A prescindere dalla qualità dell'app nativa con tecnologia proprietaria HEOS ... Quando un segnale viene preamplificato dal cellulare (visto che se ho ben capito va alzato il volume in una app, qualsivoglia essa sia), trasmesso, rielaborato dal pre del Denon, viene inevitabilmente elaborato, compresso, equalizzato e di conseguenza le probabilità di peggioramento sono abbastanza elevate.
Se poi HEOS siamo certi che non modifica il segnale, o e' solo un'interfaccia per comandare lo streaming nativo di Denon allora va indagato come mai ci sia questo problema e la causa potrebbe essere diversa.
Non è così... Dipende da caso a caso.
La HEOS funziona come i protocolli DNLA, Roon, Bluesound ecc...
Il segnale non passa dal cellulare ma viene "instradato" al networkplayer.
In pratica quello che arriva al Denon è il percorso (un indirizzo) che indica dove andarsi a pescare il file, sia esso in un server remoto o locale. Tanto che puoi spegnere lo smartphone e tutto continuerà a suonare.
In questo scenario il flusso dati è intatto, ed è tutto in mano al convertitore interno del Denon.
Tipicamente queste APP possono includere anche un DSP e altri controlli, che intervengono su questo suono solo se chiamati in causa, ma non è l'app a fare le elaborazioni, le fa il processore del player (tipicamente). Sono rimaste in poche quelle che usano il processore dello smartphone per fare elaborazioni.
In alcuni casi può capitare che passino dai protocolli interni del sistema operativo del device instaurando una comunicazione punto-punto.
Un esempio sono i protocolli AirPlay, Chromecast, ecc... In quel caso l'elaborazione è fatta dallo smartphone di turno e possono accadere le cose che descrivi (conversioni, equalizzazioni ecc...).
Questa seconda strategia (di solito) è utilizzata quando il servizio di liquida non è supportato nativamente, oppure quando si decide di riprodurre musica fisicamente presente sullo smarphone. Di solito questo comportamento viene evidenziato nell'interfaccia: il player infatti è "duplicato" con a fianco l'icona del protocollo che si vuole usare.
sono di "vecchia" scuola e per principio non uso app per trasferire il suono per quanto valide possano essere, in quanto (se ho capito) veicolano un segnale ricevuto dal cellulare, convertito in qualche modo dal cellulare ed inviato in qualche modo all'impianto per quanto ben fatto e certificato sia tutto l'acrocchio)
Ti svelo un arcano... Se usi Audirvana stai facendo
esattamente quello che descrivi, basta che sostituisci "cellulare" con "PC/Mac".

Tu immagino userai un cavo USB che va ad un DAC, se installassi Audirvana sullo smartphone e collegassi lo stesso al DAC saresti nello stesso identico scenario che chiami "vecchia scuola". Audirvana nello specifico permette di bypassare le limitazioni imposte dai sistemi operativi (tutti, inclusi quelli del tuo PC).
Come Audirvana esistono molte altre APP che lo permettono.
il Networkplayer di fatto è come se fosse un mini-computer che assolve ad un solo compito: leggere un file e mandarlo ad un dac.
Quindi sostituisce un cavo con un cavo (USB con Ethernet) o addirittura lo elimina (se si va in WiFi).
La APP in quel caso diventa un banale telecomando.
Ergo... Passino i cavi USB, passino anche i cavi ethernet... Ma i telecomandi non influiscono sul suono.

Non sono lo smartphone o la APP gli oggetti incriminati ma il protocollo specifico con cui dialogano con il player/dac.