Molto,molto tempo fa..quando internet non era ancora una tecnologia così spinta da permetterci di parlare a vicenda a parecchi km di distanza,l’unico modo per scambiare opinioni ed emozioni era quello di inviare una lettera scritta.
La lettera aveva un significato particolare:
era frutto di un pensiero elaborato,ci voleva tempo per scriverla,e si aspettava con trepidazione di riceverla.
Nel leggerla,cercavamo di capire le sensazioni di chi scriveva,quello che voleva comunicarci,quello che traspariva dalla scrittura,dallo stile,dalla forma.
Internet ha cambiato il modo di scrivere,di comunicare,di interpretare il pensiero.
Perché è difficile cercare di spiegare e capire quello che si sta dicendo,e spesso si creano disguidi fra gli interlocutori.
Per questo ci serviamo delle smiles,per questo le hanno inventate.
Ma ci sono parole e aggettivi che lasciano il segno,perché le parole spesso feriscono.
Si possono cancellare e sbianchettare,ma non si possono eliminare dalla memoria di chi le ha lette.
La parola spesso esce dalla nostra bocca e dalla nostra mente senza autocontrollo,senza riserve,senza feedback e spesso sono gli altri a farci notare quanto siamo stati sciocchi e sfrontati a esprimere certi giudizi,a fare certe affermazioni,a denigrare chi non conosciamo.
Perché spesso non ci conosciamo :
siamo soltanto dei nick.
E’ forse questo alone di mistero e di anonimato a spingerci spesso in atteggiamenti fuori dalle righe,anche se ormai convenzionali,seguendo i dagherrotipi televisivi.
Scriviamo attraverso una macchina,leggiamo una macchina,ma dobbiamo pensare da uomini.
E quello che distingue un uomo da una macchina,è la capacità di pensare,di ricredersi,di ragionare sui propri errori quando si capisce di aver sbagliato.
Non basta chiedere scusa e cercare delle motivazioni valide per spiegare cosa si intendeva dire in un certo frangente.
E’ difficile capire il contesto del discorso,estrapolare la parola o l’aggettivo dalla situazione,dal momento.
A volte non servono tante parole per cancellare un gesto,una frase,un aggettivo che puo’ risultare offensivo,specialmente se diretto inequivocabilmente ad una certa persona.
A volte basterebbe semplicemente dire:
scusa.
Senza inspiegabili spiegazioni,senza tentavi goffi e superflui per specificare,per chiarire cio’ che è evidente,specialmente quando quel qualcuno ha accusato il colpo.
Basterebbe riconoscere il proprio errore,il proprio sbaglio.
Perché di uno sbaglio si tratta,alla fine.
La mia,in fondo, è una considerazione che lascia il tempo che trova,in mezzo a tanti 3D e a tanti nick,dove un nick si sussegue ad un altro nick,argomento dopo argomento,risata dopo risata.
Ma dietro un nick si nasconde una Persona,qualcuno che spesso non conosciamo neanche,e a cui magari ci siamo anche affezionati,perché si scoprono interessi comuni,qualcuno che ci dedica il suo tempo e la sua amicizia e che per nessun motivo deve essere offeso.
Se c’è un insegnamento che un forum puo’ e deve dare,è la stima ed il rispetto reciproco,senza mai andare oltre le righe.
E se questo succede,dovremmo rendercene conto noi stessi,senza che qualcuno ci inviti a chiedere pubblicamente delle scuse.
Senza Tutor,senza Mod.
Un uomo si riconosce per il rispetto della dignità altrui,ma soprattutto per il rispetto della propria dignità :
ed è nel rispetto della propria dignità che si deve avere la forza e la capacità di riconoscere almeno il proprio errore,di manifestare pubblicamente la propria vergogna,
al di là del bene e del male.
liz
La lettera aveva un significato particolare:
era frutto di un pensiero elaborato,ci voleva tempo per scriverla,e si aspettava con trepidazione di riceverla.
Nel leggerla,cercavamo di capire le sensazioni di chi scriveva,quello che voleva comunicarci,quello che traspariva dalla scrittura,dallo stile,dalla forma.
Internet ha cambiato il modo di scrivere,di comunicare,di interpretare il pensiero.
Perché è difficile cercare di spiegare e capire quello che si sta dicendo,e spesso si creano disguidi fra gli interlocutori.
Per questo ci serviamo delle smiles,per questo le hanno inventate.
Ma ci sono parole e aggettivi che lasciano il segno,perché le parole spesso feriscono.
Si possono cancellare e sbianchettare,ma non si possono eliminare dalla memoria di chi le ha lette.
La parola spesso esce dalla nostra bocca e dalla nostra mente senza autocontrollo,senza riserve,senza feedback e spesso sono gli altri a farci notare quanto siamo stati sciocchi e sfrontati a esprimere certi giudizi,a fare certe affermazioni,a denigrare chi non conosciamo.
Perché spesso non ci conosciamo :
siamo soltanto dei nick.
E’ forse questo alone di mistero e di anonimato a spingerci spesso in atteggiamenti fuori dalle righe,anche se ormai convenzionali,seguendo i dagherrotipi televisivi.
Scriviamo attraverso una macchina,leggiamo una macchina,ma dobbiamo pensare da uomini.
E quello che distingue un uomo da una macchina,è la capacità di pensare,di ricredersi,di ragionare sui propri errori quando si capisce di aver sbagliato.
Non basta chiedere scusa e cercare delle motivazioni valide per spiegare cosa si intendeva dire in un certo frangente.
E’ difficile capire il contesto del discorso,estrapolare la parola o l’aggettivo dalla situazione,dal momento.
A volte non servono tante parole per cancellare un gesto,una frase,un aggettivo che puo’ risultare offensivo,specialmente se diretto inequivocabilmente ad una certa persona.
A volte basterebbe semplicemente dire:
scusa.
Senza inspiegabili spiegazioni,senza tentavi goffi e superflui per specificare,per chiarire cio’ che è evidente,specialmente quando quel qualcuno ha accusato il colpo.
Basterebbe riconoscere il proprio errore,il proprio sbaglio.
Perché di uno sbaglio si tratta,alla fine.
La mia,in fondo, è una considerazione che lascia il tempo che trova,in mezzo a tanti 3D e a tanti nick,dove un nick si sussegue ad un altro nick,argomento dopo argomento,risata dopo risata.
Ma dietro un nick si nasconde una Persona,qualcuno che spesso non conosciamo neanche,e a cui magari ci siamo anche affezionati,perché si scoprono interessi comuni,qualcuno che ci dedica il suo tempo e la sua amicizia e che per nessun motivo deve essere offeso.
Se c’è un insegnamento che un forum puo’ e deve dare,è la stima ed il rispetto reciproco,senza mai andare oltre le righe.
E se questo succede,dovremmo rendercene conto noi stessi,senza che qualcuno ci inviti a chiedere pubblicamente delle scuse.
Senza Tutor,senza Mod.
Un uomo si riconosce per il rispetto della dignità altrui,ma soprattutto per il rispetto della propria dignità :
ed è nel rispetto della propria dignità che si deve avere la forza e la capacità di riconoscere almeno il proprio errore,di manifestare pubblicamente la propria vergogna,
al di là del bene e del male.
liz