Etichette imperdibili

Salve a tutti,
sto cercando di orientarmi nel vasto mondo della musica liquida e, soprattutto, di riuscire in qualche modo a mettere un po' di disciplina negli ascolti che faccio, mi piacerebbe molto cercare di approfondire  determinati generi a cui mi sono approcciato da poco (Jazz, Blues e classica) e magari portare avanti anche gli altri che invece ho sempre ascoltato (Rock, prog, Metal ed elettronica), approfondendo anche le etichette storiche che hanno dato spazio agli artisti negli anni della rivoluzione musicale in modo da poter entrare in contatto e conoscere le basi per una prima alfabetizzazione sia per quanto riguarda la quantità degli artisti che la qualità delle registrazioni. 
Ovviamente sto cercando di compensare anche con la lettura di vari libri, cosa che mi piace molto (alla fine lo faccio anche per lavoro), ma non riesco a tenere il passo con gli ascolti e mi ritrovo a vagare in una selva oscura fatta di artisti molto interessanti, magari anche famosi ma a me sconosciuti.
Voi a quali etichette non potreste rinunciare, o meglio, quali etichette potreste consigliare e per quali generi?

Ohi che domandone, tanto per iniziare e dimenticandone ca un 95%
Jazz - Blue Note, Impulse, Columbia, Prestige,Capitol, Pablo, ECM, ATC
Classica: DG, Decca, EMI,Sony, Pentathon, Alfa,Harmonia Mundi,RCA,Berliner Philarmoniker, Channel Classics,Brilliant,Erato, LSO, SFO ...

Eheheheh hai ragione, prima di chiedere ho anche pensato: "E se mi facessero una domanda simile sulle case editrici?"

È una domandaccia ma già con la tua risposta ho un punto di partenza. 

Forse più che le etichette si dovrebbe guardare agli artisti.
Tanto per rimanere sul banale, la 9° di Ludovico van non la vuoi ascoltare diretta da Furtwangler e poi da Reiner e poi da Solti e poi Karajan e poi? ... fai tu. Bisogna vedere se il trasferimento in liquida è stato fatto almeno per le esecuzioni più importanti.
La etichetta principe per il jazz è la Blue Note, solo quanti capolavori sono stati incisi per altre più underground e oggi passate nel dimenticatoio?
Anche perchè molti artisti nella loro carriera hanno cambiato etichetta più volte.

heartbreaker ha scritto:Tanto per rimanere sul banale, la 9° di Ludovico van non la vuoi ascoltare diretta da Furtwangler e poi da Reiner e poi da Solti e poi Karajan e poi? ... fai tu. Bisogna vedere se il trasferimento in liquida è stato fatto almeno per le esecuzioni più importanti.

Ascolterò molto volentieri 

heartbreaker ha scritto:Forse più che le etichette si dovrebbe guardare agli artisti.

In effetti non hai torto, quello che però volevo fare, era proprio cercare di capire il Leitmotiv delle etichette più importanti (sempre che ne abbiano), partendo dal presupposto che non posso conoscere e ascoltare tutti gli artisti, avrei piacere di potermi orientare nei vari generi, per farlo mi sto già leggendo parecchia saggistica, cercando di ritrovare quello che leggo all'interno della musica che ascolto, però poter approfondire per categorie mi darebbe una sicurezza maggiore e una visione generale più ampia.

Forse il limite di questo approccio sta proprio nel fatto che le etichette raramente sposano una sola corrente o epoca o "stile".
Puoi trovare in DG Chopin e Xenakis, nel jazz magari c'è più omogeneità, il percorso può essere impervio.
D'altronde da qualche parte bisogna pur iniziare...

Intanto grazie davvero a tutti per i consigli, pensavo, sbagliando, che vi fosse una distinzione più netta tra  le varie etichette, nell'editoria, molte case editrici sono identificate da una linea editoriale ben precisa, che riguardi diverse aree di interesse o addirittura precise aree geografiche. Ma soprattutto vi è una distinzione tra case editrici molto netta anche sulla qualità di ciò che viene pubblicato.

Comunque per seguire i vostri consigli, oltre a prendere in Mano Polillo che già avevo comprato, mi arriveranno tra pochi giorni:





e poi un romanzo da portare avanti insieme agli altri e che probabilmente sarà il primo che inizierò:


https://antinomie.it/index.php/2020/04/28/geoff-dyer-le-icone-diffuse-del-jazz/

Ho deciso di partire dal Jazz che comunque è il genere di cui conosco meno la storia e le particolarità, ma che mi ha letteralmente folgorato.

Ted Gioia che oltre a scrivere è anche un buon pianista. 
molto bello e interessate il suo ultimo libro "delta blues" i grandi musicisti del mississippi che anno rivoluzionato la musica.
.
https://tedgioia.substack.com/p/is-old-music-killing-new-music?s=r
.
il romanzo di G. Dyer a me è piaciuto 
se vuoi approfondire ulteriormente 
prova
Flavio Caprera "Jazz music"(dai classici alle nuove promesse i protagonisti della musica afroamericana)
dischi consigliati.
.
wynton marsalis "come il jazz può cambiarti la vita"

Teraphoto ha scritto:Non si può dire che non ti piaccia approfondire!
Buona lettura e...buoni ascolti
Paolo

In effetti ogni tanto forse esagero, ma diciamo che leggere è l'unica cosa che mi riesce davvero bene. 

giaiant ha scritto:Ted Gioia che oltre a scrivere è anche un buon pianista. 
molto bello e interessate il suo ultimo libro "delta blues" i grandi musicisti del mississippi che anno rivoluzionato la musica.
.
https://tedgioia.substack.com/p/is-old-music-killing-new-music?s=r
.
il romanzo di G. Dyer a me è piaciuto 
se vuoi approfondire ulteriormente 
prova
Flavio Caprera "Jazz music"(dai classici alle nuove promesse i protagonisti della musica afroamericana)
dischi consigliati.
.
wynton marsalis "come il jazz può cambiarti la vita"

Grazie mille, intanto come previsto ho cominciato Dyer visto che Polillo tolto per l'occasione da scaffale, è stato democraticamente sequestrato da mia moglie. 
Sono veramente curioso di leggere Ted Gioia, inoltre sfrutterò i consigli per fare un bel focus in libreria appena arriveranno tutti. 

Grazie mille e buoni ascolti anche a voi!