Da Ospite Mar Gen 06 2009, 16:17
Si potrebbe partire dagli antipodi Air.….. Per esempio: Siamo sicuri che non ci siano differenze già tra una sala quadrata…una rettangolare….una con lati irregolari…ecc???
Meglio alta più di 3 metri (come la mia) o bassa? E se c’è il controsoffitto di carton gesso, questo può migliorare o peggiorare il riverbero?
Al di la delle forme ogni stanza ha una sua risonanza propria e singolare Inoltre, se l’energia di alcune frequenze aumenta deve necessariamente diminuire in qualche altro punto (un po come nella legge di compensazione). Le frequenze risonanti prendono energia alle frequenze che risonanti non sono e quindi acuiscono i problemi già esistenti.
Cambiando la forma della stanza, spostando muri e pareti, le risonanze non scompaiono. Semplicemente si distribuiscono in altro modo. Quindi non c’è pianta di nessuna stanza che può impedire il sorgere di modi di risonanza. Una convinzione diffusa è quella secondo la quale una sala è migliore se ha pareti non parallele.
Si tende inoltre a pensare che se una stanza avesse delle dimensioni “ideali” dove con questo termine si stabilisce, un rapporto definito tra le pareti il suono sarebbe ottimale.
Si è cercato dunque di stabilire queste misure perfette di una sala… provando tra i vari rapporti dimensionali attraverso i quali le risonanze potessero essere meglio distribuite lungo tutto spettro audio. Si è pensato che siccome le risonanze esistono,si dovrà fare in modo che non farle stare molto vicine, e che dunque non possano sommare la loro energia nelle stesse aree di frequenze. La ricerca empirica sviluppatasi attorno ai migliori rapporti dimensionali ci hanno portato alla conclusione che una sala con forme perfettamente uguali, possa essere la più sconsigliata. Dove le risonanze sono uguali in lunghezza in larghezza, ed in altezza, le risonanze saranno di energia tripla.La stanza di forma rettangolare, sembra sia la migliore, quella a forma di L viene sconsigliata.
Qualsiasi sia la stanza…..avrà comunque 2 tipi di problematiche :
1-Risonanze
2-Riflessioni.
LE RISONANZE: In un ambiente chiuso l’energia della risonanza, in parte è assorbita dalle pareti ma in parte fuoriesce. Prima di andarsene però….resta per un periodo sufficiente a rendere problematica la riproduzione musicale. Questa residua energia poi, si distribuisce anche in modo affatto equilibrato, un po su tutte le frequenze ed in particolare su quelle aree che formano poi le risonanze tipiche degli ambienti chiusi. Questo tipo di fenomeno resta altamente deleterio per l’equilibrio tonale, mentre in termini di articolazione si viene a creare ciò che ci piace chiamare il rimbombo…(o eco alle volte). In una sala di riproduzione i diffusori dovrebbero trovare posto lontano dagli angoli delle pareti. Da qui sicuramente vanno a stimolare in maniera minore non tutte le risonanze della sala, ma sicuramente alcune. Se inoltre queste saranno ben spaziate, potrà dipendere anche dal posizionamento delle casse. Per di più le sale con muri non paralleli.
Non hanno (come si pensava) alcuna azione risolutiva sull’acustica. Anzi…essendo asimmetrica, potrà creare problema di stereofonia. Qualsiasi sala quindi ha delle sue risonanze. La disposizione dei diffusori diventa quindi importante. Non conta la dimensione della sala a mio avviso…ma la possibilità di poter posizionare le casse in modo consono e non “obbligato”. Parlando quindi di misure…quella migliore in una stanza risulta essere quella dove poter svariare di molto, inerentemente alla possibilità del libero posizionamento dei diffusori, con la conseguente ricerca della miglior distribuzione dell’energia delle risonanze citata ad inizio articolo. Individuando queste sarà anche più facile poter predisporre le “trappole acustiche” dei normali accorgimenti. Le trappole modificano la forma delle risonanze in una sale. Ridonano articolazione alle frequenze risonanti ed una buona energia alle frequenze che non sono risonanti.
LE RIFLESSIONI :
Queste possono essere di varie tipologie : Non tutte sono dannose.
Cominciamo……..dalla fine: Il suono parte da un diffusore e giunge al nostro orecchio. Allo stesso tempo il suono va a riflettersi su di una parete comunque per giungere al nostro orecchio con un certo ritardo rispetto al primo genere di suono appena citato. Questo poi, se lo consideriamo riflesso da più pareti, giungerà con un ritardo più considerevole. Ampliando la sala…ed aumentando le pareti o la loro superficie, il ritardo sarà ancor più “ritardato”….Fino a divenire (ma questo è quasi un eccesso) una forma di eco. Di questi 4 fenomeni, 2 sono positivi e 2 sono negativi. .Il primo (il suono che giunge all’orecchio) . Il secondo (suono che giunge con leggero ritardo), sono positivi. Il terzo (suono con notevole ritardo) è spiacevole, così come il quarto (fenomeno eco). Le riflessioni cosidette” precoci” sono negative quelle invece situate fra queste appena dette e quelle che danno vita all’eco sono invece positive. I tuttologi in questo caso ci spiegano che le riflessioni che giungono al nostro orecchio con un ritardo al di sotto dei 20/25 millisecondi. (le prime) disturbano pesantemente la stereofonia del suono diretto. La stereofonia come detto altrove è mera illusione, o comunque non reale. Ricordate??? Le note uguali che giungono in tempi diversi al nostro cervello e che vengono elaborate come un terzo suono…bene. Il suono emesso da due diffusori che stanno uno da un lato e uno da un altro della nostra testa,viene elaborato dunque nello stesso modo. Se l’intensità di tale suono è lo stesso emesso dai diffusori allora quel suono sembrerà arrivare dal punto di mezzo delle 2 casse. Ma se uno dei due diffusori suona leggermente più forte,o meno intenso dell’altro, il fenomeno si ripete. E’ tutto qui…per modo di dire, il gioco della stereofonia. Possiamo però pensare che l’energia del suono riflesso che giunge all’ascoltatore con il “ritardo” prima citato dei 20/25 millisecondi rompe questi equilibri e e manda a monte il binomio stereofonia/diffusori. Tutte queste riflessioni sono deleterie. Ritardi maggiori di questo, creano invece delle positività per colui che ascolta, in quanto creano quel fenomeno che va sotto il nome di ambienza.(dove abbiamo una debita costruzione dello spazio ed un miglio equilibrio sull’equilibrio tonale).L’optimum, sarebbe trasmutare le riflessioni deleterie, facendole possibilmente non scomparire…ma farle ugualmente arrivare alle nostre orecchie con un ritardo maggiore. Tale da ricreare le condizioni appena citate.
Ed è qui che intervengono i rimedi acustici ambientali. Oltre alle più ovvie soluzioni (divani,tappeti,tende,librerie…) queste in generale dovrebbero in buona sostanza soddisfare la richiesta dell’ambiente. Sommare dunque 2 azioni: 1-Assorbimento 2- Diffusione. Si dice (nei tecnicismi) che ad esempio i divani possono riducono l’intensità delle medie frequenze delle riflessioni precoci . Come riferitomi a conferma poco tempo fa nel corso di una velocissima seduta di ascolto con diffusori molto impegnativi e critici…….Aiiiiiirrrrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!!!!!! mi veniva fatta notare l’importanza basilare della simmetria dei diffusori rispetto all’ambiente e al punto di d’ascolto .Inoltre equidistanza tra i diffusori stessi, a ancora distanza….di questi dalle pareti laterali. Magari qui però non si parla di sale di ascolto allestite in normali appartamenti (dove il 90% di noi tiene il proprio impianto), ma vere e proprie sale di ascolto.
Se infatti uno dei 2 diffusori è più vicino della’altro alla parete laterale ad esso, è evidente che il suono che in origine ha la stessa intensità arriverò invece in anticipo e con maggior intensità dal lato del diffusore più vicino alla parete. La “stereofonia” elaborata dal nostro cervello ci farà quindi pensare che il suono arriva prima dal lato sinistro che dal destro. Questo l’ho notato anche in modo diverso. All’esatto centro tra i due diffusori c’erano 3 poltroncine. Ovviamente solo la poltroncina di mezzo era posta nel centro esatto del punto di ascolto. Le altre 2 una a sinistra e l’altra a destra si discostavano seppur di poco (10/15 cm al massimo). Ebbene… Anche spostandosi di questi 15 centimetri, il suono giungeva evidentemente diverso. L’ unico altro posto in cui la percezione era simile all’ascolto eseguito nella poltroncina di mezzo….era esattamente fatto, stando in piedi dietro però…la poltroncina posta nel mezzo. Inoltre. Se a destra del diffusore posto a destra rispetto al punto di ascolto, c’era la parete laterale (muro) alla sinistra del diffusore di sinistra, la parete era formata da un’ampia finestra. Qui ho potuto notare la resa in termini di profondità dell’immagine sonora nonchè la restituzione delle basse frequenze in modo non idoneo. E non per un difetto del diffusore di sinistra ovviamente……L’ideale disposizione in una stanza dovrebbe essere almeno a livello empirico la eguaglianza delle posizioni e delle suppellettili poste a destra e sinistra dei 2 diffusori.
Dietro il punto d’ascolto, l’ideale sarebbe invece una tenda, o una libreria ampia per tutta la lunghezza e l’altezza della parete e…..a spaccare il pelo nell’uovo, con i libri posti con egual criterio. Quindi sempre la stessa intensità cartacea…a destra e sinistra del punto di ascolto. Tale punto viene quantificato alla distanza minima di un metro e mezzo dalla parete dietro le nostre spalle.Alle spalle dei diffusori invece, più spazio si ha e meglio è. Per sommi capi quindi…La sala d’ascolto dovrebbe avere i due diffusori posti in egual distanza sia dalle pareti loro retrostanti, e sia dalle loro pareti laterali. Equidistanza che deve essere rigorosamente rispettata anche rispetto a colui che ascolta. Avrete capito dunque che prima di ricorrere ad altre valide soluzioni, le poche norme da rispettare sono queste. Si potrebbero racchiudere in 2 sole parole: EQUILIBRIO ed EQUIDISTANZA.