Una settimana con la Meze 109 Pro

Avevo sentito parlare di questa cuffia dall’amico Alessandro Fiori, il quale mi aveva raccontato con vero trasporto delle ottime caratteristiche di questa cuffia dinamica dal costo “possibile”, in un mondo dove il costo dei singoli oggetti ha raggiunto cifre senza senso, specialmente se riferite a dei giochi per adulti.

Il fatto che le ottime prestazioni della cuffia venissero rilevate da un catena che propone il mio stesso amplificatore cuffia, mi aveva ulteriormente fatto salire la scimmia quantomeno sulla schiena, se non proprio sulla spalla.

Debbo evidenziare a chi legge che ho ormai trovato la pace cuffiofila con un setup elettrostatico di altissimo livello prestazionale (IMHO, ovviamente), ma 45 anni di interesse per le cuffie lasciano il segno e la voglia di provare questo “piccolo miracolo” è cresciuta col tempo.

Fino a quando ho conosciuto Massimo Bianchi, persona “di una volta”, dotata di grandissima gentilezza e disponibilità, al quale ho chiesto se fosse possibile provare la cuffia. Dopo un naturale momento di perplessità, subito fugato, ed una piacevolissima telefonata, ho ricevuto conferma che la cuffia mi sarebbe stata inviata per una prova a casa.

Cuffia nuova “di pacca”, come si suol dire in Padania, che ha quindi dovuto subire un burn-in di una cinquantina di ore, come suggerito da Massimo stesso, prima di essere ascoltata seriamente.

La cuffia arriva in una bella confezione, efficacemente protettiva, senza inutili fronzoli utili solo ad elevare il prezzo di vendita, con due cavi di differente lunghezza, per l’uso casalingo e per quello in mobilità. Cavi solo mini-jack, con adattatore. Probabilmente la qualità della cuffia meriterebbe qualcosa di più, ma per quello c’è un grande after market italico al quale attingere, anche perché i prezzi dei cavi Meze sono, a mio modesto avviso, un poco fuori mercato dato il segmento di prezzo della 109.

La cuffia è molto ben costruita, con un intelligente archetto con adattatore ad elastico abbastanza ampio per regalare sensazioni di più che buona durabilità; la cuffia si calza benissimo, anche su teste importanti come la mia, e si posiziona in modo fermo, senza scivolamenti o sbandamenti a seguito di movimenti della testa stessa. Belli i cups in legno, con spine per i connettori (uno per padiglione) del cavo ben sagomati e dotati di ottimo fermo.

Una volta indossata la si dimentica completamente e si può ascoltare per ore senza alcun fastidio. Nessun rumore proveniente dai cavi, con grande soddisfazione del sottoscritto, e possibilità di ascolto ottimale anche senza dover togliere gli occhiali (niente male!).

Il software scelto per gli ascolti è tutto ad alta risoluzione (PCM e DSD), scelto fra le diverse categorie musicali, al fine di mettere un poco alla corda la cuffia.

All’inizio ho fatto dei confronti fra la cuffia “liscia” e la cuffia equalizzata secondo diverse curve reperibili in rete; dopo un paio d’ore di ascolti ho deciso di non applicare alcune equalizzazione, che migliorava sì qualche cosa ma, sostanzialmente, toglieva vivacità e naturalezza alla cuffia.

Le prime due caratteristiche che si percepiscono chiaramente, a prescindere dal genere musicale scelto, sono la grande musicalità e la totale assenza di fastidio. Ho fatto ascolti anche di 5 ore consecutive, senza provare alcun fastidio e, di conseguenza, alcun desiderio di togliere la cuffia.

L’impronta sonora della cuffia è, per me, un bellissimo ritorno all’ascolto delle cuffie dinamiche di qualità; debbo dire che negli ultimi anni l’ascolto delle cuffie magnetoplanari, così rigorose, così vogliose di somigliare sempre più ad un sistema a diffusori, così mirate all’esasperazione del dettaglio, mi ha stancato molto, facendomi rimpiangere vecchie regine del passato, come la Beyer T1, giusto per citarne una. Non tutte le magnetoplanari mi hanno deluso, ma sostanzialmente mi è rimasta nel cuore solo la HiFiMan HE-1000 prima serie. Tutte le altre, macchine esasperate e mirate alla prestazione assoluta, solo ottimi ricordi di un giorno.

La 109 si proietta in un mondo a me molto più consono, ovvero quello delle cuffie che sanno di essere delle cuffie e suonano come delle cuffie, nel modo migliore possibile: scena normale, tridimensionalità normale (una piccola sfera poco più grande della stessa), grandissima naturalezza, grande musicalità. Occorre altro? Per me no, ovviamente.

La Meze ha una gamma bassa (forse meglio dire medio-bassa) presente, abbastanza profonda e ben articolata, capace di regalare emozioni. Il pedale dell’organo nella Toccata e Fuga in Re minore di Bach lascia il segno ed emoziona. Così come il basso elettronico di Desert Rose di Sting. Grande coinvolgimento anche ascoltando Saxophone Colossus in versione originale mono, dove tutta la partitura del contrabbasso si dipana con grande chiarezza. Ho letto in rete alcune recensioni che definiscono la gamma bassa della 109 sporca, slabbrata e poco profonda… che dire? Ci sta tutto, probabilmente non l’hanno potuta ascoltare con un’amplificazione adeguata!

Una gamma bassa così importante potrebbe sporcare qualcosa nei registri superiori, ma… nulla! La gamma media appare molto pulita, priva di colorazioni ma suadente, ammaliante. Anche una voce ricca di sibilanti come quella di Alison Moyet non infastidisce, pur percependo con chiarezza tutte le sfumature. Il Concierto di Aranjuez, suonato da Carlos Bonell è uno spettacolo di armonia, dove tutto appare nel posto giusto, con la giusta sonorità. Ed anche le voci maschili (Jon Anderson, Gabriel, Collins, il grandissimo Tony Bennet) sono rese davvero bene, senza risultare mai sporcate dal medio/basso.

E la gamma acuta? La gamma acuta è quella che più risente, a casa mia, della scelta dell’amplificatore. Paradossalmente, con alcune incisioni, il mio MHz Lilliput (con GEC A1834 come finale) regala una gamma acuta più presente di quella resa dall’ AF-N V5. Niente di eclatante, ovviamente, ma percepibile anche da un sordologo come il sottoscritto. Tutto resta, in ogni caso, assolutamente intellegibile, si tratta di una sfumatura che potrà piacere o meno a chi ascolta.

All’ultimo giorno, prima del re-imballo della cuffia, discografia completa periodo Gabriel dei Genesis in DSD. Spettacolo puro! Anche con il sistema portatile Hidisz A80 Pro/D80, grazie alla elevata sensibilità della cuffia nessun cedimento, nessuna carenza dinamica, nessuna compressione.

Alla fine, che dire? Per me, e sottolineo per me, grandissima cuffia, dall’incredibile rapporto qualità/prezzo. Finalmente un prodotto quasi abbordabile per parecchie tasche, con garanzia di eccellente qualità anche con amplificazioni “umane”. Attenzione solo all’accoppiamento con le amplificazioni, vista la sensibilità superiore ai 100 dB.

Grazie infinite a Massimo Bianchi (Nipper Audio Club) per la squisita gentilezza e per la non scontata disponibilità, che al giorno d’oggi rappresentano un plus di grande valore.

Buoni ascolti a tutti.