La lentezza.
Oggi è la giornata mondiale della lentezza.
ci sarà forse il tempo per fermarsi a pensare,,per leggere,o per ascoltare musica.
per l'audiofilo è sempre la giornata della lentezza.
egli sa e conosce il modo di ascoltare,di assaporare la musica e i suoni del proprio impianto.
L’homo digitalis posa delicatamente il dischetto nel lettore,senza traccia di polvere,sa che deve essere tutto in bolla,che deve essere alla giusta distanza d'ascolto,che nessuno deve disturbare,quando ha il telecomando in mano.
Sa che deve necessariamente accendere prima l'impianto..e..aspettare..attendere..con pazienza,molta pazienza.
Spesso egli stacca anche il telefono,per staccarsi dal mondo…poi segue con lo sguardo i cavi aggrovigliati dietro l’impianto,grossi pitoni accucciati in un accogliente tiepido asettico rettilario,immaginando il percorso del segnale in quel labirinto di rame.
L'audiofilo non puo' essere veloce.
Egli scruta,esamina,annota,confronta,e tutto con molta,molta calma.
Egli cerca la perferfezione,la magìa,la quintessenza della musica.
Egli è ben conscio che sta ascoltando l’impianto,non la musica.
Sa che è una ricerca improbabile,che lo deprime e lo schiavizza,ma per questo è ancora più caparbio,più felice,perchè sa che i risultati ottenuti sono frutto di giorni di ricerca,di notti insonni,di fugaci consigli,di prove sul campo.
L’homo vinilico è ancora più estremista.
Egli prende con delicatezza il 33 giri incellophanato dalla propria collezione.
Lo estrae dall'involucro,soffia leggermente sulla superficie prima di posarlo sul piatto..controlla che non siano comparse nuove righe dall’ultima volta che ha ascoltato il disco,lo gira di profilo per sincerarsi che non si sia imbarcato,..gli passa sopra il panno eliminando l'elettrostaticità, unge i solchi coi suoi liquidi miracolosi, poi appoggia il clamp e con gesti misurati e meccanici posa il braccetto con lo shell godere dei suoni emessi.
Poi si siede sulla propria poltrona preferita,spegne la luce,e attende.
Con calma,molta calma,egli si alzerà dalla sedia al termine della prima facciata del long playing e volterà delicatamente il vinile prendendolo dal bordo,per non lasciare traccia di ditate sui solchi.
Poi ripeterà con calma l’operazione,aspettando che finisca l’ascolto di tutto l’album.
Sprofonderà lentamente sulla sua poltrona preferita,chiuderà gli occhi e sognerà ancora nel buio.
Lentamente.
Molto lentamente.
li(t)z
"Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca."
M.Kundera,La Lentezza
Oggi è la giornata mondiale della lentezza.
ci sarà forse il tempo per fermarsi a pensare,,per leggere,o per ascoltare musica.
per l'audiofilo è sempre la giornata della lentezza.
egli sa e conosce il modo di ascoltare,di assaporare la musica e i suoni del proprio impianto.
L’homo digitalis posa delicatamente il dischetto nel lettore,senza traccia di polvere,sa che deve essere tutto in bolla,che deve essere alla giusta distanza d'ascolto,che nessuno deve disturbare,quando ha il telecomando in mano.
Sa che deve necessariamente accendere prima l'impianto..e..aspettare..attendere..con pazienza,molta pazienza.
Spesso egli stacca anche il telefono,per staccarsi dal mondo…poi segue con lo sguardo i cavi aggrovigliati dietro l’impianto,grossi pitoni accucciati in un accogliente tiepido asettico rettilario,immaginando il percorso del segnale in quel labirinto di rame.
L'audiofilo non puo' essere veloce.
Egli scruta,esamina,annota,confronta,e tutto con molta,molta calma.
Egli cerca la perferfezione,la magìa,la quintessenza della musica.
Egli è ben conscio che sta ascoltando l’impianto,non la musica.
Sa che è una ricerca improbabile,che lo deprime e lo schiavizza,ma per questo è ancora più caparbio,più felice,perchè sa che i risultati ottenuti sono frutto di giorni di ricerca,di notti insonni,di fugaci consigli,di prove sul campo.
L’homo vinilico è ancora più estremista.
Egli prende con delicatezza il 33 giri incellophanato dalla propria collezione.
Lo estrae dall'involucro,soffia leggermente sulla superficie prima di posarlo sul piatto..controlla che non siano comparse nuove righe dall’ultima volta che ha ascoltato il disco,lo gira di profilo per sincerarsi che non si sia imbarcato,..gli passa sopra il panno eliminando l'elettrostaticità, unge i solchi coi suoi liquidi miracolosi, poi appoggia il clamp e con gesti misurati e meccanici posa il braccetto con lo shell godere dei suoni emessi.
Poi si siede sulla propria poltrona preferita,spegne la luce,e attende.
Con calma,molta calma,egli si alzerà dalla sedia al termine della prima facciata del long playing e volterà delicatamente il vinile prendendolo dal bordo,per non lasciare traccia di ditate sui solchi.
Poi ripeterà con calma l’operazione,aspettando che finisca l’ascolto di tutto l’album.
Sprofonderà lentamente sulla sua poltrona preferita,chiuderà gli occhi e sognerà ancora nel buio.
Lentamente.
Molto lentamente.
li(t)z
"Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca."
M.Kundera,La Lentezza