Da gibel Dom Ott 25 2015, 08:18
Buona domenica . La discussione si fa interessante , perchè questo particolare aspetto del diverso rapporto che possono avere i musicisti ( ed anche i musicofili ? ) o gli audiofili con l'alta fedeltà permette di fare alcune considerazioni. Io credo ( ed esprimo , sia chiaro , una personale opinione da musicista dilettante, musicofilo frequentatore di concerti , ed audiofilo ) che un musicista professionista non si affanni più di tanto a ricercare in casa propria la “riproduzione realistica ed assoluta” semplicemente perchè , oltre al fatto che ritiene più importante porre la propria attenzione sui particolari interpretativi dell'esecuzione, si rende ben conto che non avrebbe senso la ricerca di una riproduzione fedele quando non si ha la possibilità del confronto con l'evento originale e quando comunque l'evento originale può essere estremamente mutevole.
L'audiofilo spende migliaia di euro per riprodurre a casa propria degli eventi musicali ai quali non ha assistito e registrati , equalizzati e mixati con criteri che non conosce , pretendendo di raggiungere “ l'ascolto assoluto “ . Ed è pronto a discutere con altri audiofili che hanno speso in modo diverso le stessse migliaia di euro e che , ovviamente, sono convinti di riprodurre in modo perfetto gli stessi eventi dei quali, come sopra, non conoscono nulla.
Si ricerca la “scena sonora” perfetta ma non si tiene presente che la scena sonora cambia a seconda della posizione dell'ascoltatore. Quello che arriva all'orecchio dello spettatore in decima fila , poltrona corridoio , in un buon auditorium è differente da quello che sente lo spettatore in un palchetto , il direttore d'orchestra o il secondo contrabbassista di fila .
E a seconda della posizione d'ascolto cambiano i livelli d'intensità percepita dei vari strumenti ( senza contare che il mixaggio finale, con tecnica multimicrofonica , può addirittura sovvertire le proporzioni reciproche tra gli strumenti ).
Si ricerca la timbrica assoluta , senza considerare che due violini o due pianoforti possono suonare in modo sostanzialmente differente e che lo stesso strumento suona in modo diverso a seconda dell'ambiente in cui avviene l'esecuzione . E , come sopra, gli interventi ( sconosciuti ) operati dai tecnici in fase di registrazione possono introdurre ulteriori modifiche.
E allora si rischia , ricercando troppo la riproduzione “audiofila” , di ricreare un evento musicale secondo i propri gusti personali , la propria personalissima idea di come “dovrebbe” suonare un orchestra o un quartetto d'archi immaginari in un teatro immaginario . Forse è per questo che i musicisti o i musicofili che , comunque , ricercano soprattutto le emozioni che una particolare interpretazione può dare , si “accontentano” di ascoltare musica con sistemi di riproduzione “normali” . Non voglio criticare l'audiofilia, che ritengo una passione interessante che anch'io condivido . Vorrei solo che si rimanesse con i piedi ben ancorati a terra.
Tutto ciò che ho scritto sopra vale per la classica o il jazz , perchè , sempre secondo me, per la musica pop/rock il discorso non si pone neppure. Ricercare la riproduzione “fedele” di una chitarra elettrica ( il cui suono è influenzato da marca, modello, annata, eventuali modifiche dei pick-up , spessore corde, marca e modello dell'amplificatore, regolazioni varie, pedaliera , modo di suonare del chitarrista in quella particolare occasione , live o in studio , ecc. ) può essere a dir poco umoristico.