Riflessioni serali

Sono d'accordo con ppp ma anche con l'osservazione fatta da rudino.
Troppe volte si è esagerato, perchè se di infinitamente piccolo si tratta, se di sfumature di colore si parla, perchè a volte si legge di stravolgimenti e di cambiamenti radicali ?
In tutte le cose deve essere il buon senso a guidarci e non si deve credere che qualunque variazione noi si apporti all'impianto sia necessariamente causa e conseguenza di un qualche cambiamento nel suono.
Io non credo assolutamente che mettere il lettore cd sul primo ripiano sia diverso che porlo sull'ultimo, credo che in talune situazioni sia ben differente appoggiarlo su punte in acciaio che sospenderlo elasticamente, io non credo che una punta in acciaio sia diversa da una punta in ottone, credo che in talune situazioni sia diversa una punta di metallo da un piedino in gomma morbida, non ho mai messo pezzetti di legno e fiocchetti di pezza in giro per casa, cremine e sassetti colorati, insomma potrei andare avanti per ore, la sostanza è questa, sono pazzo ma cerco di non rendermi ridicolo.

Lorenzo

... diciamo che per quanto possibile siamo disposti a stupirci, ma non ad autosuggestionarci....

Pazzoperilpianoforte ha scritto:... diciamo che per quanto possibile siamo disposti a stupirci, ma non ad autosuggestionarci....

Questo thread mi piace veramente tanto, perché usando la tua argomentazione in maniera simmetrica ci rendiamo conto che questa dell'Hi End è un'esperienza che ci consente di conoscere meglio noi stessi e i meccanismi spesso nascosti e indecifrabili che ci guidano. Un'esperienza esistenziale, e come tale irrinunciabile.

Ho scritto in altro post (quello sul mio impianto) del percorso che mi ha portato a selezionare i miei componenti, i cavi, e tutto il resto, quindi evito di fare un crosspost ma lo cito per completezza: si è trattato, per l'appunto, di un'esperienza esistenziale di conoscenza di me stesso prima ancora che di una scelta.

Per quanto riguarda quello che può e non può funzionare, può e non può condizionare il suono, anch'io ho avuto il mio periodo "misurone"; oltretutto, faccio ricerca in ambito fisico-matematica, quindi mi trovavo in acque amiche... Poi, approfondendo gli studi, ho cominciato a capire che cosa veramente è la fisica, quali sono i limiti di un modello, quanto fondamentalmente, per dirla alla Guzzanti, "nun ce capimo gnente". E allora l'ho risolta come ci insegna il buon padre Pizarro: "quanno vai a vede erri potte (Harry Potter ndr) che chiedi "Mo' perché er gufo parla?" No, te guardi er firm e te ne stai zitto..."

Ecco, sono d'accordo con te: i gufi non parlano.

Di solito, mi permetto di aggiungere. Di solito. Perché mi riservo uno spazio, appunto di lucida follia, per accorgermi se, un giorno ..... E anzi, a pensarci bene mi sembra proprio che qualche gufo abbia già parlato ... giurerei di averlo sentito, ma naturalmente non posso dirlo a nessuno.

Vorrei aggiungere che ci sono anche, in certi casi, motivi fisiologici. Molti anni fa feci una misurazione dell'udito e risultai completamente fuori dalla norma per estensione e sensibilità. Ancora adesso, un po' più vicino ai 50 che ai 40, sento distintamente i maledetti attrezzi antizanzare a "ultrasuoni", e sono oggetto di scherzi da parte di un amico in ufficio che usa l'Iphone per generare altissime frequenze: nessuno reagisce ma io vado al manicomio.
Mi ha detto che reagisco fino al settaggio "cane", mentre non mostro reazioni su "topo".

Il contrario, non so perché, mi avrebbe preoccupato :-)