Geronimo ha scritto:Conoscevo appena questo marchio e dal sito sembra essere un "hand-crafted in Italy" di livello super-hiend-estremo con diramazioni anche nel mastering, nella riparazione/assistenza tecnica di altri marchi e nell'installazione di sistemi audio-video.
Chi me parla?
Ciao a tutti, sono appena iscritto e mi permetto di rispondere perchè sono possessore da poco più di 15 giorni di un amplificatore finale Aurora Electron Device, precisamente il modello JSA-003.
Ho avuto la fortuna di averlo installato sotto la supervisione del progettista Ing. Claudio Chiappini, persona molto modesta ed educata, è entrato in casa mia in punta di piedi lasciando dietro di sè una nuova concezione della musica (ovviamente esprimo pareri personali).
Ho sostuito il mio pur buon (sempre secondo me) "
Z-100" con il suddetto perchè cercavo più dinamica, più controllo ed una timbrica migliore: ho trovato tutto questo , e anche di più, con lo JSA-003, purtroppo ad un costo non indifferente e sicuramente molto maggiore del "
Z-100"
Ai soli fini di dare una panoramica e capire quali cambiamenti ho percepito e come ciò è successo, indico brevissimamente il mio attuale impianto:
- Lettore CD Marantz CD-OSE 6000 KI series; NB, questo lettore CD è stato upgradato da Acoustic Fidelity (il "laboratorio" di Aurora Electron Devices); eventualmente in un altro post posso dilungarmi sulle modifiche eseguite;
- Preamplificatore Klimo MERLIN (a valvole, ha circa 15 anni ed è stato manutenuto 3 anni da Suono e Comunicazione a Bologna);
- Diffusori acustici OPERA mod. Callas Divina, il modello del 2014;
- Giradischi ROKSAN Radius V con testina Roksan Silver;
- AMPLIFICATORE: Aurora Electron Devices JSA-003
L'ambiente entro il quale quanto sopra si trova quanto sopra è la mia camera da letto, le cui dimensioni sono , circa, 4.5 x 4 metri, altezza 2.8 metri.
Ascolto in camera perchè se qualche volta voglio alzare il volume non disturbo nessuno (la parte notte dista 12 metri dalla parte giorno) ed inoltre i bimbi non costituiscono un pericolo per la incolumità dei pezzi sopra descritti, con particolare menzione agli altoparlanti e alla puntina del giradischi.
Fatte le dovute premesse, cosa posso dire in merito alla sensazione di ascolto? Prima dico che non sono un recensore, non ho esperienze mostruose alle spalle in ambito Hi-FI, mi fido quasi esclusivamente delle mie orecchie (nel bene e nel male ovviamente, dato che per certo non sono tra i fortunati ad avere un orecchio assoluto). Le differenze principali, rispetto alla configurazione precedente, che più mi hanno stupito sono:
- allargamento macroscopico della scena sonora, soprattutto in larghezza, come se la stanza si fosse dilatata di almeno 2 metri;
- idem come sopra ma riferito alla profondità della scena: tra me ed il fronte sonoro è cambiato il posizionamento relativo, sembra adesso di essere immerso, di far parte del segnale musicale, di percepirlo;
- la definizione: lungi da essere un suono stucchevole, che alla fine stanca (ed anzi, è esattamente l'opposto), è stupefacente (sempre secondo me) come i dettagli siano adesso percepibili senza sforzo apparente e, soprattutto, per un lungo periodo d'ascolto; la fatica d'ascolto è un fenomeno che non è ascrivibile a questo amplficatore;
- riesco a percepire suoni che prima mai avevo sentito: ho bene in mente un finale di una canzone dove i colpi sulla grancassa della batteria erano perfettamente intelligibili nonostante fossero veloci e timbricamente corretti: è come se si fosse davanti ad un antico dipinto sottoposto ad un restauro , laddove lo splendore iniziale è ancora presente e la patina di "sporcizia" precedente completamente rimossa , un lontano ricordo. Ma vale anche per il basso elettrico, con le note stagliate precise (don't give up di Peter Gabriel), mai debordanti o sopra le righe, ed ancora le voci con i cori (Annarella di CSI/CCCP in concerto, laddove le voci di Giovanni Lindo Ferretti, assieme a quelle femminili e degli altri del gruppo si amalgano alla perfezione nella voluta sovrapposizione che lo spartito impone, lasciando al suo posto basso di Gianni Maroccolo a comandarne la cadenza...)
- dinamica: sia la micro (quella più bella, a basso volume, dove a volte ti vien voglia di abbassare in presenza di un crescendo orchestrale (Mahler) oppure nel Jazz (Dave Brubecks, Take Five) con la tromba da una parte ed i violenti colpi sulla batteria dall'altra ti fanno sentire dentro l'evento, ed in tutto questo con le note del pianoforte di Brubecks perfettamente presenti ma ad accompagnare senza rivaleggiare con gli altri strumenti, sia la macrodinamica, meravigliosamente sparata in faccia (pardon: orecchie) e nello stomaco con le bordate delle grancasse delle batterie (Dire Straits all'inizio di Money For Nothing).
- timbrica: probabilmente tutto quanto sopra sommato assieme mi ha dato la possibilità di sentire con chiarezza la differenza tra un clarinetto ed un sassofono. Chiarisco: non che prima non fosse possibile, ma adesso è tutto molto più facile.
Ho dovuto "riprogrammare" l'ascolto e riparametrare i miei punti fissi: i diffusori sono adesso più vicini al muro di fondo (e su questo devo dire che il progettista mi aveva avvisato: è un fenomeno che capita a chi acquista gli amplificatori Aurora che, a causa del loro elevatissimo fattore di smorzamento, fanno sembrare i bassi asciutti o meno presenti, mentre in realtà il maggior controllo porta a rivedere posizioni in precedenza sbagliate o, per lo meno, non accurate).
Sto ancora godendomi lo spettacolo di ascoltare tutti i miei vinili e CD, e finora non ho trovato un difetto vero che non sia il prezzo di listino, ma credo che i miracoli non siano di questo mondo...
Perdonate eventuali inesattezze o spiegazioni poco chiare, ma soprattutto perdonate l'eccesso di entusiasmo che, a volte, sfocia nella mancanza di obbiettività (e d'altra parte le sensazioni che provo durante l'ascolto sono solo mie e difficilmente percepibili anche da altri nella mia stessa maniera)
In fede,
Gianni Sartore