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    Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.)


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    Messaggio Da ema49 Lun Feb 28 2011, 19:42

    pluto ha scritto:Però permettetemi di dirvi che forse siete 2 un pochino atipici. Per la maggior parte degli appassionati forse sono proprio le sinfonie di Beethoven che rappresentano il culmine della sua produzione artistica.
    Personalmente preferisco di gran lunga 3/5/6/7a alla 9a però anch'essa è un capolavoro.


    non tanto atipici, anche al di là dei nostri gusti musicali..è opinione ampiamente diffusa quella secondo la quale gli ultimi quartetti, le ultime sonate per pianoforte, quelle per pianoforte e violoncello dell'opera 102, le variazioni Diabelli rappresentino il vertice di tutta l'opera di Beethoven. Lascio a Vito le opere per pf... Riguardo ai quartetti posso solo dirti che pur in un secolo, l'ottocento, fortemente aperto alle novità, essi non furono recepiti, nella visionarietà (si può dire così?) che li contraddistingue, sia al momento del loro concepimento che fino ed oltre il tardo-romanticismo. Mi spiace dirlo, ma anche la cameristica brahmsiana, che pur tanto amo, si sviluppa partendo dal linguaggio musicale del secondo periodo beethoveniano; e questo è ancora più sorprendente ove si consideri che in fondo la struttaura della forma-sonata è ancora presente in tutti gli ultimi quartetti, tranne che nel 131. Ma tale struttura viene letteralmente annichilita dalle invenzioni, dalle variazioni continue, dalla polifonia. Solo all'inizio del novecento crearono "scuola", ma scuola "bastarda"..mi riferisco a Berg e Schomberg. E sostanzialmente rimasero, come per le opere bachiane dell'ultimo periodo, sommi capolavori senza epigoni e sviluppi. In questo Bach e Beethoven cameristico hanno avuto lo stesso glorioso destino.


    Ultima modifica di ema49 il Lun Feb 28 2011, 19:47 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Lun Feb 28 2011, 19:47

    Si, in effetti con gli ultimi quartetti e le ultime sonate per piano l'effetto emotivo che si prova all'ascolto, come per il Bach maggiore, è una sorta di annichilimento, di sbigottimento incredulo... una sorta di perdita di orientamento per la complessità, la ricchezza della struttura musicale, ed il suo essere emotiva in sé, senza l'apporto di imitazione, realismo, narrazione. Oserei dire "musica pura".

    Oltretutto lo diceva lo stesso Brahms: il problema di tutti gli autori ottocenteschi era da lui identificato nel fatto di dover "portare sulle spalle" la figura di Beethoven (e le sue opere, soprattutto...)

    Le splendide ultime sonate per piano hanno dovuto attendere Liszt per cominciare ad essere recepite dal pubblico, ed ancora oggi risultano ostiche a molti.... al pari degli ultimi quartetti... il fatto che la Nona fosse stata invece immediatamente comprensibile all'epoca ne denota proprio un linguaggio meno estremo, in quanto meno lontano dal suo tempo...


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    Messaggio Da Luca58 Lun Feb 28 2011, 21:27

    ema49 ha scritto:è opinione ampiamente diffusa quella secondo la quale gli ultimi quartetti, le ultime sonate per pianoforte, quelle per pianoforte e violoncello dell'opera 102, le variazioni Diabelli rappresentino il vertice di tutta l'opera di Beethoven. Lascio a Vito le opere per pf... Riguardo ai quartetti posso solo dirti che pur in un secolo, l'ottocento, fortemente aperto alle novità, essi non furono recepiti, nella visionarietà (si può dire così?) che li contraddistingue, sia al momento del loro concepimento che fino ed oltre il tardo-romanticismo. Mi spiace dirlo, ma anche la cameristica brahmsiana, che pur tanto amo, si sviluppa partendo dal linguaggio musicale del secondo periodo beethoveniano; e questo è ancora più sorprendente ove si consideri che in fondo la struttaura della forma-sonata è ancora presente in tutti gli ultimi quartetti, tranne che nel 131. Ma tale struttura viene letteralmente annichilita dalle invenzioni, dalle variazioni continue, dalla polifonia. Solo all'inizio del novecento crearono "scuola", ma scuola "bastarda"..mi riferisco a Berg e Schomberg. E sostanzialmente rimasero, come per le opere bachiane dell'ultimo periodo, sommi capolavori senza epigoni e sviluppi. In questo Bach e Beethoven cameristico hanno avuto lo stesso glorioso destino.
    Io non sono erudito come voi e quindi non lo so dire bene come voi, ma i quartetti di Beethoven, specie gli ultimi, sembrano fatti nel prossimo secolo. Laughing
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    Messaggio Da Luca58 Lun Feb 28 2011, 21:29

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:La differenza tra le due edizioni, che sono entrambe risalenti ai primi anni '60 ed entrambe quindi di uno dei periodi più felici dell'arte del nostro Svitoslav, ed entrambe con il solito dorettore, è che il disco Philips è in studio e registrato qualche mese prima del disco BBC.

    La registrazione BBC è invece dal vivo, ma di buon suono. Ripresa radiofonica.

    Per la resa audio certo meglio il Philips, che si trova anch'esso in rete in versione 24 bit/96 Khz, oltretutto in abbinamento alle due sonate per piano opera 49 di Beethoven. Artisticamente le due registrazioni sono sovrapponibili.
    Vito, tu avevii l'avatar di Richter...

    Io lo conosco da poco ma lo trovo straordinario, di una energia impulsiva sconosciuta agli altri che ho sentito.

    Mi potresti dare la tua opinione su di lui in due parole e tre aggettivi? Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 285880


    Ultima modifica di Luca58 il Mar Mar 01 2011, 14:23 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Mar Mar 01 2011, 11:20

    Mai vuoi in tutto 5 parole, due sostantivi e tre aggettivi? Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 650957

    Cerco di dirti sinteticamente, cosa per me quasi impossibile Laughing . Svitoslav Richter è stato, assieme a Benedetti michelangeli, semplicemente il maggior pianista del secolo scorso.

    Di formazione del tutto inconsueta (Richter è in pratica un autodidatta al pianoforte, ed all'inizio in Russia si è occupato anche di prove al piano di cantanti d'opera) è comparso in Europa in un'epoca - i primi anni '60 - in un contesto in cui l'interpretazione neoclassica (rigore ritmico a parte rubato, rispetto assoluto del testo, mancanza di ritocchi, ecc. ecc.) si era ormai affermata. In questo contesto ha portato una varietà nella gestione del ritmo del tutto disusata (e fuori dai canoni neoclassici), una spaventosa tavolozza timbrica (ottenuta anche con attacchi dei tasti scorretti secondo i canoni accademici, dal che grandi rischi che a volte lo portavano ad un certo numero di errori dal vivo), un impeto bruciante.

    Se i pianisti neoclassici si muovono all'interno di una composizione per cercarvi l'unitarietà ed i rapporti interni, Richter negli anni '60 estremizzava invece i contrasti, frantumando l'unitarietà ma arrivando ad una varietà ed a un mordente esecutivo travolgenti.

    Il suo percorso artistico ha poi avuto riflessi culturali non indifferenti. Ad esempio quando apparve in Occidente, con i concerti alla Canergie Hall di New York del 1960, oltre agli autori pianistici acclamati all'epoca, dedicò una serata al poco valutato Prokofiev, da allora distinguendosi sempre per scelte di repertorio artisticamente e culturalmente molto significiative. Altro esempio: fu uno dei pochi pianisti del secolo scorso a dedicarsi non saltuariamente al pianismo di Haydn. In questo senso, la sua rilevanza a livello culturale è molto superiore a quella di Benedetti Michelangeli.

    La sua carriera può essere divisa sommariamente in tre tronconi. Negli anni '60 Richter è una forza della natura, lascia esterrefatti e per tecnica e per qualità interpretative, ma se gli capita (in un live) di essere in serata no, gli scappa qualche errore di troppo. Negli anni '70 invece diviene più riflessivo, si europeizza, smorza in parte le esuberanze ma per il resto rimane pianista stratosferico. Quando ritorna invece a suonare (dopo problemi di salute) negli anni '90 è in parte un'altro pianista: tempi più dilatati, molta più austerità, molta asciuttezza interpretativa, soprattutto molta tristezza e malinconia a tratti. Alcune prove di questi ultimi anni sono splendide, altre una copia indebolita delle sue prestazioni precedenti, altre troppo condizionate da una certa amarezza personale per essere veramente convincenti.

    Se vuoi approfondire la figura di Richter e le sue registrazioni, ti consiglio questo blog:

    http://sviatoslavrichter.blogspot.com/

    Ciao!


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Mar Mar 01 2011, 11:48

    Luca58 ha scritto:Io non sono erudito come voi e quindi non lo so dire bene come voi, ma i quartetti di Beethoven, specie gli ultimi, sembrano fatti nel prossimo secolo. Laughing

    ...pensa che in una serie di battute del secondo movimento della sonata opera 111 Beethoven inventa... lo "jazz" Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 921419 . C'è un passaggio che sembra vero Be-bop!!!!! Un genio spaventoso....


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    Messaggio Da ema49 Mar Mar 01 2011, 12:25

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    ...pensa che in una serie di battute del secondo movimento della sonata opera 111 Beethoven inventa... lo "jazz" Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 921419 . C'è un passaggio che sembra vero Be-bop!!!!! Un genio spaventoso....

    ..e, negli ultimi quartetti e sonate per pf e vc, si è inventato il puntillismo musicale, robetta che ha avuto sviluppo in tempi a noi vicinissimi ma che rimane nel confronto impietosamente distrutta..


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    Messaggio Da Luca58 Mar Mar 01 2011, 14:20

    Si', un genio assoluto.

    Eppure le sue composizioni, per quello che le ho studiate al pf, sono meno dificili di quelle di Mozart perche' la partitura ti porta istintivamente a mettere le mani dove devono andare come se fosse prevedibile senza esserlo e a suonarlo ti sembra piu' facile di quando la ascolti; cioe' i suoi schemi mentali, per quanto eccezionali, seguivano le regole cerebrali della nostra razza. Mozart invece ha scritto melodie per pf che a sentirle sembrano cosi' facili che a volte le sottovaluti, ma quando tenti di suonarle ti rendi conto che il meccanismo mentale scappa dagli schemi normali.

    In due parole, Beethoven e' un "genio umano", Mozart un "genio alieno". affraid

    Beethoven a sua volta considerava Schubert un genio (e infatti a Vienna ho ritrovato le loro tombe praticamente accanto), ma a me Schubert coinvolge molto raramente, cosi' come Brahms.

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    Messaggio Da Luca58 Mar Mar 01 2011, 14:20

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:Cerco di dirti sinteticamente, cosa per me quasi impossibile Laughing . Svitoslav Richter è stato, assieme a Benedetti michelangeli, semplicemente il maggior pianista del secolo scorso....
    Grazie mille! "In due parole" intendevo proprio questo.

    In effetti Richter ha avuto un effetto dirompente nella mia limitata cultura di pf.

    Benedetti Michelangeli, invece, non mi ha mai coinvolto e lo sento freddo come Pavarotti, almeno per quel poco che ho sentito (ma per Richter mi e' bastato l'inizio del concerto per piano n. 7 di Bach). Forse sono un po' prevenuto perche' la mia anziana insegnante di pf (degli anni '90) era spesso invitata ovunque (il padre - ed anche il marito - era un violinista dilettante ma quando era piccola in casa sua giravano personaggi del calibro di Serafin) e mi ha raccontato che alle serate private da amici a volte c'era Benedetti Michelangeli; spesso gli chiedevano di accennare qualcosa al pf, ma lui - mi ha detto - si negava sempre con aria di eccessiva ed antipatica sufficienza, quasi offeso dalla ovvia richiesta.

    Quali sono i dischi da non perdere assolutamente di Richter?
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    Messaggio Da pluto Mar Mar 01 2011, 16:56

    Parecchi temo (o per fortuna). Ma lascio a PPP la gioia visto che aveva il suo Avatar, mi sembrerebbe un'offesa....

    Guardatevi se è abbastanza pirotecnico sul 2° di Brahms

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    Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 Empty La grandezza di Mozart

    Messaggio Da archigius Mar Mar 01 2011, 18:45

    Da ascoltatore "novizio" del genere, una delle domande che mi sto facendo ultimamente riguarda Mozart.

    Finora nel mio percorso di conoscenza ho incontrato vari autori, quasi tutti di mio gradimento, con Bach, Beethoven, Rachmaninov e Mendelsshon sopra tutti.

    A dire il vero, mi è capitato di ascoltare qualcosa di Mozart, ma non mi ha impressionato: si tratta di alcune sinfonie dirette da Karajan [32, 33, 35, 36, 29, 38, 39, 40, 41].

    Ora mi chiedo: ho ascoltato le opere "sbagliate", nel senso che ne ha fatte di migliori o semplicemente il suo stile non incontra i miei gusti?

    Quello che mi trasmette l'ascolto di queste sinfonie è un senso di equilibrio, di perfezione, che però sfocia nella noia, come se queste opere, nella loro raffinatezza, mancassero di pathos, di umane energie ed emozioni.

    Sia chiaro, è solo l'opinione di uno che ama ascoltare l'aspetto emotivo della classica (non a caso i miei autori preferiti al momento sono del periodo Romantico), ma anche l'intreccio compositivo e le cesellature musicali barocche.

    Che ne pensate?


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    Messaggio Da ema49 Mar Mar 01 2011, 18:50

    pluto ha scritto:
    Guardatevi se è abbastanza pirotecnico sul 2° di Brahms


    Forse anche troppo. Per i due concerti di Brahms preferisco Gilels, anche se Vito probabilmente non sarà d'accordo.


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    Messaggio Da pluto Mar Mar 01 2011, 19:03

    Che intanto invece di Karajan, potevi ascoltare le sinfonie dirette da Bruno Walter o Mackerras sei hai il CD/SACD. Karajan è immenso su molte cose ma forse non è proprio la ns prima scelta sul Mozart sinfonico.
    Poi di Mozart si può dire tutto, ma direi che la noia è l'ultima delle emozioni che suscita.
    Riprova ad ascoltare la Praga o la Linz un pochino meglio e poi ne riparliamo

    E comunque le sinfonie sono solo una fra le tante molteplici produzioni del nostro.

    Prova ad ascoltare anche i concerti x piano, i 5 x violino, le sonate, i quartetti, magari gli highlights delle opere più importanti (Flauto Magico, Don Giovanni, Le nozze, Così fan tutte)

    Se riesci a farti piacere quelli che hai citato, qualcosa di Mozart ti piacerà di sicuro. Tieni duro.

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    Messaggio Da pluto Mar Mar 01 2011, 19:10

    ema49 ha scritto:

    Forse anche troppo. Per i due concerti di Brahms preferisco Gilels, anche se Vito probabilmente non sarà d'accordo.

    Vero e concordo su Gilels.
    Ma mi ha sorpreso il suo modo di aggredire quasi la tastiera in questo primo movimento e ho voluto postarvelo
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    Messaggio Da archigius Mar Mar 01 2011, 19:14

    pluto ha scritto:
    Poi di Mozart si può dire tutto, ma direi che la noia è l'ultima delle emozioni che suscita.
    Riprova ad ascoltare la Praga o la Linz un pochino meglio e poi ne riparliamo

    E comunque le sinfonie sono solo una fra le tante molteplici produzioni del nostro.

    Prova ad ascoltare anche i concerti x piano, i 5 x violino, le sonate, i quartetti, magari gli highlights delle opere più importanti (Flauto Magico, Don Giovanni, Le nozze, Così fan tutte)

    Se riesci a farti piacere quelli che hai citato, qualcosa di Mozart ti piacerà di sicuro. Tieni duro.

    Il Genio non può venire a noia

    E' difficile spiegare il concetto a parole e forse io inquadro l'ascolto della classica da un punto di vista molto particolare, totalmente emozionale.

    Per me non c'è distinzione fra classica e rock (o jazz o blues, ecc), se non nella complessità delle composizioni. Trovo infatti che la musica classica, da molti considerata distante dal "sentire dell'uomo comune", sia invece in grado di trasmettere lo stesso convolgimento, solo in una forma musicalmente diversa.
    Quando parlo di noia, non intendo il termine nell'accezione comune...la intendo come mancanza di intensità nella composizione.

    Ripeto, è difficile da spiegare...se ascolto Rachmaninov mi suscita malinconia, solennità...se ascolto Bach mi sento trasportato dall'intreccio delle note e attraverso mille stati d'animo; di Beethoven mi affascina il senso di maestosità...tutto nella sua musica è grandioso, potente, eppure al tempo stesso sempre molto "umano"; Mendelssohn tocca le corde più profonde dell'anima nella terza sinfonia, è come un mare in tempesta.

    Quel poco che ho ascoltato di Mozart, mi dà invece l'impressione di un quadro tecnicamente perfetto, ma non riesco ad individuare nelle composizioni un'emozione che non sia ammirazione tecnica e basta. Ecco perchè ho chiesto qui.
    Proverò ad ascoltare i concerti per piano/violino, che in genere sono le composizioni musicali che preferisco.


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Mar Mar 01 2011, 20:40

    Luca58 ha scritto:Si', un genio assoluto.

    Eppure le sue composizioni, per quello che le ho studiate al pf, sono meno dificili di quelle di Mozart perche' la partitura ti porta istintivamente a mettere le mani dove devono andare come se fosse prevedibile senza esserlo e a suonarlo ti sembra piu' facile di quando la ascolti; cioe' i suoi schemi mentali, per quanto eccezionali, seguivano le regole cerebrali della nostra razza. Mozart invece ha scritto melodie per pf che a sentirle sembrano cosi' facili che a volte le sottovaluti, ma quando tenti di suonarle ti rendi conto che il meccanismo mentale scappa dagli schemi normali.

    In due parole, Beethoven e' un "genio umano", Mozart un "genio alieno". affraid

    Beethoven a sua volta considerava Schubert un genio (e infatti a Vienna ho ritrovato le loro tombe praticamente accanto), ma a me Schubert coinvolge molto raramente, cosi' come Brahms.


    Ti potrei dire questo (cosa che probabilmente Ema non condividerà, spero almeno non me ne voglia) su Beethoven e Mozart. Il testo di Beethoven è completo, non richiede integrazione da parte del musicista: Beethoven quando pubblica a stampa introduce ogni indicazione espressiva ed ogni variazione sia richiesta al ripetersi delle frasi musicali. Lascia però alla prassi la gestione del tempo, ma regge anche ad una lettura "metronimica" (detto per semplificare).

    Il discorso di Mozart è molto diverso: musicista per la piazza e non per l'idea (come nel caso di Beethoven) tanto quando pubblicava a stampa che quando non pubblicava a stampa (e tantopiù in quest'ultimo caso) richiede una forte componente di integrazione da parte dell'interprete, sia dal punto di vista espressivo che dal punto di vista testuale (a meno che non si creda che la variazioni al ricorrere dei ritornelli non siano stati inventati nella musica strumentale da Beethoven, visto che in opera erano prassi - anche se non scritti - dai primi del settecento).

    Beethoven scrive consapevolmente per l'eternità; Mozart scrive musica di consumo per i suoi coetanei (un pò come succede per gli autori di musica leggera oggi), che è poi comunque diventata eterna.

    Quindi Mozart richiede maggior impegno interpretativo da parte dell'interprete, e quindi la sua musica è semplice solo in apparenza, in realtà invece molto insidiosa. Detto questo, è possibilissimo eseguire anche Beethoven privandolo di grande parte del suo significato espressivo più autentico... anzi succede fin troppo spesso Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 95624 .

    Schubert è ancora un altro discorso. Morto molto giovane, una certa parte della sua produzione è incompiuta. Nel genere dei lieder è sempliemente un genio, anche da giovanissimo. Nella musica strumentale invece raggiunse la maturità solo negli ultimi anni della sua vita, e quindi il lascito non è enorme. Ma pochi sono gli artisti in grado di metterne il luce le doti. Come Mozart, Schubert richiede grande sensibilità dal alto interpretativo per essere ben reso. Dal punto di vista testuale, invece, è più vicino a Beethoven, ma complica la storia il fatto che molte sue composizioni non avendo visto la pubblicazione non potremmo mai essere certi avessero raggiunto una veste definitiva, cosa che di fatto lascia aperta una certa libertà agli interpreti inerente l'inclusione o meno di una parte dei ritornelli. Comunque, ben eseguito, il miglior Schubert è semplicemente gigantesco.

    DEtto proprio in due termini e quindi per forza di cose un pò superficialmente...


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Mar Mar 01 2011, 20:43

    ema49 ha scritto:
    Forse anche troppo. Per i due concerti di Brahms preferisco Gilels, anche se Vito probabilmente non sarà d'accordo.

    Non credere. Come ho più volte detto non credo nell'interrpete col tocco di Mida, cioé che è perfetto in tutto quello che suona.

    Oltre a Gilels, per i concerti di Brahms si possono certo citare come grandissimi anche Backhaus e Arrau. Così come Chopin, non credo che Brahms fosse uno degli autori più congeniali a Richter, anche se le sue interpretazioni dei loro lavori non possano affatto essere definite brutte, tutt'altro.


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    Messaggio Da Pazzoperilpianoforte Mar Mar 01 2011, 20:50

    archigius ha scritto:E' difficile spiegare il concetto a parole e forse io inquadro l'ascolto della classica da un punto di vista molto particolare, totalmente emozionale.

    Per me non c'è distinzione fra classica e rock (o jazz o blues, ecc), se non nella complessità delle composizioni. Trovo infatti che la musica classica, da molti considerata distante dal "sentire dell'uomo comune", sia invece in grado di trasmettere lo stesso convolgimento, solo in una forma musicalmente diversa.
    Quando parlo di noia, non intendo il termine nell'accezione comune...la intendo come mancanza di intensità nella composizione.

    Ripeto, è difficile da spiegare...se ascolto Rachmaninov mi suscita malinconia, solennità...se ascolto Bach mi sento trasportato dall'intreccio delle note e attraverso mille stati d'animo; di Beethoven mi affascina il senso di maestosità...tutto nella sua musica è grandioso, potente, eppure al tempo stesso sempre molto "umano"; Mendelssohn tocca le corde più profonde dell'anima nella terza sinfonia, è come un mare in tempesta.

    Quel poco che ho ascoltato di Mozart, mi dà invece l'impressione di un quadro tecnicamente perfetto, ma non riesco ad individuare nelle composizioni un'emozione che non sia ammirazione tecnica e basta. Ecco perchè ho chiesto qui.
    Proverò ad ascoltare i concerti per piano/violino, che in genere sono le composizioni musicali che preferisco.

    Come dicevo anche a Luca, in Mozart è più importante l'interprete di quanto non sia per altri autori. Stesso si può dire di SChubert e di Chopin (ma il mondo di Chopin è più raggiungibile dagli interpreti perché più vicino all'attualità di quello degli altri due).

    E' vero comunque che il settecento rappresenta l'emozione in manier amolto diversa da quanto succede in Beethoven o nel romanticismo. Il sentimento non è assente o freddo, ma diversamente raffigurato tramite la musica. Diciamo che c'è maggiore catarsi e stilizzazione.

    Bach in parte si sottrae a questo aspetto per i motivi che abbiamo già detto sopra e che lo rendono del tutto unico, assieme a Beethoven, nel panorama musicale occidentale di sempre.


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    Messaggio Da archigius Mar Mar 01 2011, 21:36

    Pazzoperilpianoforte ha scritto:
    E' vero comunque che il settecento rappresenta l'emozione in manier amolto diversa da quanto succede in Beethoven o nel romanticismo. Il sentimento non è assente o freddo, ma diversamente raffigurato tramite la musica. Diciamo che c'è maggiore catarsi e stilizzazione.

    Infatti anche nelle altre arti non sono mai stato appassionato delle opere neoclassiche settecentesche.


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    Messaggio Da Luca58 Mer Mar 02 2011, 10:29

    archigius ha scritto:Quel poco che ho ascoltato di Mozart, mi dà invece l'impressione di un quadro tecnicamente perfetto, ma non riesco ad individuare nelle composizioni un'emozione che non sia ammirazione tecnica e basta. Ecco perchè ho chiesto qui.
    Proverò ad ascoltare i concerti per piano/violino, che in genere sono le composizioni musicali che preferisco.
    L'opera lirica era il campo prediletto di Mozart e li' devi cercare prima di tutto.

    L'emozione nelle composizioni mozartiane arriva ma con raffinatezza e difficilmente troverai l'impeto di altri compositori; ma una volta "collegato"... cheers

    Poi puo' darsi che tu caratterialmente non sia compatibile, ma sarebbe la prima volta che lo sento dire. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 285880
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    Messaggio Da pluto Mer Mar 02 2011, 12:18

    Visto l'interesse x Schubert vi segnalo un concerto che sembra essere molto interessante:

    http://www.teatroallascala.org/it/stagione/concerti/2010-2011/liszt-omaggio/daniel-barenboim.html

    Per Aprile mi sto prenotando Brunello sul concerto di Dvorak diretto da Gergiev e sulla 6a di Tchaickovsky. Non sarà l'amato Starker, ma sembra essere valido anche questo concerto. Gergiev è un direttore molto interessante
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    Messaggio Da archigius Mer Mar 02 2011, 13:49

    Luca58 ha scritto:
    L'opera lirica era il campo prediletto di Mozart e li' devi cercare prima di tutto.

    L'emozione nelle composizioni mozartiane arriva ma con raffinatezza e difficilmente troverai l'impeto di altri compositori; ma una volta "collegato"... cheers

    Poi puo' darsi che tu caratterialmente non sia compatibile, ma sarebbe la prima volta che lo sento dire. Edizioni di classica su supporti vari (SACD, CD, Vinile, liquida ecc.) - Pagina 19 285880

    Diciamo che l'opera non suscita il mio interesse. Ho sempre amato il timbro degli strumenti, non ho interesse in questa fase della mia vita per il campo lirico. Però per curiosità ascolterò qualcosa del Mozart strumentale.

    Uno che invece mi sta sorprendendo è Brahms, molto bello il pezzo linkato da Pluto


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    Messaggio Da Luca58 Mer Mar 02 2011, 14:34

    E' accaduto anche a me; ti auguro di trovare questo interesse, perche' non sai cosa ti perdi.

    Ma la prima volta che assisti ad un'opera va scelta bene in funzione del carattere, altrimenti lo stop puo' diventare definitivo.
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    Messaggio Da ema49 Mer Mar 02 2011, 14:44

    archigius ha scritto:
    Diciamo che l'opera non suscita il mio interesse. Ho sempre amato il timbro degli strumenti, non ho interesse in questa fase della mia vita per il campo lirico. Però per curiosità ascolterò qualcosa del Mozart strumentale.

    Uno che invece mi sta sorprendendo è Brahms, molto bello il pezzo linkato da Pluto

    Hai mai ascoltato il concerto per flauto ed arpa ed il concerto per clarinetto? No? Comincia da lì..










    Non sono le migliori interpretazioni della storia ma non sono riuscito a trovare altro. Concerti famosissimi, non il meglio di Mozart ma comunque molto piacevoli da ascoltare. Facci sapere...


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    Messaggio Da pluto Mer Mar 02 2011, 15:02

    Prova il primo movimento con Marriner e soprattutto Gallois che è un signor flautista

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    Messaggio Da Luca58 Mer Mar 02 2011, 15:36

    Non so se ad Archigius piaceranno...lui vuole l'impatto della 5º ! Laughing

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