"Quando ero bambino, andavamo ogni tanto d' estate a trovare i miei nonni a Manitowoc (Wisconsin), la città natale di mia madre. Mio nonno (Delmar Bjorn Hansen) è stato un grande musicista, un trombettista e cantante davvero eccellente, la sua profonda passione per l'armonia ha avuto un' influenza molto forte su di me. Appena arrivati a casa loro, mi precipitavo nel seminterrato, dove si trovava uno dei più preziosi beni di famiglia: un vecchio pianoforte automatico che allora aveva più di 50 anni, con tanto di scatole piene di rulli con tutti i possibili generi musicali. Trascorrevo ore là sotto con i miei cugini, provando ogni singolo rullo e pigiando i pedali finché non eravamo completamente esausti. L'idea di uno strumento del genere, capace di suonare davvero tutto in maniera meccanica, era completamente sconvolgente per me. Era molto affascinante: da una parte era qualcosa di sorpassato, dall'altra era quasi fantascientifico. Nel corso degli anni quella fascinazione è cresciuta e ho studiato la tradizione di quel genere di strumenti, inclusi gli orchestrion dell' inizio del ventesimo secolo che hanno ulteriormente rafforzato questa idea: utilizzare meccanicamente altri strumenti orchestrali, collegarli come il piano al meccanismo dei rulli per sviluppare un insieme di suoni che rendesse possibile creare un' orchestra in miniatura"