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Buongiorno 

Buongiorno

in Ascolto: Love is a Woman primo album di Giuni Russo, anzi in questo specifico si faceva chiamare Junie Russo del 1975 cantato interamente in inglese. Lavoro abbastanza interessante, anche se piuttosto ibrido con la voce di Junie splendida, ma ancora acerba come se non avesse direttive precise e con i brani che virano indiscriminatamente dal "jazzy" al pop e alla psichedelia abbastanza "light". Provenendo dalle canzonette tardo anni sessanta dove usava il suo vero nome, Giusy (Giuseppa non se po' sentì) Romeo, questo album, innovativo per lei, non ha l'appeal per imporla all'attenzione del pubblico di conseguenza viene ben presto abbandonata al suo destino dalla casa discografica (BASF). 

Dopo un paio di 45 giri non interessanti e collaborazioni con personaggi di spessore ben inferiore al suo o perlomeno anni luce lontano dal servirle alla valorizzazione, tipo Malgioglio, ecco finalmente l'incontro che le cambierà la vita, quello con Franco Battiato. 
Questa sinergia fa scoccare in Giuni la scintilla della sua vera arte e proporrà alla CBS, quindi ad una recettiva ma troppo scaltra Caterina Caselli, il fenomenale "Energie" che resta per me, fondamentalmente, ancora il suo album migliore.

L'ex "casco d'oro" cercherà di indirizzarla verso la canzone commerciale, comunque d'autore, per sfruttare in soldoni i suoi vocalizzi che il pubblico tanto ama (vedi "un'estate al mare" dove riprodurrà nel finale con la sua sola voce il verso del gabbiano), ma Giuni ambisce a ben altro, molto meno commerciale; questa dicotomia sarà per sempre una grossa spina nel fianco della cantante palermitana fino ad ingaggiare furiose litigate con la Caselli. 

Riuscirà ad affrancarsi sempre con la collaborazione degli amici Battiato e Camisasca fino a riuscire ad incidere l'altro suo capolavoro, l'incredibile album "A casa di Ida Rubinstein" che vola talmente alto nella rivisitazione in chiave personale di famose arie ottocentesche di Bellini, Verdi e Donizetti che nessuna casa discografica vuole minimamente pubblicare (ci penserà l'amico Battiato che dall'alto della sua popolarità costringe praticamente una sottoetichetta della Emi a farlo). 
Ovvio che l'album, a promozione zero o quasi, ma soprattutto difficilissimo per le masse, sarà un fallimento commerciale totale. 


Ci saranno nella sua carriera altre magie  come la sua versione da brividi de "Il Carmelo di Echt" di Camisasca, dove è assolutamente impossibile riuscire a non commuoversi all'ascolto, poi la subdola malattia che ci strappa via, oltre alla sua grande umanità, la voce femminile italiana più bella di sempre.

phenny ha scritto:

in Ascolto: Love is a Woman primo album di Giuni Russo, anzi in questo specifico si faceva chiamare Junie Russo del 1975 cantato interamente in inglese. Lavoro abbastanza interessante, anche se piuttosto ibrido con la voce di Junie splendida, ma ancora acerba come se non avesse direttive precise e con i brani che virano indiscriminatamente dal "jazzy" al pop e alla psichedelia abbastanza "light". Provenendo dalle canzonette tardo anni sessanta dove usava il suo vero nome, Giusy (Giuseppa non se po' sentì) Romeo, questo album, innovativo per lei, non ha l'appeal per imporla all'attenzione del pubblico di conseguenza viene ben presto abbandonata al suo destino dalla casa discografica (BASF). 

Dopo un paio di 45 giri non interessanti e collaborazioni con personaggi di spessore ben inferiore al suo o perlomeno anni luce lontano dal servirle alla valorizzazione, tipo Malgioglio, ecco finalmente l'incontro che le cambierà la vita, quello con Franco Battiato. 
Questa sinergia fa scoccare in Giuni la scintilla della sua vera arte e proporrà alla CBS, quindi ad una recettiva ma troppo scaltra Caterina Caselli, il fenomenale "Energie" che resta per me, fondamentalmente, ancora il suo album migliore.

L'ex "casco d'oro" cercherà di indirizzarla verso la canzone commerciale, comunque d'autore, per sfruttare in soldoni i suoi vocalizzi che il pubblico tanto ama (vedi "un'estate al mare" dove riprodurrà nel finale con la sua sola voce il verso del gabbiano), ma Giuni ambisce a ben altro, molto meno commerciale; questa dicotomia sarà per sempre una grossa spina nel fianco della cantante palermitana fino ad ingaggiare furiose litigate con la Caselli. 

Riuscirà ad affrancarsi sempre con la collaborazione degli amici Battiato e Camisasca fino a riuscire ad incidere l'altro suo capolavoro, l'incredibile album "A casa di Ida Rubinstein" che vola talmente alto nella rivisitazione in chiave personale di famose arie ottocentesche di Bellini, Verdi e Donizetti che nessuna casa discografica vuole minimamente pubblicare (ci penserà l'amico Battiato che dall'alto della sua popolarità costringe praticamente una sottoetichetta della Emi a farlo). 
Ovvio che l'album, a promozione zero o quasi, ma soprattutto difficilissimo per le masse, sarà un fallimento commerciale totale. 


Ci saranno nella sua carriera altre magie  come la sua versione da brividi de "Il Carmelo di Echt" di Camisasca, dove è assolutamente impossibile riuscire a non commuoversi all'ascolto, poi la subdola malattia che ci strappa via, oltre alla sua grande umanità, la voce femminile italiana più bella di sempre.

Ottima segnalazione. Grazie!

sibry ha scritto:per alcuni un capolavoro
Una pietra miliare nel jazz
disco strepitoso
ecc. ecc.
per me... musica insopportabile, mi rende nervoso, non riesco mai ad arrivare alla fine dell'album.
Problema mio, ovvio.
E allora... perchè lo metti, qui?
beh... l'avevo comprato a suo tempo, avendone letto meraviglie. 
Delusione totale.
vabbeh. pazienza.

passo oltre, che è meglio!

a me non dispiace e consiglio pure questo che secondo me è meglio

dal nome della band è anche chiaro il genere

con questo disco invece torniamo alle origini.................blues!

non male! 

ottimo chitarrista acustico per questo bel disco molto ben registrato .

il primo disco per questo chitarrista RockBlues.

Buongiorno dormiglioni!

Buongiorno! 

Buongiorno ritardatario 

Max, sta dicendo a te... 

Ovviamente...

Buongiorno 

 ;giorno