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Immagine Sonora
Il Gazebo Audiofilo

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    Messaggio Da Ospite Sab Gen 03 2009, 19:28

    L’IMMAGINE SONORA



    Cosa intendiamo quando diciamo di qualche oggetto hifi….l’ immagine sonora? Per definizione è l’essenza della stereofonia
    Esisteva prima il solo suono monofonico,il quale era privo di qualsivoglia rappresentazione nello spazio. Con detto suono (monofonico) tutto resta nel centro, in modo anche abbastanza “stretto”.
    Avendo però noi come parametro il suono “live” necessitiamo di una diversa forma di trasmissione con spazio e dimensione. Anche se ad onor del vero questo tipo di suono non ha parametri circoscritti. Anzi … possiamo avere vari modi di ascoltare la stessa riproposizione dal vivo : Nella musica da camera in un concerto in una chiesa provate a mettervi ad ascoltare (ad esempio) nelle prime file e dopo spostatevi per andarvene a stare in piedi vicini alla parete dove è situata l’entrata della chiesa stessa. Nelle prime file il suono degli strumenti ha la meglio su quello riverberato dalla chiesa e la disposizione degli strumenti nello spazio ha una sua precisa collocazione. Chiudendo gli occhi si può comunque avvertire la presenza dello strumento che sta suonando, e gli si da una posizione, la sua vera posizione. Si riesce a definire anche la distanza tra gli stessi strumenti. Il riverbero della sala acusticamente parlando esiste ma vine concepito in maniera separata dal suono degli strumenti. Stando invece posizionati in fondo alla sala questo riverbero è udibile in modo estremamente più accentuato. Il suono perde la sua direzionalità.Si sentono tutti gli strumenti, ma essi risulatano difficilmente posizionabili nella nostra mente, e la distanza tra di essi scompare quasi del tutto. Se nella chiese non esisterebbe tale riverbero, sentiremmo un suono accostabile al suono monofonico.
    Ma il suono dal vero non è comunque stereofonico. Forse la definizione di “ multi monofonico “ sarebbe più calzante. La stereofonia, per definizione e tramutazione fisica, non fa altro che sfruttare una pecca del nostro cervello. Quando a questo arrivano 2 o più suoni in una frazione di tempo riconducibile tra 20/30 secondi, questi non vengono elaborati come suoni separati e distinti, ma amalgamati in uno solo.
    Se colui che ascolta è al centro di due fonti di emissione sonora e questi hanno uguale intensità, il nostro cervello udirà un solo suono proveniente da una sola direzione: Il centro. Ma se uno dei suoni è in ritardo rispetto all’ ed ha diversa intensità, il cervello comunque continuerà a sentire un unico suono, collocandolo però in una posizione più vicina al diffusore che emette con maggiore intensità. Si può affermare quindi che l ’immagine sonora è formata da due canali che emettono contenuti NON uguali di energia e dal nostro cervello che non potendo tenerli separati, li somma disponendoli nello spazio. La stereofonia quindi non è un fenomeno vero e reale ma solo…. un’interpretazione della realtà. Queste regole sono ben diverse da quelle dell’ascolto della musica dal vero. Infatti se ascoltando un impianto ad esempio l’ascoltatore non si dispone in modo equidistante dai diffusori, il segnale viene distorto. In un concerto invece non è necessario mettersi davanti e quindi nel mezzo dell’ orchestra per arrivare ad un ascolto ottimale. Ovviamente non poszionandosi nel mezzo…ma nei lati, l’ascolto cambia pur restando reale.
    Andando a posizionarsi più vicino all’ orchestra si avrà un ascolto più aperto…Andando di dietro, lo stesso angolo sarà viceversa più chiuso. In un sistema stereofonico tale ovvietà non sarà mai così. In quanto tutto questo sarà frutto della registrazione in base al posizionamento ed alla sensibilità dei microfoni in sede di registrazione. Con tutto ciò che ne consegue. E’ in pratica l’essere umano che con il posizionamento degli stessi microfoni….potrebbe già a priori decidere come farci ascoltare musica. Dare insomma un’impronta alla registrazione stessa.Fine della registrazione dovrebbe….essere proprio quella infatti di rendere all’ascoltatore la miglior prospettiva possibile ed il miglior equilibrio. L’unico punto a favore è questo. Nell’ esecuzione dal vivo…..potrà godere della miglior riproduzione possibile colui che avrà la posizione migliore in assoluto. Nella registrazione invece….siccome almeno sulla carta i microfoni dovrebbero essere situati nella medesima posizione del nostro ascoltatore “perfetto” virtuale….a trarne i benefici saranno tutti coloro che ascolteranno tale registrazione. Come su tutti ci trovassimo nel miglior punto di ascolto possibile. La miglior prospettiva sonora, alla portata di chiunque quindi. Ma qui gioca molto anche il posizionamento del punto di ascolto anche nella registrazione stereofonica…….cioè quella classica che assumiamo al cospetto dell’impianto e dei diffusori. Non più di una settimana fa…davanti ad un impianto già ostico di suo, ho potuto notare ancor di più la criticità di questo fattore. 3 poltrone davanti ai diffusori perfettamente misurate. Dalla poltrona centrale alle 2 laterali, il suono arrivava comunque in modalità diverse.E come potete immaginare dalla poltrona di centro a quella immediatamente alla sua destra o alla sua sinistra non c’erano più di 10/15 cm. L’ ottima ricostruzione dell’ immagine sonora è possibile rispettando delle regole fondamentali. La ricostruzione della scena sonora nelle registrazioni, non è affatto una cosa da poco. Ci si accorge quando questa è “riuscita” da alcuni piccoli..grandi parametri. Il luogo dove stiamo ascoltando, come per incanto dovrebbe farci dimenticare le 4 mura perimetrali della sala di ascolto, per lasciar spazio ad un palcoscenico sonoro molto più ampio. In lunghezza ed in larghezza. Più o meno nel centro dovrebbero “materializzarsi” i strumenti e le voci. Con i loro dovuti spazi, senza sorta di sovrapposizione o malsano posizionamento di essi. Scena ariosa e pregna di tridimensionalità. Con il passare del tempo e ad un certo livello si possono ormai apprezzare delle ottime registrazioni con una conseguente altrettanto degna immagine sonora, che non dovrebbe mai disdegnare in questo caso 3 punti di rilevante importanza.
    -La registrazione. Qualora si dovesse anche ipoteticamente possedere il miglior impianto al mondo, questo non potrà mai riprodurre degnamente una scadente registrazione.
    L’artefice primo di tale qualità non è quindi il nostro impianto, ma il tecnico del suono. In base alle sue scelte su posizionamento dei microfoni….in base alle dimensioni della sala di registrazione, al numero degli strumentisti, al tipo di musica, fenomeni di riverbero…ecc.ecc…saremmo in grado di apprezzare o meno il nostro impianto.Il cui merito sarà quello di valorizzare e riprodurre il tutto senza enfasi e/o colorazioni. Altrimenti il lavoro del tecnico……sarà comunque stato inutile.
    -La posizione dei diffusori. Imprescindibile il loro corretto posizionamento, per l’ottimale riuscita della resa sonora. La qualità dei diffusori non potrà che amplificare una buona registrazione ovviamente.
    -La sala d’ascolto. Il suo trattamento e l’attenzione posta alle sue riflessioni. Si dice che riflessioni che creano danni, siano quelle comprese fra 25 e 75 millisecondi. Diversamente….pare abbiano una influenza benefica sull’ambienza…….. Ambienza????? Questo in un altro capitolo….
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    Messaggio Da aircooled Dom Gen 04 2009, 14:55

    spettacolare disamina del fenomeno stereofonia, 10 con lode


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