audio_fan ha scritto:Parlando di amplificatori stereo (non di HT) immagino che intendessi due uscite collegate alla stessa unica coppia di finali cioè che grazie a quelle due uscite posso avere due coppie di casse "A" e "B" e switchare i finali in alternativa su A o B o, eventualmente, mettere in parallelo le due coppie di casse con la selezione A+B che però - come sempre nel collegamento parallelo - riduce l'impedenza (a metà se le due coppie di casse hanno la stessa impedenza).
Subwoofer passivi non se ne sente parlare da un pezzo (*) - ne ho ancora uno in cantina! - l' idea di stornare potenza (**) dalle casse principali per indirizzarla ad una cassa esterna non è affatto vincente specie se le casse principali scendono già molto in basso come risposta in frequenza come le M.A. Silver 100.
(*) salvo il caso che siano alimentati da un amplificatore mono aggiuntivo, cosa che li equipara ai sub attivi
(**) le frequenze più basse richiedono molta energia, se non altro per questo è opportuno che i sub siano alimentati da un amplificatore specifico, che, detto per inciso, è quasi sempre di potenza superiore a quello principale
La doppia coppia di finali (A+B) esiste proprio per gestire situazioni come quella che ho descritto.
Quelli che fanno gli ampli a due canali (Accuphase, Marantz, Luxman, Denon, Rotel, McIntosh...) tutti con la doppia coppia di finali nelle serie sia entry che intermedie... Non credo siano tutti scemi...
Perdi un po' di potenza, ma il risultato c'è.
Un sub passivo ha mediamente un'impedenza di 8Ohm perchè c'è solo un woofer da muovere e non hai crossover, l'efficienza dipende principalmente da quanto è grande il woofer e il materiale della sospensione/cono.
Per un ascolto stereofonico
corretto servono
due sub, perchè i bassi sono localizzati proprio come il resto delle frequenze.
Mixare i due canali con un sub unico serve solo a dare peso dove non arrivano i monitor.
Scena, imaging e dettaglio vanno incontro ad un compromesso.
Con una coppia di sub passivi (8Ohm) sia il PMA 1600NE che il vecchio Luxman R1070 (in A+B) tiravo giù i tramezzi e non mi serviva andare sopra alle ore 11.
Con Lux ancora oggi piloto una coppia di Neat da 86dB e una coppia di Heco Celan da 90dB in parallelo senza colpo ferire, quindi un buon classe AB carrozzato teme solo
progetti sbagliati.
Produttori che fanno sub passivi esistono ancora molti sono nell'hi-end, ed esistono anche quelli ibridi che accettano gli ingressi HTL (tradotto, ci puoi mettere i cavi di potenza in uscita dal secondo set di morsetti).
Oggi sono principalmente tutti attivi per il semplice motivo che si fanno economie di scala, e i classe D costano una scemenza.
Il mercato a cui si riferiscono i sub è l'AV e non l'HiFi, lo dicono i numeri delle vendite.
I ricevitori AV devono gestire almeno 5 di speaker passivi, quindi i registri bassi hanno bisogno di un rinforzo (molto di più rispetto ai 2 canali) e viene da se che non ha senso avere due linee di produzione per lo stesso prodotto.
Non ultimo nell'home theatre il compromesso di mixare due canali per i bassi non è così evidente come per la stereofonia, anche se pure qui... Chi ha impianti importanti ne mette anche 4 di sub.
Quanto al problema dell'uscita fissa, ovviamente ultima spiaggia perchè mi sembra di capire che l'implementazione di Rega del pre-out sia (mi verrebbe da dire al solito) raffazzonata.
Certo è pur vero andrebbe ascoltata la catena nella stanza, e relativa distanza d'ascolto.
Anche per me
ad occhio non serve, ma l'acustica va valutata ad orecchio e può cambiare in maniera importante la percezione di una catena.
PS. Per un periodo tanti anni fa con il vecchio Pioneer avevo un sub attivo economico, che accendevo solo quando ascoltavo la sera a basso volume.
Era collegato proprio al Rec Out, unica uscita permessa dall'integrato, non comodissimo ma alla fine era uno switch in più... Magari potrebbe essere una soluzione di comodo in attesa di prendere un sub che accetti il livello di uscita del pre di Rega.