Finalmente ci siamo, il Niimbus e la Susvara si sono sciolti. Il tempo necessario è stato lungo perché la cinesina ha un rodaggio molto lungo per esprimersi al meglio. Mr. Fang consiglia almeno 150 ore ma le mie sensazioni mi hanno fatto allungare il rodaggio.
Anche l’amplificatore è stato rodato a dovere per potergli consentire di esprimere la sua teutonica precisione.
La catena che ho utilizzato per la prova è costituita da un PC con Daphile collegato, con cavo USB Intona Reference, al DAC Metrum Onyx con i nuovi convertitori DAC3 a bordo mentre la prima parte della prova è stata condotta con l’eccellente DAC Sonnet Pasithea. I cavi di segnale tra DAC ed ampli sono stati realizzati con l’ottimo Duelund Duelund Round Silver cotton in oil 0.4mm (26GA) di cui stiamo parlando nel thread relativo appunto ai cavi Duelund.
Iniziamo dalla descrizione degli oggetti.
L’amplificatore ha una bella struttura in acciaio con un frontale da 10mm di spessore in alluminio. La costruzione fornisce una bella sensazione di solidità. La potenza d’uscita è di 7 W a 50 ohm con uno swing in tensione di 32 V su un carico di 600 ohm… insomma pilota un po’ di tutto ed in scioltezza. Per terminare la descrizione, l’ampli è in grado di svolgere le funzioni di preamplificatore in un impianto per diffusori essendo in grado di pilotare qualsiasi integrato/finale. Una chicca è la regolazione del volume che non avviene con il classico potenziometro bensì con un relè reed a 256 passi per una trasparenza del suono ancora superiore.
Le Hifiman Susvara sono confortevoli con i loro 450 grammi di peso. L’headband è comodo anche per teste di taglia XL ed i padiglioni sono confortevoli come un guanto. L’imbottitura in morbida pelle dei padiglioni calza perfettamente e, intelligentemente, a contatto con l’epidermide non c’è la pelle del padiglione ma un leggerissimo tessuto traspirante che aiuta a tenere “fresco” l’ascoltatore. Si vede che per questa cuffia è stato fissato un livello qualitativo elevatissimo, la cura con cui è stata realizzata si percepisce chiaramente al primo contatto e non ha nulla da invidiare alle altre cuffie top, anzi…
Quello che più mi preoccupava della Susvara era la sua “durezza” data una sensibilità di soli 83,5 dB che ha portato più di qualcuno a pilotarla collegandola direttamente a finali di potenza attraverso dei “tail” appositamente realizzati. La preoccupazione è svanita una volta collegata la cuffia al Niimbus US5 PRO che l’ha pilotata agevolmente e senza affanni.
L’unico appunto che mi sento di muovere riguarda il cavo della cuffia. Quelli in dotazione (sono 2, XLR a 4 pin e sbilanciato con jack da 6,3 mm) in rame argentato sono buoni ma, secondo me, la cuffia poteva dare qualcosa in più. A quel punto ho ordinato un cavo custom da Invictus Cable in oro, argento e palladio. La cuffia ha fatto un salto ulteriore in avanti ma ne parleremo nel corso degli ascolti.
Passiamo ora alle prime note di ascolto.
Cosa possiamo aspettarci da un sistema cuffie di livello molto alto? Direi, lapidariamente, tanto, molto più di quanto si possa pensare.
Appena sballato avevo messo il sistema in rodaggio ricavandone delle buonissime sensazioni ma si avvertiva che si trattava di una Ferrari che stava camminando con il freno a mano tirato. A quel punto ho deciso di procedere con un rodaggio “violento” lasciando ampli e cuffie al lavoro H24. In questi ultimi giorni, ritenendo il sistema ormai maturo, ho iniziato gli ascolti.
La mia playlist di riferimento
Nils Landgren – Sentimental Journey
Pat Metheny – Imaginary Day
Kenny Burrel & Coleman Hawkins – Tres Palabras
Bill Evans & Tony Bennet – The Tony Bennet \ Bill Evans Album
Some Other Time – John Nazarenko Trio
Thomas Newman – American Beauty
Beethoven – Kreutzer Sonata – Bruno Philippe e Tanguy de Williencourt
Vivaldi – Late concertos for violin, strings and basso continuo – Giuliano Carmignola e Venice Baroque Orchestra
Vivaldi – Musica Sacra per Alto – Dephine Galou e l’Accademia Bizantina di Dantone
Monteverdi – Orfeo – Rinaldo Alessandrini
Bach – The Complete Organ Works - André Isoir
Pink Floyd – Wish You Were Here
La prima cosa che salta all’occhio, anzi all’orecchio, è che si tratta di un sistema praticamente onnivoro. Digerisce il rock così come classica e jazz con assoluta naturalezza senza privilegiare un genere rispetto all’altro. Eccellente la trasparenza e la neutralità timbrica, una cuffia che più di qualcuno che l’ascoltata nel mio setup ha definito precisissima.
La gamma bassa è velocissima ed estesissima con il sub basso sempre ben presente ma controllato e senza sbavature. Non ho rilevato nessun impastamento e, nonostante la velocità, la riproduzione della gamma bassa avviene senza per questo tagliare la durata delle note o la loro decadenza naturale. Inoltre, presenta un’articolazione da primato.
La gamma media è esemplare, trasparente e neutrale senza la minima coloritura. La gamma alta è raffinatissima ed ottimamente estesa e, cosa importantissima, non genera il benché minimo fastidio all’ascolto.
Tutto ciò avviene senza andare a scapito della ricchezza armonica del messaggio musicale, cosa non del tutto scontata anche a livelli top.
Un altro aspetto immediatamente percepibile è l’energia che il sistema riesce a sprigionare per garantire la massima escursione dinamica del suono. La chitarra di Pat Metheny sembra uscire fuori dalle membrane per l’energia con cui viene riprodotta.
La collocazione spaziale degli strumenti è precisissima e gli stessi sono collocati sul palcoscenico con molta aria intorno così che la loro posizione possa essere individuata con esattezza, una cosa non proprio comune e, secondo me, di grande pregio.
Negli ascolti di classica il sistema mostra una grande capacità di fornire una rappresentazione tridimensionale della massa orchestrale. Si nota anche una corretta scansione dei piani sonori che evidenzia con precisione la profondità del palcoscenico. Quanto all’ampiezza del palcoscenico, non ha la rappresentazione da primato di una Sennheiser HD800 ma la riproduzione è assolutamente corretta e credibile.
Nella Sinfonia Concertante di Mozart è un godimento ascoltare il fraseggio della viola e del violino del primo movimento. Naturalezza e trasparenza accompagnano l’ascoltatore senza che si avverta nessuna forzatura con gli strumenti che si materializzano di fronte all’ascoltatore.
Nel disco di Bill Evans e Tony Bennet sembra di avere il mitico Tony in presenza davanti all’ascoltatore, con la sua voce che spazia dai pianissimo ai fortissimo con un’escursione dinamica splendida.
All’ascolto di Some Other Time del John Nazarenko Trio, invece, potete sentire la spazzola e le bacchette sui piatti e sul rullante con una precisione incredibile, per non parlare della resa eccellente del pianoforte.
Potremmo parlare dei bassi presenti nel disco di Thomas Newman colonna sonora di American Beauty…semplicemente tellurici! Vogliamo parlare della voce di Delphine Galou nella Musica Sacra per Alto di Vivaldi? Semplicemente angelica.
Se non l’aveste ancora capito, la Hifiman Susvara mi è piaciuto davvero parecchio. La cuffia si lascia ascoltare a lungo senza affaticare l’ascoltatore e con la qualità della sua riproduzione, vi terrà incollati sulla poltrona per ore ed ore ad ascoltare ottima musica.
La ritengo, senza ombra di dubbio, una delle migliori cuffie in circolazione ad oggi.
Ora è doveroso spendere due parole sul confronto con le cuffie che mi ha fatto ascoltare il buon
@fabiocrest .
Preciso che le mie considerazioni sono riferite all’ascolto effettuato utilizzando il mio setup (DAC + cavi + ampli) per tutte le cuffie.
Partiamo dalle Abyss.
La 1266 TC è una cuffia “esagerata” in molti sensi, a partire dall’estetica e dall’indossabilità. Quanto al suono mi è sembrata molto grintosa. La gamma bassa è dotata di “subwoofer integrato” che, secondo me ne inficia la precisione e l’articolazione nonostante l’impatto sia notevole. La gamma media è molto buona ma non raggiunge la trasparenza della Susvara. La gamma alta la trovo un pelo indietro e meno raffinata della Hifiman. Per i miei gusti, la trovo più adatta alla riproduzione di musica pop/rock che non alla classica.
Una bella cuffia è in invece la Abyss Diana TC, molto più equilibrata, secondo me, rispetto la sorella maggiore. Molto confortevole e ben costruita, mitiga i “difetti” della 1266 con una ottima gamma bassa e medi alti ben rifiniti.
Altra cuffia molto interessante è stata la LCD 5, forse la più piaciona del gruppo, con un leggero corpo sul mediobasso che dona calore al suono e la rende molto piacevole. Ben costruita e gradevole da indossare ha, nel complesso, una prestazione sonora ottima pur non raggiungendo, secondo me, la classe della Susvara.
Ovviamente quanto ho descritto è quello che io ho ascoltato nelle mie sessioni. Però garantisco che la Susvara merita davvero. Per questo motivo ho chiesto a Playstereo di tenere la cuffia e l’ampli per poterli fare ascoltare ai Gazebini che volessero provare l’ebbrezza di una signora cuffia.
Se ci fosse qualcuno dei nostri iscritti che volesse passare ad ascoltare la cuffia e bere un caffè sarebbe il benvenuto. Eventuali contatti via MP.