.
L'ethernet poi! Ogni connessione ethernet è galvanicamente isolata dal resto, come prescrive lo standard. Può passare qualcosa giusto via le capacità parassite tra gli avvolgimenti del trafo di segnale, ma stiamo parlando del nulla. E se non vi accontentate potete sempre ricorrere alle connessioni ottiche.
Modifiche dell'informazione digitale sicuro non avvengono, altrimenti tutti i computer smetterebbero di funzionare un secondo si e l'altro pure. Né tantomeno serve a qualcosa giocare col clock di uno switch. L'informazione via ethernet viene accumulata prima o poi nella memoria del DAC, che la sincronizza con il proprio clock che è l'unico clock ad avere influenza sulle prestazioni del DAC, e dunque sul suono.

capitanharlock ha scritto:Nel magico mondo degli audiofili tutto può accadere: riflettiamo sul passaggio di elettroni che costituiscono la corrente elettrica che alimenta un circuito di un esoterico apparecchio, pardon, opera d'arte audiofila.

Dalla centrale elettrica, posta a chilometri di distanza, il povero elettrone attraversa dispositivi di ogni tipo, cavi di ogni genere e sezione, poi arriva al contatore dell'audiofilo, risale verso il magnetotermico, lo attraversa.

Arriva alla presa a muro, tipicamente con cavi normalissimi da 4 mm di sezione massima, dal costo di qualche decina di centesimo di euro al metro, e poi...

Poi il miracolo.

L'elettrone passa nel sublime pitone in rame ofc, criogenizzato, argentato, palladiato, super ultra puro e vergine, trafilato a freddo da un Samurai nel plenilunio di anno bisestile.

E in quel tratto di uno, massimo due metri (anche perchè il pitone costa qualche centinaia di euro al metro, se va bene, ma poi c'è lo sconto), l'elettrone si trasforma.

Da asfittico e normale elettronucolo qualunque, per il solo fatto di aver attraversato cotale nobile spezzone di conduttore audiofilo, egli diviene un elettrone aiend.

Meraviglioso, possente, foriero di silenzi armonici e neri infrastrutturali, di veli che cascano e mascelle che si spalancano.

Sì, è vero, deve ancora attraversare pochi altri centimetri di cavetti grandi come pagliuzze, prima di arrivare ai meravigliosi e artistici circuiti degli apparecchi aiend, ma sono quisquilie.

Ormai non è più lui, è diverso.
Pronto a far scoprire mondi inesplorati al fortunato audiofilo illuminato, che, anzichè ridere in faccia al produttore e venditore di un pezzo di rame al costo di uno di platino, ha aperto la sua mente e il suo portafoglio (e direi pure altro), all'ignoto.

Sì, perchè d questo si tratta.
Siamo pionieri, novelli Galileo, futuri Nobel che non si fermano davanti all'ovvio per varcare nuove frontiere.

Nuove determinamti scoperte ne scaturiranno.
E l'umanità tutta un giorno ci sarà grata.

Per ora ci sono grati i vari produttori e venditori di fuff, pardon, di sublimi opere d'arte.
Aloha.

capitanharlock ha scritto:Nel magico mondo degli audiofili tutto può accadere: riflettiamo sul passaggio di elettroni che costituiscono la corrente elettrica che alimenta un circuito di un esoterico apparecchio, pardon, opera d'arte audiofila.

Dalla centrale elettrica, posta a chilometri di distanza, il povero elettrone attraversa dispositivi di ogni tipo, cavi di ogni genere e sezione, poi arriva al contatore dell'audiofilo, risale verso il magnetotermico, lo supera.

Arriva alla presa a muro, tipicamente con cavi normalissimi da 4 mm di sezione massima, dal costo di qualche decina di centesimo di euro al metro, e poi...

Poi il miracolo.

L'elettrone passa nel sublime pitone in rame ofc, criogenizzato, argentato, palladiato, super ultra puro e vergine, trafilato a freddo da un Samurai nel plenilunio di anno bisestile.

E in quel tratto di uno, massimo due metri (anche perchè il pitone costa qualche centinaia di euro al metro, se va bene, ma poi c'è lo sconto), l'elettrone si trasforma.

Da asfittico e normale elettronucolo qualunque, per il solo fatto di aver attraversato cotale nobile spezzone di conduttore audiofilo, egli diviene un elettrone aiend.

Meraviglioso, possente, foriero di silenzi armonici e neri infrastrutturali, di veli che cascano e mascelle che si spalancano.

Sì, è vero, deve ancora attraversare pochi altri centimetri di cavetti grandi come pagliuzze, prima di arrivare ai meravigliosi e artistici circuiti degli apparecchi aiend, ma sono quisquilie.

Ormai non è più lui, è diverso.
Pronto a far scoprire mondi inesplorati al fortunato audiofilo illuminato, che, anzichè ridere in faccia al produttore e venditore di un pezzo di rame al costo di uno di platino, ha aperto la sua mente e il suo portafoglio (e direi pure altro), all'ignoto.

Sì, perchè di questo si tratta.
Siamo pionieri, novelli Galileo, futuri Nobel che non si fermano davanti all'ovvio per varcare nuove frontiere.

Nuove determinanti scoperte ne scaturiranno.
E l'umanità tutta un giorno ci sarà grata.

Per ora ci sono grati i vari produttori e venditori di fuff, pardon, di sublimi opere d'arte.
Aloha.

capitanharlock ha scritto:Nel magico mondo degli audiofili tutto può accadere: riflettiamo sul passaggio di elettroni che costituiscono la corrente elettrica che alimenta un circuito di un esoterico apparecchio, pardon, opera d'arte audiofila.

Dalla centrale elettrica, posta a chilometri di distanza, il povero elettrone attraversa dispositivi di ogni tipo, cavi di ogni genere e sezione, poi arriva al contatore dell'audiofilo, risale verso il magnetotermico, lo supera.

Arriva alla presa a muro, tipicamente con cavi normalissimi da 4 mm di sezione massima, dal costo di qualche decina di centesimo di euro al metro, e poi...

Poi il miracolo.

L'elettrone passa nel sublime pitone in rame ofc, criogenizzato, argentato, palladiato, super ultra puro e vergine, trafilato a freddo da un Samurai nel plenilunio di anno bisestile.

E in quel tratto di uno, massimo due metri (anche perchè il pitone costa qualche centinaia di euro al metro, se va bene, ma poi c'è lo sconto), l'elettrone si trasforma.

Da asfittico e normale elettronucolo qualunque, per il solo fatto di aver attraversato cotale nobile spezzone di conduttore audiofilo, egli diviene un elettrone aiend.

Meraviglioso, possente, foriero di silenzi armonici e neri infrastrutturali, di veli che cascano e mascelle che si spalancano.

Sì, è vero, deve ancora attraversare pochi altri centimetri di cavetti grandi come pagliuzze, prima di arrivare ai meravigliosi e artistici circuiti degli apparecchi aiend, ma sono quisquilie.

Ormai non è più lui, è diverso.
Pronto a far scoprire mondi inesplorati al fortunato audiofilo illuminato, che, anzichè ridere in faccia al produttore e venditore di un pezzo di rame al costo di uno di platino, ha aperto la sua mente e il suo portafoglio (e direi pure altro), all'ignoto.

Sì, perchè di questo si tratta.
Siamo pionieri, novelli Galileo, futuri Nobel che non si fermano davanti all'ovvio per varcare nuove frontiere.

Nuove determinanti scoperte ne scaturiranno.
E l'umanità tutta un giorno ci sarà grata.

Per ora ci sono grati i vari produttori e venditori di fuff, pardon, di sublimi opere d'arte.
Aloha.

Isiora ha scritto:
Sei un poeta!

in realtà neanche gli elettroni c'entrano molto in questo viaggio. La corrente elettrica scorre molto lentamente. Il flusso di 1A in una sezione di un cavo da 2mm di diametro scorre alla bella velocità nell'ordine di 10cm all'ora! Non riuscirebbe a seguire neanche segnali a frequenza di terremoto. E' il campo elettrico che la fa da padrone. Perciò di fronte al segnale audio, alternato, le particelle restano più o meno dove sono già. E probabilmente nessun elettrone della centrale elettrica raggiungerà mai il nostro impianto. Per vedere gli elettroni viaggiare realmente a velocità elevate dobbiamo creare un vuoto, e accelerarli con una grande differenza di potenziale; come nel vecchio tubo catodico (o come in una 845  ).

Isiora ha scritto:
in realtà neanche gli elettroni c'entrano molto in questo viaggio. La corrente elettrica scorre molto lentamente. Il flusso di 1A in una sezione di un cavo da 2mm di diametro scorre alla bella velocità nell'ordine di 10cm all'ora! Non riuscirebbe a seguire neanche segnali a frequenza di terremoto. E' il campo elettrico che la fa da padrone. Perciò di fronte al segnale audio, alternato, le particelle restano più o meno dove sono già. E probabilmente nessun elettrone della centrale elettrica raggiungerà mai il nostro impianto. Per vedere gli elettroni viaggiare realmente a velocità elevate dobbiamo creare un vuoto, e accelerarli con una grande differenza di potenziale; come nel vecchio tubo catodico (o come in una 845  ).

slash ha scritto:

Isiora ha scritto:
in realtà neanche gli elettroni c'entrano molto in questo viaggio. La corrente elettrica scorre molto lentamente. Il flusso di 1A in una sezione di un cavo da 2mm di diametro scorre alla bella velocità nell'ordine di 10cm all'ora! Non riuscirebbe a seguire neanche segnali a frequenza di terremoto. E' il campo elettrico che la fa da padrone. Perciò di fronte al segnale audio, alternato, le particelle restano più o meno dove sono già. E probabilmente nessun elettrone della centrale elettrica raggiungerà mai il nostro impianto. Per vedere gli elettroni viaggiare realmente a velocità elevate dobbiamo creare un vuoto, e accelerarli con una grande differenza di potenziale; come nel vecchio tubo catodico (o come in una 845  ).

quindi avvalori l'ipotesi del cavo audiofilo  , visto che l'elettrone ci deve passare molto tempo li dentro più il cavo è 'comodo' più l'elettrone è felice di star li ..  
in sintesi l'elettrone coccolato è un elettrone migliore

slash ha scritto:
quindi avvalori l'ipotesi del cavo audiofilo  , visto che l'elettrone ci deve passare molto tempo li dentro più il cavo è 'comodo' più l'elettrone è felice di star li ..  
in sintesi l'elettrone coccolato è un elettrone migliore

Francemare ha scritto:

slash ha scritto:
quindi avvalori l'ipotesi del cavo audiofilo  , visto che l'elettrone ci deve passare molto tempo li dentro più il cavo è 'comodo' più l'elettrone è felice di star li ..  
in sintesi l'elettrone coccolato è un elettrone migliore

Non è migliore ... è un elettrone audiofilo !!!! 

Comunque ... cambiando i cavi, anche gli Ethernet, e cambiando lo switch il suono dell’impianto è cambiato, non so il perché nè il percome ... ma è cambiato (la mia laurea di ingegnere mi fa tremare la mano mentre scrivo, ma le orecchie dicono che è vero .... e non venitemi a raccontare la solita “palla” dei bias cognitivi, delle suggestioni, degli ascolti con o senza occhi ...), certo non viene stravolto ... ma cambia !

Isiora ha scritto:

capitanharlock ha scritto:Nel magico mondo degli audiofili tutto può accadere: riflettiamo sul passaggio di elettroni che costituiscono la corrente elettrica che alimenta un circuito di un esoterico apparecchio, pardon, opera d'arte audiofila.

Dalla centrale elettrica, posta a chilometri di distanza, il povero elettrone attraversa dispositivi di ogni tipo, cavi di ogni genere e sezione, poi arriva al contatore dell'audiofilo, risale verso il magnetotermico, lo supera.

Arriva alla presa a muro, tipicamente con cavi normalissimi da 4 mm di sezione massima, dal costo di qualche decina di centesimo di euro al metro, e poi...

Poi il miracolo.

L'elettrone passa nel sublime pitone in rame ofc, criogenizzato, argentato, palladiato, super ultra puro e vergine, trafilato a freddo da un Samurai nel plenilunio di anno bisestile.

E in quel tratto di uno, massimo due metri (anche perchè il pitone costa qualche centinaia di euro al metro, se va bene, ma poi c'è lo sconto), l'elettrone si trasforma.

Da asfittico e normale elettronucolo qualunque, per il solo fatto di aver attraversato cotale nobile spezzone di conduttore audiofilo, egli diviene un elettrone aiend.

Meraviglioso, possente, foriero di silenzi armonici e neri infrastrutturali, di veli che cascano e mascelle che si spalancano.

Sì, è vero, deve ancora attraversare pochi altri centimetri di cavetti grandi come pagliuzze, prima di arrivare ai meravigliosi e artistici circuiti degli apparecchi aiend, ma sono quisquilie.

Ormai non è più lui, è diverso.
Pronto a far scoprire mondi inesplorati al fortunato audiofilo illuminato, che, anzichè ridere in faccia al produttore e venditore di un pezzo di rame al costo di uno di platino, ha aperto la sua mente e il suo portafoglio (e direi pure altro), all'ignoto.

Sì, perchè di questo si tratta.
Siamo pionieri, novelli Galileo, futuri Nobel che non si fermano davanti all'ovvio per varcare nuove frontiere.

Nuove determinanti scoperte ne scaturiranno.
E l'umanità tutta un giorno ci sarà grata.

Per ora ci sono grati i vari produttori e venditori di fuff, pardon, di sublimi opere d'arte.
Aloha.

Sei un poeta!

in realtà neanche gli elettroni c'entrano molto in questo viaggio. La corrente elettrica scorre molto lentamente. Il flusso di 1A in una sezione di un cavo da 2mm di diametro scorre alla bella velocità nell'ordine di 10cm all'ora! Non riuscirebbe a seguire neanche segnali a frequenza di terremoto. E' il campo elettrico che la fa da padrone. Perciò di fronte al segnale audio, alternato, le particelle restano più o meno dove sono già. E probabilmente nessun elettrone della centrale elettrica raggiungerà mai il nostro impianto. Per vedere gli elettroni viaggiare realmente a velocità elevate dobbiamo creare un vuoto, e accelerarli con una grande differenza di potenziale; come nel vecchio tubo catodico (o come in una 845  ).

capitanharlock ha scritto:Esattamente come gli switch del thread, Biturbo.

mantraone ha scritto:

Francemare ha scritto:
Non è migliore ... è un elettrone audiofilo !!!! 

Comunque ... cambiando i cavi, anche gli Ethernet, e cambiando lo switch il suono dell’impianto è cambiato, non so il perché nè il percome ... ma è cambiato (la mia laurea di ingegnere mi fa tremare la mano mentre scrivo, ma le orecchie dicono che è vero .... e non venitemi a raccontare la solita “palla” dei bias cognitivi, delle suggestioni, degli ascolti con o senza occhi ...), certo non viene stravolto ... ma cambia !

Quest sta succedendo al di la degli Eternamente sciettici... perché loro sanno tutto, mentre sanno di non sapere...

ovvimente la loro reticenza a non fare prova alcuna, dimostra la loro chiara malafede....

capitanharlock ha scritto:

mantraone ha scritto:

Quest sta succedendo al di la degli Eternamente sciettici... perché loro sanno tutto, mentre sanno di non sapere...

ovvimente la loro reticenza a non fare prova alcuna, dimostra la loro chiara malafede....

Evidentemente giova ripeterlo, se ho un apparecchio che migliora cambiandogli i cavi, non sono i cavi a dover essere cambiati, ma quell’apparecchio.
E NO, non farò MAI e poi mai alcuna prova di cambio cavi.
Li lascio a voi, piuttosto impollino i kiwi.
E lo switch NON LO USO, N O N  L O  U S O.
Forse se facessi un disegno...

Francemare ha scritto:
Comunque ... cambiando i cavi, anche gli Ethernet, e cambiando lo switch il suono dell’impianto è cambiato, non so il perché nè il percome ... ma è cambiato (la mia laurea di ingegnere mi fa tremare la mano mentre scrivo, ma le orecchie dicono che è vero .... e non venitemi a raccontare la solita “palla” dei bias cognitivi, delle suggestioni, degli ascolti con o senza occhi ...), certo non viene stravolto ... ma cambia !

mantraone ha scritto:
Tutti sanno che i cavi hanno una loro funziona del setup dell'impianto, non tutti si aspettavano altrettanto di quelli digitali eppure...

slash ha scritto:
se ci fai caso anche le foto digitali sono migliori