I vecchi dipendenti dell’Ikea di Genova ricordano ancora di quell’anziano signore dall’aria mite arrivato in un fine estate del 1999 con una vecchia Volvo verdina e che, dopo un veloce giro nel negozio aperto da poco più di un anno, si presentò al banco dell’assistenza. «Sono Ingvar Kamprad, vorrei parlare con il direttore». Il signor Ikea, uno degli uomini più ricchi del mondo, scomparso ieri all’età di 91 anni a Smaland (Svezia), era così: un inno all’understatement. Di ritorno con la moglie Margaretha da un soggiorno presso amici di famiglia in Toscana aveva voluto dare un’occhiata all’ultimo (allora) dei suoi store in Italia. Come un cliente qualsiasi. Quasi scusandosi per il disturbo.
Una fortuna mai esibita né tantomeno ostentata: il padrone di Ikea ha sempre fatto una vita ritirata e tranquilla, all’insegna del risparmio e della parsimonia (o della tirchieria, secondo altri punti di vista). Lui stesso raccontò di acquistare abiti solo ai mercatini di seconda mano. Una rara foto che lo ritraeva qualche anno fa con i sacchetti della spesa di un modesto supermercato fece il giro del mondo. Amava passeggiare nei boschi, fare la spesa nel supermercato del paese dove risiedeva dal 1976: Epalinges, cantone svizzero di Vaud, 800 metri di altitudine e 7.700 anime. E, naturalmente, montava da solo i mobili (rigorosamente Ikea) di casa.
Una fortuna mai esibita né tantomeno ostentata: il padrone di Ikea ha sempre fatto una vita ritirata e tranquilla, all’insegna del risparmio e della parsimonia (o della tirchieria, secondo altri punti di vista). Lui stesso raccontò di acquistare abiti solo ai mercatini di seconda mano. Una rara foto che lo ritraeva qualche anno fa con i sacchetti della spesa di un modesto supermercato fece il giro del mondo. Amava passeggiare nei boschi, fare la spesa nel supermercato del paese dove risiedeva dal 1976: Epalinges, cantone svizzero di Vaud, 800 metri di altitudine e 7.700 anime. E, naturalmente, montava da solo i mobili (rigorosamente Ikea) di casa.