pavel ha scritto:Nello stesso brano della Boheme, ad esempio.....nei primi minuti, dove la traccia non è affatto impegnativa musicalmente parlando....i strumentisti e il palcoscenico a mio avviso sono reali, e posizionati nella giusta maniera. Quando poi il brano si fa più complesso, molti strumenti, le voci, e picchi di frequenza impegnativi, il palcoscenico in effetti sembra allontanarsi dal punto di ascolto. In profondità.
PS: Dragon per me quel "gracchio"....è l'amplificazione che va un po in affanno.Ma è una mia opinione
Colgo l'occasione di questo tuo intervento per raccontare due cose sulle registrazioni di classica, perché si possa meglio capire quanto succedeva ascoltando quei brani sull'impianto di Dragon.
Il motivo per cui le registrazioni di classica sono più critiche da riprodurre delle registrazioni di pop è che hanno dinamica maggiore, e non di poco. Sono, cioé, meno compresse.
Il motivo di questo è semplice: nell'interpretazione di musica classica (operistica, sinfonica, pianistica, ecc. ecc.) l'articolazione dinamica durante l'esecuzione dell'esecuzione è parte integrante e fondante dell'interpretazione.
Un direttore che non è in grado di ottenere i piani o i pianissimo da una orchestra è generalmente considerato più incompleto di uno che ci riesca. Dico generalmente perché alcuni grandissimi direttori come Furtwangler erano - in sala di registrazione - un pò avari di piani e pianissimi. Nel caso Di Furtwangler, però, ad esempio, la dinamica e la nettezza del suono sul mezzoforte e sul forte erano tali, così come la cantabilità ottenuta dall'orchestra, da rendere quasi inosservata questa caratteristica direttoriale. Che era molto meno presente nelle varie registrazioni dal vivo che questo direttore ci ha lasciato.
Ma procediamo: un pianista migliore è quello che è in grado di ottenere durante l'esecuzione una articolazione del fraseggio che va dal pianissimo di volume al fortissimo. Ma così ogni strumentista.
Vi rendete conto che quindi comprimere oltre un certo limite la dinamica delle registrazioni di classica vuol dire distruggere l'interpretazione.
Risultato:
il livello medio di volume su una registrazione di classica è molto più basso del livello medio di una registrazione di pop-rock. O, per dire in altri termini, a parità dellaposizione del potenziometro del volume è molto più facile con la classica che con il pop-rock saturare l'ampli perché i picchi del programma musicale classico sono posti ad una distanza dal livello medio del programma molto superiore che con la musica pop-rock. Oppure, per dirla in altri termini, per non far saturare l'ampli nei picchi dovrò tenere con l'ampli un volume di ascolto medio molto più basso che con la musica pop-rock.
Nei nostri ascolti a casa di Dragon con posizione del volume 52 (giusto per avere un riferimento) tanto la
Boheme che il piano di Arrau saturavano piuttosto facilmente. I brani di pop rock a posizione 55 non davano problema alcuno all'ampli. Quindi con la musica pop-rock il volume di ascolto era sovente accettabile... era con la musica classica che io ho sentito forti limitazioni in termini di dinamica ottenibile. Se Dragon ascoltasse spesso varie registrazioni di Karajan, per esempio, si troverebbe spessissimo a dover partire dal volume X per percepire i pianissimo e poi continuamente ad abbassare il volume nei forti per evitare la saturazione dell'ampli. Per poi dover rialzare nuovamente il volume al pianissimo successivo per sentire qualcosa.
Dragon non ascolterà mai queste registrazioni. Non gli interessano. Ma non si può dire che l'impianto in questione in quell'ambiente abbia dinamica travolgente al pari di impianti con maggior potenza, perché questo non è vero. Impianti di maggior potenza non avrebber oq uesto limite. Magari ne avrebbero altri, quindi è vero quello che dice Dragon, che non avendo la necessità di questa maggior dinamica, sulla base della musica che ascolta, lui ha ottimizzato l'impianto su altri parametri.
Io avrei qualce problema ad ascoltare l'impianto in questione con la mia musica.
Quella registrazione della
Boheme è un bel test di prova perché, diversamente da quanto succedeva all'epoca, i ritocchi della dinamica effettuati manualmente (come faceva la Decca un tempo) sono minimi dall'inizio dell'atto alla fine, ed i tecnici sfruttarono tutta la dinamica disponibile dalle registrazioni dell'epoca. Che non era proprio bassissima.
Cosa succede quando raggiungiamo il pieno finale? L'ampli non ce la fa ad incrementare l'erogazione per conservare la grandezza dello stage in corrispondenza del fortissimo e comprime la dinamica. L'impressione è che il front-stage si stia allontanando. A questo si associano i crepitii in gamma alta sintomatici del primo clipping.
Ripeto: questo succede solo con i generi ad alta dinamica, che non sono quelli ascoltati da Dragon. Dragon potrebbe non avere mai la necessità di migliorare nulla nell'impianto, vivendo felice, con buona pace di tutti.
Però io, da a scoltatore di altri generi, lho fatto notare...