iano ha scritto:Ema ha espresso più volte una interessante opinione sulla
scena acustica.
Mi piacerebbe tornasse ad esprimere qui estesamente
la sua opinione.
Io posso riportare
la mia esperienza coi cavi e il risultato sulla
scena.
Per principio non dò importanza alla
scena,ma negherei se dicessi che mi dispiace averla.
C'è qualche fattore psicologico importante in questo atteggiamento contradditorio che credo abbia a che fare con quel senso di "evidenza" e quindi quel senso di realtà (non importa se fedele) che gli occhi riescono a darci e le orecchie da sole no.
Forse questo fattore psicologico è proprio il responsabile della nostra preferenza per lo stereo piuttosto che per il mono.
Devo però dire che certi cavi riescono a dare una illusione di
scena anche col mono(mi prendono per pazzo gli amici quando dico questo,ma poi quando ascoltano..)e siccome io sperimento i miei cavi in mono,non riesco tuttavia a non essere influenzato dalla presenza della
scena nel mio giudizio.
Il bello è che li sperimento in mono proprio perchè non vorrei essere influenzato dalla
scena,ma solo dalla musica.
Posso aggiungere ancora che quando soddisfatto del cavo passo dal mono allo stereo raramente
la scena risulta insoddisfacente,e quando non risulta soddisfacente si può sempre chiamare in causa l'alibi dell'ambiente,ambiente che sicuramente in un ascolto in mono viene meno sollecitato.
Insomma
la mia impressione è che
scena e musica vadano a braccetto,ma non sembra esserci alcun buon motivo per cui debbano farlo.O no?
Ciao,Sebastiano
Dipende da cosa intendi per "
scena".
La grande
scena acustica , estesa in larghezza e profondità ben oltre le pareti laterali e posteriore, con soggetti sonori ben focalizzati, scolpiti col cesello, tridimensionali, ancorché piacevole da un punto di vista dell'audiofilo NON trova alcun riscontro nell'ascolto dal vivo e per quanto mi riguarda risulta stancante dopo 10-20 minuti d'ascolto. Mi riferisco all'ascolto della erroneamente chiamata "classica", non avendo alcun tipo di esperienza su altri generi musicali. Ho sempre sostenuto, fino alla nausea, che una grancassa ascoltata a 5 metri oltre
la parete posteriore è solo una spiacevole convenzione, così come
la "scansione dei piani sonori" e
la "voce puntiforme". Dal vivo
la grancassa è tutt'altro che focalizzata, assume enormi dimensioni oltrepassando
la posizione del direttore e riempiendo di suono
la sala; è solo
la vista che può circoscrivere
la sua allocazione spaziale (concetto ben diverso dalla focalizzazione). Lo stesso vale per le voci: sicuramente avrai ascoltato in una grande sala da concerto e avrai notato come
la voce si espanda e come un violino solo, pur relativamente povero di armoniche, impregni di suono persino tutti gli angoli della pur grande sala. Anche in questi casi solo
la vista può allocare uno spazio occupato dal soggetto sonoro. L'ascolto del riprodotto sopperisce al senso visivo convenzionalmente con i sopraddetti artifici. E che dire poi del soundstage riferito ad un quartetto d'archi o ad una piccola formazione strumentale barocca..quì
la estremizzazione della convenzione arriva fino al ridicolo, fino a fare affermare a qualche recensore che riesce a vedere
la NUCA degli strumentisti
. Prova a chiudere gli occhi durante l'esecuzione di un quartetto in una sala anche di piccole dimensioni per capire l'inesattezza, per mantenerci entro limiti di decenza verbale, di questa affermazione. Ora,
la mia opinione è questa: chi ha una discreta esperienza di ascolti dal vivo facilmente si stanca di un tal tipo di riproduzione; personalmente mi stanco quasi subito. Ma non è un controsenso che io
la ricerchi, dato che per me l'ascolto hifi è solo un hobby, un trenino elettrico costoso o costosissimo che utilizzo per poche ore al mese..d'altronde chi ama le macchine estreme e possiede una Ferrari
fa
la stessa cosa. Io amo le macchine comode e le cambio mediamente ogni 8-10 anni, in compenso amo il trenino e con esso mi diverto qualche oretta.
MA SE DEVO ASCOLTARE MUSICA, come avviene nel 95% delle mie ore libere, allora tutto cambia e cambia pertanto anche l'impianto.
La scena acustica audiofila DEVE scomparire, entro certi limiti, non essendo proponibile l'ascolto di strumentisti ammassati l'uno sull'altro. I parametri
timbrica e dinamica DEVONO prendere l'assoluto sopravvento, l'impianto può essere tutt'altro che lineare o può benissimo mancare dell'ottava più bassa, che mentalmente ricostruisco, può avere un roll off sulle frequenze alte..può (deve) essere un impianto altamente evocativo, col quale interagire con un giochetto a rimpiattino mentale o accompagnandolo col suono del mio amato violoncello. E' vero, difficilmente con le orecchie potrò seguire
la linea di b.c. in un concerto barocco ma
la mente umana ha strane facoltà..
Pertanto alla tua domanda rispondo così:
la scena acustica è importante per l'audiofilo duro e puro o per chi non frequenta assiduamente le sale da concerto. E' ininfluente o anche esiziale (sempre entro certi limiti) per molti altri..E' stato piacevole scoprire, in un 3d da me aperto poco tempo fa, dal titolo "il nostro suono senza veli" che molti
la pensassero come me.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
Ciao