
RockOnlyRare- Rockzebo Expert
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Da RockOnlyRare Mer Gen 14 2015, 23:31
pevaril ha scritto:La questione difatti non è semplice, ed investe entrambi i supporti, sia analogico che digitale. Sinceramente non è facile spiegare con sufficiente chiarezza e attraverso l'uso di una tastiera quante siano le variabili in gioco (molte

)
Faccio subito un esempio pratico: ho 5 diverse versioni in CD di Brothers in Arms, apparentemente simili. Stesso Bar Code, stessa cover ecc ecc. Le differenze stanno in primis nella provenienza, ovvero dove il CD è stato stampato e nella differente masterizzazione originaria. Se ricordo bene questo lavoro dei Dire Straits è stato prodotto con l'intervento di 3 diversi e valenti tecnici. Resta il fatto che di queste 3 versioni esistono stampe disseminate in tutto il mondo, benchè le migliori, a giudizio di noi appassionati, siano quelle tedesche, inglesi, usa e anche francesi.
Il discorso si complica per il vinile, sebbene per gli addetti ai lavori

sia relativamente facile appurare se il disco è davvero una prima edizione e anche una prima stampa. Generalmente il n° di matrice fornisce una indicazione attendibile, ma chiaramente è sempre meglio fare riferimento ai vari database presenti in rete.
Grazie per la spiegazione, in effetti è più o meno quello che supponevo, perchè dal solo "made in" o l'anno di ri-pubblicazione (nel cado di cd) non si hanno sufficienti informazioni. Che poi ci siano differenze macroscopiche tra una edizione ed un'altra non solo per diverse masterizzazioni ma solo per la nazione in cui il disco è stampato è una cosa secondo me indecente ed una presa in giro per i clienti a cui dovrebbe essere garantita la stessa qualità a parità di costi.
Insomma se ci sono vinili di "serie A, B e C", dovrebbero costare in proporzione... al momento capita solo con le edizioni audiofile che però hanno "spesso" prezzi al limite dell'assurdo (ricordo una riedizione di Aqualung dei Jethro Tull in vinile singolo venduta a 70€) !!!! no grazie .
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http://basta-con-i-tagli-alle-pensioni.over-blog.it/article-le-bugie-sull-aspettativa-di-vita-84948824.html
https://www.indexmundi.com/facts/indicators/SP.DYN.LE00.IN/compare#country=it
(ANSA) - ROMA, 19 LUG - I quarantenni di oggi, coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e ricadono nel contributivo puro, rischiano di non andare in pensione prima dei 73 anni. È questa la sorte secondo la Cgil che spetta a chi ha avuto un lavoro saltuario e scarsamente remunerato, specie se part time. Nel 2035, spiega il sindacato, per andare prima dei 70 anni, precisamente a 69, saranno necessari almeno 20 anni di contributi e una pensione di importo sopra gli attuali 687 euro.