Elcaset ha scritto:Che ne pensate di queste considerazioni sui cavi? A me sembrano valide (e non sono mie)
-Il cavo non deve "equalizzare" l'impianto, per questo ci sono gli equalizzatori...
-Un cavo deve essere il meno invasivo possibile.
-Più bassi sono i valori di induttannza, ressistenza e capacià meglio è.
-Se gli apparecchi di un impianto hifi non hanno sinergia tra loro non è certo il cavo che risolve il problema.
-Purtroppo il mercato è pieno di cavi equalizzanti (MIT in primis e lo dichiarano), la prova è che le ditte produttrici hanno capito questo e propongono decine e decine di cavi per dar modo all'audiofilo di giocarci su, nel tentare di mettere a posto sinergie sbagliate.. che non andranno mai anche con il miglior cavo del mondo.
-Una ditta seria, di cavi ne dovrebbe produrre solo tre non trecento... 1 di segnale, 1 di alimentazione e 1 di potenza con le caratteristiche di cui sopra..
-Da tenere presente che dedicando più attenzione all'acustica dell'ambiente d'ascolto si ottengono miglioramenti molto maggiori che il cambio di un singolo cavo.
-I cavi di segnale, alimentazione potenza dovrebbero essere della stessa casa produttrice e della stessa categoria di appartenenza.
Il cavo non equalizza in senso tecnico: però il cavo è un conduttore imperfetto, quindi non si comporta a tutte le frequenze allo stesso modo. Quindi ne privilegia alcune e ne penalizza (al confronto) altre. Ecco perché il cavo, alla fine, "suona".
In virtù di questo, il cavo non mette rimedio a sinergie sbagliate, però può permettere di limare alcune piccole sfumature imperfette in una catena. E comunque, a parte pochi cavi spaventosamente costosi per quello che oggettivamente sono, ritornando al discorso del conduttore imperfetto, è normale che alcune imperfezioni potranno essere positive, neutre, negative in alcuni impianti ed in altri no. Quindi la sinergia dei cavi con la catena è inevitabile nel momento in cui l'oggetto cavo di cui disponiamo è un oggetto imperfetto per l'uso per il quale è preposto. Il cavo ideale è un cavo che acusticamnte non esiste: nessun cavo reale coincide con questo ideale.
Il discorso su quanti cavi dovrebbe produrre un'azienda seria è un pò ridicolo. IN un mondo ideale dove un cavo di rame ben fatto non potrebbe costare più di X euro, il ragionamento ci potrebbe anche stare in senso generale (magari invece di un cavo per tipo, due o tre cavi per tipo); ma in un mondo dove un cavo ben fatto costa migliaia di euro come se ci fosse dentro il cantante affittato per la serata è normale che ci siano cavi via via più economici per permetterne anche ai non nababbi di fruirne. In fondo è un discorso che varrebbe anche per le elettroniche: un amplificatore deve amplificare un suono da X a 5X e poter pilotare ogni diffusore. Punto. Il resto sono caccole. Un produttore serio dovrebbe fare solo 1 amplificatore?
La pippa che ci facciamo noi audiofili sulle equalizzazioni: un appassionato di musica strumentale acustica come me può anche pensare che più si elabora un segnale acustico con apparecchiature elettroniche più ci si allontana dal suono "naturale", non amplificato dell'oggetto. Ma uno che ascolta musica amplificata, che è tutta artificiale , costruita con equalizzazioni, distorsioni e simili? Sicuro che un equalizzatore sarebbe un tale problema?
Insomma, l'unica di queste affermazioni che mi sembra sottoscrivibile è quella dell'acustica ambientale. Il resto mi sembrano discorsi un pò fatti per discorrere, ma che nulla danno e nulla tolgono...