Valvole e bassi

Dovendo/volendo acquistare un nuovo ampli, sto valutando l'opzione "valvole" leggendo il più possibile sull'argomento.
Il dato che emerge quasi ovunque è che un ampli valvolare restituisce un suono più "caldo e corposo".
Sono da sempre un amante dei suoni a bassa frequenza che devono però essere "pieni" (non necessariamente da pugno nello stomaco) e assolutamente non come "un colpo forte e secco".
La musica che ascolto ne deve essere permeata senza sfociare in quello che chiamo "attufamento".
Vi chiedo:
1) Un valvolare sarebbe più indicato di un stato solido?
2) Gli ibridi sono un giusto compromesso?

Grazie
Mauro

Mauro ha scritto:Dovendo/volendo acquistare un nuovo ampli, sto valutando l'opzione "valvole" leggendo il più possibile sull'argomento.
Il dato che emerge quasi ovunque è che un ampli valvolare restituisce un suono più "caldo e corposo".
Sono da sempre un amante dei suoni a bassa frequenza che devono però essere "pieni" (non necessariamente da pugno nello stomaco) e assolutamente non come "un colpo forte e secco".
La musica che ascolto ne deve essere permeata senza sfociare in quello che chiamo "attufamento".
Vi chiedo:
1) Un valvolare sarebbe più indicato di un stato solido?
2) Gli ibridi sono un giusto compromesso?

Grazie
Mauro

1) dipende.....
2) io mi sono trovato molto bene con preaplificazione a valvole e finale a Mos-FET

ciao
Paolo

ce l'ho da anni.. ti posso dire che dipende dall'amplificatore e da che tipo di valvole monta sullo stadio finale..

comunque da quello che scrivi effettivamente potresti trovare soddisfazione ..

Pro: bassi corposi, suono avvolgente molto arioso, medi naturali e acuti sfumati e mai taglienti
Contro: qui però il mio giudizio è indicativo.. prendilo con le pinze perché un ampli a stato solido "serio" non l'ho mai posseduto anche se ho avuto occasione di sentire qualcosa in sale demo: suono più veloce e articolato, scena sonora più dettagliata...ma manca la magia delle valvole

poi sai è tutto indicativo perché dipende dagli abbinamenti e dagli apparecchi..

Mauro ha scritto:Dovendo/volendo acquistare un nuovo ampli, sto valutando l'opzione "valvole" leggendo il più possibile sull'argomento.
Il dato che emerge quasi ovunque è che un ampli valvolare restituisce un suono più "caldo e corposo".
Sono da sempre un amante dei suoni a bassa frequenza che devono però essere "pieni" (non necessariamente da pugno nello stomaco) e assolutamente non come "un colpo forte e secco".
La musica che ascolto ne deve essere permeata senza sfociare in quello che chiamo "attufamento".
Vi chiedo:
1) Un valvolare sarebbe più indicato di un stato solido?
2) Gli ibridi sono un giusto compromesso?

Grazie
Mauro

Che le valvole producano un suono caldo e corposo, dipende.
È vero e non è vero. Sicuramente gli oggetti più limitati  cercano di scimmiottare queste sonorità perché molti associano questo suono a quello delle valvole.
Oltre agli aspetti qualitativi della componentistica impiegata ( la qualità e la selezione dei tubi, il pregio del trasformatore di uscita, impattano moltissimo sulla riproduzione degli estremi della banda audio in termini di risposta in frequenza e di distorsione), devi considerare il tipo di amplificatore.
Un push-pull fortemente controreazionato non potrà mai suonare come un single ended privo di feedback con DHT. Come suono, non hanno nulla in comune. Non sostengo che necessariamente i single ended vadano meglio oppure i pushpull. Dipende dal contesto , dalla qualità e, soprattutto dalle abitudini di chi ascolta.
Tu che prediligi un basso ipersmorzati, probabilmente ti orienerai su un pushpull controreazionato di tetrodi a fascio o di pentodi.
Però non trascurare lo stato solido. Solo le tue orecchie possono darti i migliori suggerimenti.

Dal lato tecnico l'amico mariovalvola ci mette tutti in fila...

Aggiungerei solo che è ormai comprovato che (al netto della stessa sorgente) il primo componente della catena ad incidere significativamente sul suono in ambiente domestico (mediamente trattato o non trattato) sono gli speaker in misura dell'80/90% rispetto all'amplificazione (che deve ovviamente essere adeguata).

Per riuscire ad avere quella presentazione che descrivi devi avere prima di tutto degli speaker che siano in grado di farla trasparire.
Non è raro infatti che speaker magari eccessivamente duri suonino vuoti e aridi anche con valvolari di prestigio.
La timbrica che cerchi può essere ottenuta sia con un'amplificazione valvolare che con una allo stato solido.

La caratteristica più evidente alle mie orecchie della valvola è il soft clipping che ormai riesci a riconoscere un po' con tutto.
La disorsione armonica unita a quella sensazione di "olograficità" del suono o la carica sul medio basso (la banda di frequenze che più di tutte è importante per percepire la pienezza di cui parli) è frutto dell'abbinamento.

Hai perfettamente ragione. Era una puntualizzazione da fare

Ciao Mario,sono appassionato di valvole dal 1979
primo ampli avuto arc D 90B con sp8 e phono Counterpoint sa2 e ti leggo sempre volentieri per la tua cultura e conoscenza.
Ho sempre letto sulle evoluzioni dei tuoi finali ma mai sui pre o sui pre phono,ci puoi raccontare qualcosa su questi?

Sui pre Phono, la mia esperienza è più limitata.
Iniziai negli anni '80 partendo da una rielaborazione di un Croft Micro, dopo veri giochini, mi realizzai da zero senza kit il PST200 di Aloia. Un buon pre.
Nel tempo, mi innamorai sempre di più dell'alta efficienza soprattutto in monofonia aggiornando il sistema di lettura arrivando a un Garrard 301 Grease bearing con braccio SME 3012R e fonorivelatore Denon DL-102 e poi Ortofon SPU .
Il pre, seguì parecchie evoluzioni arrivando a una sofferta riaa induttiva Tango EQ600P con trasformatori Tango.
Lo stadio Riaa era composto da una E81CC accoppiata direttamente a una E810F a triodo che con un trasfo Tango NP-216N in permalloy pilotava la criticisdima riaa a 600 Ohm. Gli stadi linea con uscita sempre a trasformatore, impiegavano diversi tubi che cambiavo in funzione del guadagno necessario.
Ascoltavo molta musica classica e jazz.
Il vinile, anche mono, su questi generi, offriva moltissimo.
Circa 10 anni fa, passando alle cuffie soprattutto elettrostatiche, smontai il sistema ad alta efficienza ( Onken W con 416A,  Iwata con JBL375, e tweeter fostex T500A MK2.
Ascoltando tanto in cuffia, apprezzai molto il repertorio barocco come viene interpretato oggi. Il vinile su questo genere, non è mai stato particolarmente abbondante soprattutto se mono.
Per questo motivo, i miei 2000 vinili e il giradischi sono per ora, disoccupati.
Adesso che sto iniziando di nuovo ad ascoltare con due divertentissime torrette, mi sto attrezzando per sistemare il giradischi e ricostruirmi un phono decente che dovrebbe essere ibrido.
In sintesi, parlo poco di pre perché, in cuffia, non lo uso e con le casse, gli ampli sono degli integrati.
Entro un anno, le cose saranno diverse.
Scusate l'OT.

Mauro ha scritto:Dovendo/volendo acquistare un nuovo ampli, sto valutando l'opzione "valvole" leggendo il più possibile sull'argomento.
Il dato che emerge quasi ovunque è che un ampli valvolare restituisce un suono più "caldo e corposo".
Sono da sempre un amante dei suoni a bassa frequenza che devono però essere "pieni" (non necessariamente da pugno nello stomaco) e assolutamente non come "un colpo forte e secco".
La musica che ascolto ne deve essere permeata senza sfociare in quello che chiamo "attufamento".
Vi chiedo:
1) Un valvolare sarebbe più indicato di un stato solido?
2) Gli ibridi sono un giusto compromesso?

Grazie
Mauro

Se sei un amante dei suoni in bassa frequenza vai sicuramente di stato solido, a meno che tu non usi un mini-diffusore (per il quale parlare di "bassi" e' un po' azzardato). Dipende dai diffusori che hai. Se hai delle ottime torri ti suggerisco di trovare usato, con molta pazienza, il finale Jeff Rowland Model One; ha una timbrica praticamente identica ad alcuni tipi di valvolari (es. CJ Premier 11) ma la gestione del basso e' imparagonabile. Sono pochi i diffusori che hanno esigenze tali per cui questo finale non e' adatto.