thesmiths ha scritto:
Si intendo di prima mano, ovviamente si devono poter trovare anche valvole (sempre di prima mano) con un buon rapporto qualità/prezzo
Grazie :)
E' un tema interessante.
Tra gli anni '30 e gli anni '60 ( sto andando un poco con l'accetta mi scuso in anticipo ). c'era una produzione frequentemente di altissima qualità destinata sia ad applicazioni civili che industriali e miltari. Al tempo, costavano molto.
Con il passare dei decenni, le applicazioni "serie" si sono ridotte. Oggi, ormai, rimane qualcosa da trasmissione, e poco altro. Continua la domanda per gli amplificatori per strumenti musicali e, di rimando per audio ad alta fedeltà.
La produzione, purtroppo, segue la domanda. Tubi modesti per amplificatori per chitarra, forzosamente impiegati in tanti amplificatori audio per alta fedeltà.
E' una produzione molto tirata per i capelli. Stabilizzazione assente o minimizzata del prodotto e selezione dalla fabbrica modesta. Ecco, allora, che appaiono i famosi "selezionatori". Una volta c'era Gold Aero in USA, da anni c'è anche la TAD tedesca che sa lavorare molto bene ma non può trasformare la figlia di Fantozzi in Grace Kelly.
Purtroppo, le realizzazioni russe tipo Gold Lion, nonostante il nome evocativo,nulla hanno a che vedere con il mito qualitativo delle vere Gold Lion inglesi. Non basta cambiare etichetta al Tavernello per trasformarlo in un Verdicchio. Purtroppo questa tendenza, è generalizzata. Basti pensare allo scandaloso equivoco generato volutamente dai cinesi quando hanno presentato la loro CV181 che in realtà è una modesta 6SN7. Storicamente la CV181, è una valvola inglese meravigliosa, costosissima con parametri diversi da una 6SN7. Questo giocare con i nomi, è sgradevole a prescindere. Quando, poi, toccano simili mostri sacri, fanno quasi sorridere. Si tirano la zappa sui piedi e non lo vogliono capire.
Comicamente, soprattutto i cinesi, danno libero sfogo alla loro capacità di creare suggestioni a volte non ben assimilate. Ecco le loro produzioni d'autore: le famose Psvane replica PH delle EL34 (quelle con lo zoccolo colore argento), risultano essere tubi anche bensuonanti ma selezionati male e poco affidabili. Idem per le EL84 Psvane serie Art. Ottime al primo ascolto ma un assoluto strazio come costanza di valori.
I tubi di segnale tranne forse qualche mosca bianca, presentano i medesimi problemi.
Per il futuro, sono moderatamente ottimista.
Linlai e Psvane, almeno sui DHT, qualcosa di buono realizzano. Purtroppo i prezzi non sono bassi e la loro longevità rimane ancora modesta.
E' importante, però chiarire un aspetto poco gradito agli utenti moderni.
Da sempre i tubi sono stati molto, molto cari. Solo quando il NOS veniva venduto anche dai rottamai ( anni '70/'80/'90 ) i prezzi erano davvero bassi. Ora, considerando la oggettiva rarità e considerando inevitabili tendenze speculative, i prezzi risultano improponibili anche per gli scarti del NOS ( si. esiste anche del NOS non perfetto). Ci sono produttori di nicchia che realizzano ancora oggi, ottimi tubi. Il migliore, è Western Electric. La qualità misurabile, è ben diversa dai concorrenti cinesi.
Per quanto riguarda l'altro componente critico in questi amplificatori, il trasformatore di uscita, come spesso accade il quadro è bifronte.
Esistono pochissimi produttori che lavorano molto bene con prezzi intonati alla loro qualità. Moltissimi altri, cinesi e non solo, producono fermaporte con nucleo avvolto. si apprezzano per il loro basso costo e vengono poi "aggiustati" negli amplificatori, con un sapiente anello di feedback per ingannare i sensi dell'appassionato.
Colgo l'occasione per ricordare la recente dipartita di uno degli ultimi grandi. Michael LaFevre, che con Magnequest ha fatto sognare moltissimi appassionati. Umilmente oltre a progettare i suoi ottimi ferri replicava bene anche trasformatori del passato. Epocale la sua interpretazione del Peerless S-240A. Un trasfo per push-pull con nuclei in Fe-Ni semplicemente unico. Ritornando al discorso fatto in precedenza, l'unico suo limite era la massima potenza gestibile. Casualmente solo 20W. Ottimi erano i suoi induttori multipresa per cuffia, i suoi ferri per single ended, i suoi induttori per carico anodico, e i trasformatori da pre e finali da usare in parallel feed. Era un mito.
Quindi se stiamo con prezzi bassi, non possiamo che ascoltare delle parodie di ampli. Se spendiamo tanto, non è detto che il contenuto qualitativo sia veramente intonato. Andrebbe analizzato caso per caso. Un indicatore potentissimo e tranquillizzante che qualifica un costruttore di amplificatori c'è. Se offre la possibilità di impiegare trasformatori noti per la loro qualità, il livello medio dei loro progetti è alto/altissimo. Se, invece, tutto è coperto da fantomatici segreti di stato, la puzza di cadavere, prima o poi, affiora. Esistono sporadiche eccezioni ma sono davvero pochissime.
Ultima modifica di mariovalvola il Sab Apr 08 2023, 22:00 - modificato 2 volte.