Il ripping invece trasforma l'uso del supporto in liquida.
Il backup se non sbaglio estrae il file ISO.
E' una storia trita purtroppo.JacksonPollock ha scritto:Prima li facevano tutti così, poi con il tempo hanno massificato la produzione.
Per quello costano (e costavano) di più.
si fa il ripping del cd audio per recuperare il più possibile il segnale digitale presente nel cd audioPoonie ha scritto:Non esattamente, a me serviva il supporto fisico, quindi mi era necessario copiare il cd su cd-r.
Il ripping invece trasforma l'uso del supporto in liquida.
Il backup se non sbaglio estrae il file ISO.
il cd audio è pieno di errori di vario tipo.Poonie ha scritto:Scusami ma temo di non aver capito, posto che non sono certo una cima sull'argomento.
Però il ripping, da quando lo faccio io, mi trasforma il CD in file wave, o flac, cioè lo copia per intero senza alcuna compressione su HD o SSD in un formato apribile col programma per ascoltare musica.
Liquida, appunto.
La copia ISO invece serve solo per il backup ed eventualmente per masterizzare il CD tale e quale, ma il tuo discorso sugli errori non riesco a seguirlo..
Ciò che tu affermi del ripping per me è cosa nuova.
In sostanza se ho capito bene ti rippi il CD e poi lo manipoli con un programma per correggerlo a piacimento (soprattutto con eq se ho inteso bene) e poi lo ricopi su CD-R, o usi il file ottenuto per l'ascolto in liquida.
E' così?
JacksonPollock ha scritto:Poonie ha scritto:Non so se sia la stessa cosa, mi pare che quelli che ho visto io costassero un botto.JacksonPollock ha scritto:I CD-R con la parte riflettente oro esistono sin da prima che Amazon fosse l'ipotesi di un progetto.
Tutti i Kodak Photo CD erano oro per esempio, 1994/95...
Nell'intorno di quegli anni (quando i masterizzatori erano esclusivamente SCSI) la maggior parte dei CD-R era con laminatura oro.
Se trovo qualcosa posto.
Ma in definitiva erano migliori per la masterizzazione o no?
Sono la stessa cosa, la differenza è nel processo di produzione e non tanto nell'oro/argento.
Il foglio metallico è stampato con il materiale plastico e non incollato sopra.
Prima li facevano tutti così, poi con il tempo hanno massificato la produzione.
Per quello costano (e costavano) di più.
That Man On A Pedal ha scritto:Che non importi il formato, pare strano.
Il flac è pur sempre compresso ad esempio.
Ora, non è detto che un formato compresso conterrà per forza più errori di un non compresso, ma inevitabilmente conterrà meno informazioni.
Almeno ai fini del risultato credo importi.
I file scritti sul cd ed estratti “naturali” sono waw.That Man On A Pedal ha scritto:Non so se il cd contenga un wav.
Continuo ad arrancare.colombo riccardo ha scritto:
il cd audio è pieno di errori di vario tipo.
se fai una iso del cd audio che cosa ottieni? una copia con dentro anche questi errori.
rippare un cd serve per avere un backup esente il più possibile da questi errori digitali.
non importa il formato con cui viene salvato sull'hard disk il segnale digitale, basta che sia
in formato 16 bit e 44,1 kHz wave, flac, etc.
Poi se vuoi creare un cd audio parti da questi files digitali.
E quindi è meglio del wave?carloc ha scritto:Il FLAC è un formato compresso ma lossless, cioè privo di perdita di informazioni.
Una specie di Winzip per l’audio.
E io sono d'accordo.That Man On A Pedal ha scritto:Che non importi il formato, pare strano.
Il flac è pur sempre compresso ad esempio.
Ora, non è detto che un formato compresso conterrà per forza più errori di un non compresso, ma inevitabilmente conterrà meno informazioni.
Almeno ai fini del risultato credo importi.
Suona esattamente come un WAV ma occupa molto meno spazio.Poonie ha scritto:E quindi è meglio del wave?carloc ha scritto:Il FLAC è un formato compresso ma lossless, cioè privo di perdita di informazioni.
Una specie di Winzip per l’audio.
Ma a me non serve un file compresso, dove sta la convenienza?
Sulla gestione dei metadati?
Ma sono così importanti?
Eh, ho capito oDo....ma tu guarda dove mi sono andato a d infilare..oDo ha scritto:
infatti ai tempi esistevano anche i Verbatim Gold che si trovavano facilmente e costavano solo poco più dei normali silver, ma alla resa dei conti duravano come gli altri.
puoi tenerli in casa, in auto, in frigo o in cantina, ma come dicevi tu i masterizzati durano sempre meno degli originali, molto meno se ascoltati spesso
@Poonie, la soluzione è rippare su un bell hard disk (meglio + di 1 per sicurezza).
Suvvia, e fatti 'sto dac!
Quindi finora ho immagazzinato un formato con dei limiti..carloc ha scritto:Suona esattamente come un WAV ma occupa molto meno spazio.
I Metadati sono gestiti perfettamente, contrariamente ai WAV
Interessante.oDo ha scritto:mah, più che il formato, un buon punto di partenza per ottenere un buon risultato e un cd leggibile un po' su tutto è estrarre a bassa velocità e masterizzare a bassa velocità.
Se poi si ha tempo (parecchio) e voglia (tanta) si può ritoccare e ottimizzare il risultato come dice il Tenente prima della scrittura.
Chiaro che se l'obiettivo è masterizzare e non conservare su HD, ha più senso estrarre direttamente in wav per evitare un'inutile doppia conversione.
Sul fatto che un buon flac sia meglio o peggio del wav originale si sono scritti fiumi di parole (i Jalisse!!! ) per anni, quindi personalmente...mi astengo
Ecco, qui mi perdo definitivamente, ma già lo sapevo perchè io non ho queste conoscenze.JacksonPollock ha scritto:Se ti fai una ISO+CUE o BIN+CUE puoi sempre ottenere dei file WAV che poi convertirai nel lossless che preferisci.
Non è che facendo la ISO hai più errori che se fai il rip direttamente in Wav/Flac.
L'importante è non inserire velocità assurde in lettura.
Mi ricordo il primissimo Plextor SCSI che ho avuto forzava 1X per i CD Audio.
In pratica per rippare un CD da 60minuti ci volevano 60minuti.
Un formato lossless è lossless, quindi senza perdita.
Questi algoritmi hanno iniziato a prendere piede con il miglioramento dell'impiego delle risorse e delle capacità di calcolo degli elaboratori.
Il concetto è tutto nel file ZIP presentato da Carlo.
A metà anni '90 per aprire un file ZIP di qualche decina di MB servivano minuti.
Non era pensabile inserire queste caratteristiche nei file multimediali per fruizione "live".
Anche ad altissimi livelli si usavano file proxy (esempio in mixing audio, editoria o montaggio video)
Oggi PNG, FLAC sono la normalità perchè di potenza di calcolo ne abbiamo a pacchi, anche in una scatoletta di acrilico come i Rasp.
Questi file vengono decompressi istantaneamente e permettono la fruizione.
L'applicazione che li riproduce (ovvero che li decodifica) ha un ruolo nella resa.
Quanto a ritoccare e ottimizzare il risultato è un passaggio che nemmeno credevo esistesse.
Non so in cosa consiste ne' se ne può valere la pena.
Immagino di si.carloc ha scritto:FLac è più conveniente. Sullo stesso HD immagini molta più roba.
Pazzesco, questa è roba da nerd.JacksonPollock ha scritto:
Il ritocco che facevo io era la de-enfatizzazione dei primi CD che erano caratterizzati dal pre-emphasis... Il Lettori CD in lettura riconoscevano la presenza e de-enfatizzavano "smussando" le spigolosità. Il ripping all'epoca non lo permetteva.
Oltre a questo c'è il watermaring, ma anche lui ormai viene bypassato dai software molto agilmente (XLD che è l'equivalente di EAC per Mac per esempio lo individua e lo taglia via).
Poi ovviamente anche eventuali errori di registrazione/clipping che con i dac contemporanei e gli stadi d'uscita sempre più trasparenti, le catene super risolventi ti vengono sbattuti in faccia.
Molto dello scetticismo verso la musica in formato digitale (file) nasce anche da questo.
Ho un botto di CD di etichette minori (e anche qualche major) che nel lettore suonavano gradevoli, in FLAC strilla(va)no.
Oggi però siamo nel 2021, i dac e lettori più carrozzati identificano la presenza e de-enfatizzano "live" loro direttamente sul file, quindi per quanto mi riguarda, tempo perso.